L’inclusione di rom e sinti e la necessità della proposta di legge

rom3okIl 23 febbraio nella sala stampa della Camera dei Deputati è stata presentata la proposta di legge per l’integrazione delle comunità rom e sinti nella cittadinanza europea. Il luogo ufficiale è stato fortemente voluto “per conferire un valore aggiunto ad una proposta di legge  importante e necessaria”, ha evidenziato l’onorevole Giovanna Martelli, deputata di Sinistra Italiana.

La proposta di legge, che è mutuata interamente dalla proposta di iniziativa popolare se mi riconosci mi rispetti, vuole realizzare anche per rom e sinti il diritto al riconoscimento di minoranza storico-linguistica nel rispetto degli articoli 3 e 6 della Costituzione Italiana.

Nello specifico tale proposta prevede:

  • la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranze rom e sinti, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze;
  • l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da rom e sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;
  • il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza,
  • il diritto di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo del’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d’inclusione dei rom, dei sinti e dei camminanti;
  • norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull’appartenenza a una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di razza.

L’intento dichiarato dalla Martelli, una delle promotrici, è “quello di dare un riconoscimento alla comunità rom e sinti che sul territorio conta circa 150.000 persone”.

In periodo di campagna elettorale, per le imminenti amministrative nella Capitale, il tema delle minoranze “rischia di essere travisato e strumentalizzato a discapito delle comunità”, ribadisce la Martelli. Bisogna affrontare in maniera costruttiva anche uno dei temi più caldi che coinvolge al comunità rom e sinti ovvero i campi. “La pratica consolidata degli sgomberi forzati è una violazione sia dei diritti umani che di una semplice ed umana logica di equilibrio dell’idea stessa dell’abitare”. E conclude “il perché della legge sta nell’attuazione delle politiche vigenti in particolare in materia di salute ed istruzione”.

Ribadisce l’importanza della scolarizzazione l’onorevole Milena Santerini di Democrazia Solidale “per difendere la cultura, che è viva, è fondamentale l’istruzione, anche per permettere ai bambini, rom e non , di confrontarsi con la realtà composta di più culture nella quale vivranno”. Tuttavia, oggi, il problema è proprio il mancato riconoscimento dell’identità culturale della comunità rom e sinti “non è che non l’abbiamo,  è che non è riconosciuta” sottolinea Dijana Pavlovic, attivista, attrice e politica. “con 12 milioni in Europa, circa 140 000 in Italia, siamo la minoranza più numerosa.” L’accusa mossa è forte e chiara “questo Stato non sta portando avanti politiche serie per l’inclusione del nostro popolo, lo fa perché probabilmente non ci riconosce e non ci rispetta”.

Si tratta di una battaglia culturale” rilancia Santino Spinelli, insegnante e musicista, “tolta la cultura non c’è differenza tra italiano e rom. Si tratta di un genocidio culturale.” Secondo Najo Adzovic, attivista, bisogna far conoscere meglio l’iniziativa “i rom stessi non sanno di questa legge, che cosa voglia dire. Se la comunità rom  non capisce di cosa si sta parlando, si chiude nella paura e nel terrore.” La chiave per evitarlo è la conoscenza reciproca.

La proposta di legge nata dall’iniziativa popolare se mi riconosci mi rispetti ha compiuto un ulteriore passo dopo che l’onorevole Palermo e Martelli hanno depositato tale proposta rispettivamente al Senato e alla Camera. Il filo della matassa si dipanerà una volta che verrà stabilita la data di discussione in Aula.

Piera Francesca Mastantuono

(23 febbraio 2016)

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