Atleti stranieri: stabilite le quote di ingresso per la stagione 2016-2017

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Le vacanze natalizie sono ormai finite e gli atleti, italiani e non, si sono rimessi subito a lavoro per riprendere la nuova stagione agonistica 2016 -2017.

Quest’anno, infatti, saranno 1160 gli atleti provenienti da paesi non appartenenti all’Unione Europea che potranno essere tesserati da società italiane e svolgere attività agonistica o comunque retribuita in Italia. Tale quota verrà poi distribuita tra tutte le federazioni sportive nazionali e sarà valida sia per i primi ingressi, che per gli stranieri che sono già in Italia con un permesso di soggiorno per motivi sportivi, di lavoro o familiari. Attualmente e secondo il report effettuato da “I numeri dello Sport” a cura del Centro Studi, nel 2015, su un totale di 4 milioni e 535 mila atleti tesserati nelle Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e nelle Discipline Sportive Associate (DSA), riconosciute dal CONI, si stima che almeno 47 mila sono stranieri che partecipano nell’attività sportiva agonistica.

Così è stato adottato nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, firmato dal sottosegretario Claudio De Vincenti lo scorso 4 novembre, con il quale viene annualmente fissato dal Governo e su proposta deliberata del CONI in accordo con i ministeri dell’Interno e del Lavoro il numero massimo di atleti non comunitari. Un limite che, purtroppo però, non permetterà l’ingresso in Italia di tutti i cittadini extracomunitari impegnati nell’attività sportiva.

Per quanto riguarda, invece, la procedura per l’ingresso degli sportivi stranieri, (art. 27 lett. P. del D.lgs. n. 286/98), è stata recentemente riepilogata dal CONI con la circolare del 1° dicembre 2015;

– saranno le società sportive a chiedere direttamente alle federazioni di far arrivare in Italia gli atleti stranieri;

– il Coni si occuperà di gestire le domande

– se ci sono quote disponibili e l’ok della Questura, si procurerà agli atleti un visto d’ingresso;

– una volta in Italia, e dopo la firma del contratto con la società, gli sportivi otterranno il permesso di soggiorno.

Gli atleti che sono stati tesserati da una FSN per una stagione sportiva, se riconfermati nella successiva, dovranno corrispondere a una nuova quota.

E anche se questo numero stabilito dal Governo limiterà purtroppo l’ingresso in Italia di alcuni cittadini extracomunitari impegnati nell’attività sportiva, bisogna comunque ricordare che grazie all’approvazione dello “ius soli sportivo lo scorso gennaio 2016, sono state anche semplificate le norme sul tesseramento dei minori stranieri presenti in Italia che prevede che “i minori di anni diciotto che non sono cittadini italiani e che risultano regolarmente residenti nel territorio italiano almeno dal compimento del decimo anno di età possono essere tesserati presso società sportive appartenenti alle federazioni nazionali o alle discipline associate o presso associazioni ed enti di promozione sportiva con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani”.

Inoltre, a partire del mese di febbraio e con l’obiettivo di favorire sempre l’integrazione dei migranti attraverso lo sport, il Coni, insieme al ministero dell’Interno, ha appena lanciato il progetto FAMI (Fondo Asilo Migrazione E Integrazione) che ha l’obiettivo di favorire, l’inclusione dei ragazzi migranti tramite l’attività sportiva durante la loro permanenza nel sistema di accoglienza nazionale e migliorare le strutture sportive all’interno dei Centri. Saranno proprio le associazioni sportive che offriranno per almeno 2 ore a settimana, da un minimo di un mese e fino ad un massimo di 8 mesi attività sportiva ai minori stranieri. Per il momento, il progetto, sarà avviato su 5 Regioni pilota, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Sicilia e Toscana, per poi essere esteso nelle altre Regioni.

Sono piccoli passi in avanti verso l’integrazione che rafforzano l’idea dello sport come strumento di inclusione sociale e, oltre ad aiutare a superare le barriere culturali e i pregiudizi, permetteranno di aumentare il numero di sportivi e chissà, perché no, anche quello delle vittorie ottenute da cittadini di origine straniera.

Cristina Diaz
11/01/2017

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