Romania Film Festival: il cinema rumeno incontra Roma

loverboy di catalin mitulescu

“La cultura non fa la guerra, e io preferisco fare cultura”. Teodora Madasa lo introduce così, il Romania Film Festival di cui è curatrice. Le proiezioni iniziano il 7 giugno e si concludono il 3 settembre, passando nel corso dei mesi da Roma 3 al lago di Bracciano fino ad arrivare alla Casa del Cinema, premio dopo premio, regista dopo regista, incontro dopo incontro. E la scelta di iniziare dall’università non è casuale: “mi sono laureata in teatro a Roma Tre” racconta Teodora. “Spesso andavo a vedere le proiezioni al corso di cinema, e quando mi sono laureata ho scritto una tesi sulla promozione del cinema rumeno all’interno delle università. La prima parte di questo Festival l’abbiamo pensata proprio per gli studenti”.

Sono tanti i film imperdibili, a partire dai due di Catalin Mitulescu, regista pluripremiato a Cannes e autore di due pellicole radicalmente opposte, entrambe oggetto di proiezione: Il Rumeno, storia di un emigrato che torna in patria senza riconoscere più il suo paese e la sua famiglia, e Loverboy, che racconta di un uomo che seduce giovani ragazze per portarle alla prostituzione. “L’idea di quest’ultima pellicola mi è venuta parlando con un poliziotto italiano che mi raccontava del fenomeno” spiega Teodora. “Sembra che l’80% delle prostitute romene in Italia inizi così: si innamora di un uomo e lo asseconda nei suoi desideri e nella ricerca del denaro, fino a prostituirsi. Tecnicamente queste ragazze non si sentono obbligate a farlo, ma nei fatti lo sono“.

È dal 1994 che il cinema rumeno acquista progressivamente interesse sullo scenario europeo. È un cinema differente da quello italiano nelle tematiche, ma ugualmente autoriale, realistico nello stile delle riprese e nella composizione delle scene. E le somiglianze? “Il cinema rumeno, proprio come quello italiano, trova difficoltà ad uscire nelle sale” spiega Teodora. Ci sono film rumeni, come Comoara di Corneliu Porumboiu, già acquistati da distributori italiani ma non ancora usciti” in parte per i costi di distribuzione, in parte per la difficoltà di intercettare il pubblico, più orientato alla produzione mainstream. Due delle caratteristiche dei film rumeni, l’uso della steadycam e la lentezza di ripresa, mal si conciliano con la velocità dei film d’azione americani.

Perché allora vale la pena di affacciarsi al cinema proposto dal Festival? Secondo Teodora, per una ragione molto semplice: valorizzare la conoscenza reciproca. “In Italia, dati ISTAT alla mano, ci sono circa 1.183.000 romeni: vale a dire che la probabilità di incontrare un romeno andando a fare la spesa al supermercato o alla posta, è altissima”. Eppure, sulla stampa, i romeni “bravi” non fanno notizia. “Conoscere la loro cultura può essere un modo per capire che le somiglianze sono più forti di quanto si immagini, e, per i romeni che hanno perso le loro radici venendo in Italia, ritrovarsi”.

Se infatti l’arte è raccontata tramite due film incentrati sulla figura dello scultore Constantin Brâncuşi, un importante spaccato della società romena nel Festival lo dà un documentario sulle tradizioni rumene: La Romania, il viaggio dalla Passione alla Luce, realizzato dall’agenzia romena di stampa Agerpres. “Nel documentario compare una donna, madre di nove figli tutti sparsi per il mondo” racconta Teodora. “Cinque di questi sono a Roma e saranno ospiti di una delle proiezioni alla Casa del Cinema”.

Come spesso accade, sono infatti proprio le tradizioni quelle che rendono più evidente il legame fra il popolo romeno e quello italiano: la preparazione della Pasqua o la lavorazione della canapa, ad esempio. “Guardando il documentario potrebbe capitare che qualche italiano si chieda perché alcune donne si coprono sempre la testa prima di entrare in chiesa. La motivazione è che le donne sposate nella nostra cultura non possono andare in chiesa a capo scoperto. Lo fanno anche molte donne in Italia, da quel che so” conclude Teodora. “Qualche ragazzo in una delle protagoniste potrebbe riconoscere un gesto di sua nonna. E magari scoprire che rumeni e italiani non sono poi così diversi”.

Veronica Adriani(7 giugno 2016)


Il programma nelle Università di Roma e Napoli

MARTEDì 7 GIUGNO Università ROMA TRE Via del Valco di San Paolo, 19 Roma

Aula Ignazio Ambrogio – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

Ore 14:30- Apertura ufficiale del Romania Film Festival

Saranno presenti: S.E. l’Ambasciatore della Romania in Italia Dana Constantinescu, i produttori Renata Rainieri e Ugo Tucci, l’onorevole Riccardo Agostini (consigliere della Regione Lazio), Donatella Pascucci – MIBACT (Direzione Generale Cinema), Prof.ssa Mira Veronica Mocan– Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere (Università ROMA TRE), Teodora Madasa, ideatrice del Festival e presidente dell’ Ass. ProCultura – RoArte e la giornalista Miruna Cajvaneanu.

Seguirà la proiezione del film CLOSER TO THE MOON  (2013) di Nae Caranfil, Romania, SUA, Italia, Polonia, Franta, 117’, doppiato in italiano.

MARTEDi’ 14 GIUGNO Università ROMA TRE Via del Valco di San Paolo, 19 Roma

Aula Ignazio Ambrogio – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

  • Ore 14:30 – Q.E.D (Quod Erat Demonstrandum) (2013) di Andrei Gruzsniczki, Romania, 107’. sott. italiano

MERCOLEDI’ 22 GIUGNO Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Palazzo del Mediterraneo Via Marina, 59, Sala T2

  • Ore 10:00 – Si da il via alla tappa partenopea del Festival con una giornata dedicata  ad un ospite d’eccezione: il regista Andrei Gruzsniczki, che presenterà due dei sui film: Q.E.D. e L’altra Irina. Accanto a lui, interverranno: Prof. Giovanni Rotiroti, ricercatore di Lingua e Letteratura Romena (Università degli Studi di Napoli), prof.ssa Camelia Sanda Dragomir, ricercatrice (Università degli Studi di Napoli), Izabela Pulpan (presidente Federazione Stranieri in Italia) e Teodora Madasa, , ideatrice del Festival e presidente dell’ Ass. ProCultura – RoArte.
  • Seguirà la proiezione del film Q.E.D (Quod Erat Demonstrandum) di Andrei Gruzsniczki, sottotitolato in italiano.
  • Ore 15:00 – L’ALTRA IRINA di Andrei Gruzsniczki, sott. italiano

MARTEDI’ 28 GIUGNO Università ROMA TRE Via del Valco di San Paolo, 19 Roma

Aula Ignazio Ambrogio – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

  • Ore 14:30 – IL PADRE FANTASMA (2011) di Lucian Georgescu, Romania, 83’, sott. italiano

MERCOLEDI’ 29 GIUGNO Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Palazzo del Mediterraneo Via Marina, 59, Sala T2

  • Ore  15:00 – CLOSER TO THE MOON (2013) di Nae Caranfil, Romania, SUA, Italia, Polonia, Franta, 117’, doppiato in italiano

GIOVEDI’ 30 GIUGNO Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Palazzo del Mediterraneo Via Marina, 59, Sala T2

  • Ore 9:00 IL PADRE FANTASMA (2011) di Lucian Georgescu, Romania, 83’, sott. italiano
  • Ore 11:30 RETUR (2013) cortometraggio di Emanuel Pârvu, 15sott. italiano
  • Ore: 12: 00 GOBBEL (2011) cortometraggio di Raluca David, 18’ sott. italiano

Indicazioni stradali per l’Università degli Studi Roma 3, Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere

Linea METRO B direzione LAURENTINA per 7 fermate, fino alla fermata MARCONI poi proseguire a piedi per circa 500 m fino a Via Valco di San Paolo, 19.

I film

CLOSER TO THE MOON  di Nae Caranfil

Il film è interpretato da un cast internazionale, nel quale spiccano Vera Farmiga (The Departed, Tra le nuvole, Source Code)  e Mark Strong (Oliver Twist, RocknRolla, Babylon A.D., Kick-Ass) ed è diretto da Nae Caranfil, uno dei registi-simbolo del cinema romeno dagli anni Novanta (Asfalt Tango, Dolce far niente  Filantropica e The Rest is Silence).

Ambientato a Bucarest nel 1959, in piena Romania comunista del dopoguerra, racconta una spettacolare rapina in banca che manda il Paese in subbuglio. Le autorità arrestano subito i colpevoli, quattro uomini e una donna, processati e condannati a morte. Nell’attesa di essere giustiziati, i cinque sono costretti a re-interpretare gli stessi eventi in un film di propaganda.

Q.E.D (Quod Erat Demonstrandum) di Andrei Gruzsniczki

Premio della Giuria al Festival Internazionale del Film di Roma, il film è realizzato in bianco e nero. Ambientato nel 1984 in pieno periodo comunista dove il regime controlla i suoi cittadini in modo ferreo, anche se iniziano a intravedersi delle crepe. Alcuni vanno all’estero legalmente ma poi non fanno più ritorno, altri pubblicano fuori dalla Romania i loro studi e le loro ricerche scientifiche che non trovano spazio in patria. Questo è il caso di Sorin, brillante matematico estraneo al potere di Ceausescu, che cerca di far arrivare in Francia un suo importante studio tramite l’amica Elena che sta finalmente per raggiungere il marito fuggitivo a Parigi.

L’ALTRA IRINA di Andrei Gruzsniczki Il film è ispirato da fatti realmente accaduti e ha alla base uno scenario scritto a sei mani (da Ileana Muntean, Mircea Staiculescu e Andrei Gruzsniczki). Ha ricevuto il Premio per il miglior lungometraggio di debutto, conferito da Filmmakers Circle alla quinta edizione del Festival del Cinema Sud Est Europeo ( SEE Fest ), il Gran Premio al Festival Internazionale L’Anonimo, il Premio alla regia – l’Atlas d’Argent al Festival Internazionale del Film di Arras ( Francia), il Gran Premio e il Premio FIPRESCI ottenuti in occasione della quinta edizione del Festival CinePécs Moveast, il Premio “Le giornate del Cinema Romeno” , ottenuto in occasione dell’ottava edizione del Transilvania International Film Festival – TIFF 2009 e il terzo premio a Bergamo Film Festival , 2009.

IL PADRE FANTASMA di Lucian Georgescu

Premio speciale al International Film Festival “ Shaken’s Stars”, selezionato alla quindicesima edizione del European Union Film Festival, al Raindance Film Festival e al Montreal Film Festival.

Il protagonista è Robert Traumn, interpretato da Marcel Iures,  professore statunitense, alla ricerca del padre, famoso romanziere, e dello zio, famigerato gangster di Chicago. Nella sua ricerca viene aiutato dalla bella bibliotecaria Tanya. Arriveranno così ad un anziano proiezionista, Sami, vecchio amico del padre di Robert, anch’egli nei guai.

RETUR di Emanuel Pârvu

Con un cast d’eccezione (Dorina Lazăr, Constantin Cojocaru, Andi Vasluianu), il film è ambientato nel Delta del Danubio, dove lagente vive ancora seguendo antiche tradizioni e credenze popolari. I membri di una famiglia decidono di ignorare la richiesta dei sacerdoti di non esumare i defunti, prendendo la decisione di seguire un antico rituale, quello di lavare le ossa dopo dieci anni dal funerale.

GOBBEL di Raluca David

Gobbel narra la storia di un anziano solo, partito dalla Romania all’età di 10 anni per vivere in Germania, che rientra in patria per morire nel suo villaggio natale. Qui inizia a organizzare nei minimi dettagli il suo funerale, aiutato dagli abitanti del villaggio. Nel frattempo, un giovane rimane vittima di un incidente e la sua famiglia chiede aiuto allo straniero, per poter utilizzare gli articoli già predisposti per il suo funerale. Il film ha ricevuto il premio per il miglior cortometraggio alla quindicesima edizione del Festival Internazionale del Documentario e del Cortometraggio di Ismailia, Egitto, il premio per il miglio cortometraggio al Comedy Cluj IFF e il premio per il miglior cortometraggio all’Open Society Shorts Competition.