Global Junior Challenge: Infomigranti tra i finalisti della categoria Integration for Migrant and Refugees

Global Junior Challenge 2017, Roma
Global Junior Challenge 2017, Roma

L’edizione 2017 del Global Junior Challenge, concorso internazionale che premia l’uso innovativo delle tecnologie del XXI secolo e l’inclusione sociale, organizzato ogni due anni dalla Fondazione Mondo Digitale, vedrà la premiazione del vincitore di ognuna delle sette categorie il 27 ottobre in Campidoglio,.

Tra i finalisti per la categoria di ICT Integration for Migrant and Refugees c’è LinkAid. Nato nel 2015 da un’idea di Saverio Ojetti e di alcuni amici che lavorano nell’ambito della cooperazione internazionale, è un progetto europeo che si propone di creare una piattaforma online per mappare iniziative con scopi umanitari di organizzazioni che hanno una sede legale in uno dei 28 paesi membri della UE.“Vogliamo mappare Onlus, Ong, Fondazioni” spiega Saverio “perché manca un servizio del genere che permetta di avvicinare, a progetti interessanti, i diversi utenti, siano essi volontari, giornalisti o chi vuole trovare partnership per progetti comuni. Allo stesso tempo diamo voce a piccole organizzazioni in contesti territoriali ristretti, che non hanno tanta visibilità nel web”.

Il database, che è ancora allo stato embrionale e sta aspettando finanziamenti per poter essere avviato, si propone di essere facilmente interrogabile, attraverso tre filtri e ha diverse finalità: dall’integrazione sociale, all’advocacy alla cooperazione internazionale, ai servizi medici, al sostegno alle comunità più deboli.“E’ un po’ ambizioso come progetto ma l’idea è quella di un’Europa che si muova nel sociale e che avvicini le persone che hanno bisogno di conoscere delle realtà che possono essere di sostegno cercando di essere capillari sul territorio”.

Marco Stefanelli è invece l’inventore del secondo progetto finalista, Echis-guide invisibili.Racconto sonoro e in movimento di due quartieri di Roma, il centro storico e l’Esquilino, fatto da giovani migranti tramite audioguide. “L’ascoltatore è accompagnato dalla voce dei migranti che raccontano storie con la loro visione di questi territori” racconta, Marco “creando collegamenti, similitudini e differenze con i paesi d’origine ma anche aneddoti sui luoghi che si attraversano nella passeggiata”.

L’idea di base è nata all’interno di Laboratorio 53 dove i migranti, grazie anche ai finanziamenti di Altamane Italia, hanno preso parte a quattro laboratori del progetto Rifugiart.Uno di questi è la radio. Da settembre 2016 si è però provato a creare non più un programma radiofonico ma territoriale. Fare radio fuori dalla radio”, spiega Marco.

Il progetto è durato nove mesi e ha portato alla realizzazione di diverse passeggiate con un duplice scopo: generare l’incontro, ma allo stesso tempo usare uno strumento antico in una chiave nuova.“Sovvertire l’idea del migrante come ospite, ma che diventa soggetto attivo, e sottolineare non solo come le persone straniere siano cittadini a pieno titolo della città in cui vivono ma anche di come la loro visione arricchisca la storia della città stessa. Inoltre un racconto senza immagini, nell’epoca in cui anche fb spinge a fare video è un invito alla relazione con le persone”.

Echis-Guide Invisibili

La professoressa Roberta Borgnino una delle ideatrici, insieme alla collega Perrone del progetto finalista Oltre il Ponte, è sul treno diretta a Roma per prendere parte alle giornate conclusive del Global Junior Challenge. Il progetto fa parte di un lavoro pluriennale che alcuni docenti dell’Istituto Ipsia Castigliano Asti hanno svolto sul tema dell’integrazione. L’istituto professionale di moda, meccanica ed elettrotecnica ha 30% di utenza straniera. “Etnie e religioni diverse convivono pacificamente ma nel 2014/2015, in seguito all’attentato al giornale Charlie Hebdo è nato, da parte di alcune studentesse marocchine, il bisogno di unirsi per esternare la loro paura, duplice: di essere guardate male dagli altri ma anche da una componente dell’islam che non gli appartiene”.Unendosi con il professor Maccario e la professoressa e giornalista Lajolo, il progetto si è allargato nel corso dell’anno, riflettendo su cosa si intenda per integrazione anche attraverso il ricorso al video, così è nata l’idea di Caffèlatte.Il nome sottolinea l’incontro tra due realtà diverse che si arricchiscono reciprocamente. Il progetto si è aperto al pubblico con un Caffellate day che ormai è diventato una ricorrenza e si festeggia il 15 dicembre.“Due anni fa con Caffèlatte abbiamo ricevuto la medaglia dal Presidente della Repubblica come miglior scuola per progetti di educazione alla vita” spiega la docente.

La secondo mossa è stata il progetto Costruire i ponti, lì dove altri vorrebbero distruggerli”. Incontri con esperti, realtà locali e profughi che ha portato ad una terza edizione, quella attuale, Oltre il ponte.“Cosa si fa ora che l’abbiamo attraversato questo ponte?” dice ridendo la docente “ora siamo dall’altra parte si deve lavorare sul costruire insieme. Non solo incontri a scuola, in un secondo momento abbiamo portato il frutto del nostro lavoro fuori, con un teatro-dibattito, in circoli e piazze. Il risultato è stato eccezionale, anche gli scettici si sono messi in discussione”.Per il prossimo anno c’è l’idea di un film “E’ proprio nella scuola che può avvenire un’autentica integrazione, unica arma contro la violenza”.

Ad essere coinvolti sono ancora i ragazzi di scuola secondaria nell’ultimo progetto finalista, Infomigranti Scuola, realizzato dalla redazione di Piuculture grazie ai finanziamenti dell’8xmille della Chiesa Valdese. Il laboratorio di giornalismo ha visto 20 ragazzi, di origine straniera e italiani, del Liceo Montessori di Roma, impegnati nel corso di un semestre, alla scoperta degli strumenti e delle tecniche necessarie al giornalismo sociale. Hanno scoperto come si fa un’intervista e cosa è la Seo ma soprattutto sono scesi in strada, a contatto con la gente, per raccontarne le storie dei migranti: perché la paura del diverso può essere vinta soltanto conoscendolo da vicino, ascoltandolo e facendo una buona informazione.

I ragazzi si sono cimentati in varie uscite che li hanno visti presenti con la rete G2 per lo Ius soli a piazza del Pantheon, ballare con i transitanti del Baobab Experience, visitare la Grande Moschea e il suo mercato multietnico, andare alla mostra di Civico zero e scoprire la realtà dei minori non accompagnati.Attraverso una sensibilizzazione sempre maggiore sul lessico e sulle realtà della migrazione nella capitale, i ragazzi si sono fatti coinvolgere in questa esperienza che ha portato oltre alla crescita personale e a una formazione specifica volta alla creazione di un blog scolastico dal titolo Extra-romani.

“Cambiare il mondo è un gioco da ragazzi…anzi un concorso” recita lo slogan del Global Junior Challenge e i progetti finalisti di quest’anno ne sono una prova.

Elena Fratini

(25 ottobre 2017)

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