Jalila Dobere, le seconde generazioni al MedFilm Festival 2017

MedFilm FestivalTorna puntuale l’appuntamento con il Medfilm Festival, giunto alla XXIII edizione, il primo evento in Italia dedicato alla promozione e diffusione del cinema mediterraneo. Saranno 98 i film in programma da 34 Paesi, due ospiti d’onore, l’Algeria e la Tunisia, e a fare da filo conduttore di questa edizione sarà “Il Mediterraneo nello sguardo delle Donne”. La rassegna cinematografica si svolgerà dal 10 al 18 novembre tra il Cinema Savoy e il MACRO, Museo di arte contemporanea, e si avvarrà, come ogni anno, della giuria Piuculture composta da quattro giurati provenienti da Iran, Marocco e Egitto uniti dalla passione per il cinema.Tra questi c’è Jalila Dobere, giovane proveniente dal Marocco, che ha soltanto 24 anni ma le idee molto chiare: dare il meglio di sé nella giuria del MedFilm Festival. “Poter partecipare come giurata lo trovo molto intrigante. Sono sempre ben disposta alla partecipazione ai festival e in questo caso si aggiunge l’onore di far parte della giuria e di poter esprimere un giudizio. Sarà sicuramente un’esperienza diversa da tutte quelle che ho provato finora”, spiega la giovane.Con mamma marocchina e papà ghanese, Jalila fa parte della generazione G2, i cosiddetti nuovi italiani. E’ arrivata in Italia quando aveva appena tre anni e ha svolto a Roma tutto il suo percorso scolastico, motivo per il quale non ricorda quasi nulla del suo paese di nascita.“Mi sento italiana perché ovviamente ho costruito la mia vita qui, sono cresciuta qui, la lingua che parlo è l’italiano e partecipo attivamente alla vita sociale,” spiega, “eppure non sono ancora cittadina, un po’ per motivi burocratici un po’ per motivi personali”. Una condizione che le ha precluso alcune opportunità, come alcuni tirocini e di fare domanda per lavori nel contesto europeo.Ma Jalila non si perde d’animo. Fin da piccola ha avuto le idee molto chiare e con la passione e la determinazione che la caratterizzano ha scelto il suo percorso accademico e professionale. “Ce la sto mettendo tutta per crearmi una carriera nelle organizzazioni internazionali, in particolare il mio obiettivo lavorativo è la FAO e il mio sogno nel cassetto sarebbe essere la prima donna a diventare segretario delle Nazioni Unite.”E anche se sa che i sacrifici fatti e da fare per la sua carriera internazionale sono ancora tantissimi, due anni fa si è laureata in scienze politiche e relazioni internazionali presso La Sapienza e attualmente sta scrivendo la sua tesi magistrale.

MedFilm festival Jalila danza
Jalila durante un’esibizione di danza, una delle sue passioni
Nel tempo, Jalila, ha accumulato esperienza: ha partecipato al laboratorio Infomigranti di Piuculture, scrive di relazioni internazionali e di geopolitica quando c’è l’occasione, è appassionata di canto, ama la danza, sport che ha praticato per una vita, e da poco ha iniziato a leggere anche molti romanzi rosa, “tanto che mi piacerebbe scrivere un libro,” confessa.Tra le passioni che la contraddistinguono, non manca il cinema, “ci vado almeno una volta a settimana, sono una patita dei film”, anche se, secondo Jalila, la situazione in Italia dovrebbe migliorare. “Purtroppo le grandi sale hanno ancora dei costi che per molti sono elevati. Bisognerebbe renderlo un po’ più accessibile.”Fare la giurata al Medfilm Festival è per Jalila una grande sfida ma anche un modo per approfondire le sue conoscenze del mondo del cinema, “mia sorella minore è quasi invidiosa, mentre in generale a casa appoggiano la mia partecipazione. Sanno che si tratterà di un’esperienza divertente ma anche seria. Io, invece, spero che i film che verranno presentati siano diversi da quelli che vengono proposti solitamente. Qualcosa di meno convenzionale.” Una nuova opportunità che incuriosisce e entusiasma Jalila che spera, non solo di conoscere gli altri giurati e i loro punti di vista, ma anche di ampliare il proprio sguardo sulla cinematografia e, di conseguenza, sul mondo.

Cristina Diaz7/11/2017

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