Boutros: “Il teatro e il giorno più bello della mia vita”

Boutros, egiziano copto, 25 anni, altezza notevole, magro, grandi occhiali che incorniciano occhi vivaci, una bicicletta sempre al fianco e il buonumore in tasca.Un breve periodo di permanenza in Francia, poi è arrivato a Roma. Dopo un anno di attesa ha ottenuto il permesso di soggiorno e da pochi mesi ha raggiunto uno dei suoi più importanti traguardi in Italia: il suo primo contratto di lavoro. Fa consegne a domicilio per un’azienda di ristorazione, un impiego flessibile che gli permette di stare sempre in sella alla sua adorata bicicletta con la quale si sposta giornalmente da Ponte di Nona, dove vive in un appartamento in affitto. Un lavoro che gli consente anche di proseguire i suoi studi: già laureato in economia all’università di Alessandria d’Egitto, ora sta consolidando la sua conoscenza in campo economico con una laurea triennale all’università La Sapienza.

Teatro e integrazione: la compagnia di Boutros
Una vita tranquilla ora, ma piena di stimoli, primo fra tutti la sua passione di sempre, quella per il teatro e la giocoleria.”Cos’è per me il teatro?! Le parole non mi aiutano… ma posso dire che è stato il primo amore… e mio padre, che fa il gommista ad al-Sadat, una piccola città vicino ad Alessandria, mi ha trasmesso questa passione. Recitare mi ha dato tanto: da quando sono salito sul palco per la prima volta, ho iniziato a essere più aperto con le persone. Il teatro ha cambiato il mio modo di vedere le cose, mi ha dato fiducia in me stesso e coraggio”.L’esperienza teatrale più importante per Boutros è stata quella fatta al laboratorio teatrale di FOCUS – Casa dei Diritti Sociali. “Appena arrivato in Italia passavo molto spesso nella zona della stazione Termini. Così ho trovato per caso una scuola di italiano gratuita a via Giolitti e ho iniziato a frequentare le lezioni. A quei tempi parlavo italiano davvero poco e comunicare con gli altri era così difficile… Quando ho scoperto che tra le attività della scuola c’era anche un laboratorio di teatro, non ci ho pensato due volte e  mi sono iscritto. Il primo giorno ho conosciuto i miei compagni e le maestre…delle persone speciali…e poi Magda, la regista, che è anche un’insegnante dell’associazione. Mi ricordo che Magda non voleva essere chiamata “maestra”, ma semplicemente col suo nome. Ha creduto nel mio sogno, ma mi diceva che il lavoro di attore è molto difficile. La cosa più importante è che ha costruito una famiglia e ci ha fatto un grande regalo: farci recitare al Teatro Belli. Quando alle prove generali ho visto un teatro vero, per la prima volta,  ho pensato: Questo è il giorno più bello della mia vita.”E così Boutros debutta con altri studenti stranieri di Casa dei Diritti Sociali nello spettacolo Una proposta di matrimonio di Anton Checov, rivisitato in chiave multiculturale. È Ivan, spasimante timido e impacciato di Natalia. Un ruolo comico impersonato con il talento di un professionista. Un grande successo non solo personale, ma anche di pubblico, con il tutto esaurito per ben tre serate. “La mia famiglia ha visto il video dello spettacolo, anche se era in italiano e nessuno lo capiva, a tutti è piaciuto moltissimo!”È timido Boutros, ma sul palco si trasforma e si cala perfettamente in ogni ruolo, anche se la sua specialità sono le parti comiche. Per lui la regista Magda Mercatali ha fatto un’eccezione: lo ha riconvocato per il laboratorio teatrale successivo che ha portato alla messa in scena de Gli dei dell’Olimpo, rappresentato al Teatro Belli lo scorso giugno. Questa volta Boutros ha interpretato un iperattivo Mercurio, che si diverte a seminare scompiglio tra gli uomini che vivono sulla terra.Mi piace regalare sorrisi. È questo che mi ha portato a intraprendere il corso di giocoleria con l’associazione Black Reality, dove ho imparato le tecniche di un mestiere difficile. Un giorno, avevo solo dieci euro in tasca e ho comprato tre palline. Ho deciso di iniziare a intrattenere le persone ferme ai semafori. All’inizio avevo il timore di disturbare, ma poi le vedevo sorridere dal vetro dell’auto. A volte le palline cadevano, io mi abbattevo e i guidatori mi davano coraggio, dài, che la prossima volta non cadono!” La vita da migrante ha regalato a Boutros momenti di gioia, ma non solo: “Parigi non era come Roma. Non ho vissuto una bella esperienza e non ho avuto amici. Ma ora sto bene in Italia e al momento voglio vivere qui, studiare, lavorare e dedicarmi sempre alla mia passione. L’Egitto? La situazione non è delle migliori, è un periodo difficile, ma mi manca e presto spero di tornare per riabbracciare la mia famiglia. Qui in Italia ogni tanto mi capita ancora di sentirmi straniero, ma quando entro nel vostro mondo, col teatro e la giocoleria, quando regalo un momento di gioia a qualcuno che mi guarda, mi sento nel posto giusto…come dire, mi sento integrato.” 

Elisabetta Rossi

(9 settembre 2017)