I nuovi italiani: casa, lavoro e cultura per l’integrazione

Migranti di seconda generazione(foto Dialoghi Mediterranei)
Di Nuovi italiani, casa, lavoro, cultura per l’integrazione si è parlato il 15 ottobre, al Centro Carlo Azeglio Ciampi a Roma, accanto agli studiosi, che hanno presentato le loro relazioni, nella seconda parte del convegno molti giovani, rappresentati delle seconde generazioni di immigrati che hanno raggiunto traguardi invidiabili, hanno raccontato la loro esperienza. Si è partiti dalle condizioni dei migranti, delle seconde generazioni, analizzando le esigenze, le difficoltà e le aspettative nel costruirsi un futuro in Italia.A fare un quadro basato sui dati è stato Mario Bragaglia, presidente del Sidief: “i nuovi italiani occupati sono cinque milioni, di questi il 19% abitano in case inadatte, nonostante ciò desiderano integrarsi e vedono il loro futuro nel nostro paese.”
Convegno: I nuovi italiani Casa, lavoro, cultura per l'integrazione
Convegno: I nuovi italiani Casa, lavoro, cultura per l’integrazione
A testimoniare gli ostacoli incontrati sono i migranti intervistati in un breve documentario realizzato a Roma e Bologna. C’è chi viene dalla Romania, dall’India, dalla Cina, tutti riportano la difficoltà a trovare un’abitazione ed un lavoro in quanto c’è troppa burocrazia e tanti casi di affitti e di lavoro non in regola. L’Italia è un paese ambito ma offre poche possibilità di lavoro e di integrazione.Dati sull’emergenza abitativa li fornisce Stefano Sampaolo, ricecatore Censis: “377 mila sono i migranti discriminati nel trovare una casa; spesso si accontentano di pochissimi metri quadri, sono disposti ad alloggiare in sistemazioni che gli italiani non accetterebbero, per questo va detto che non ci tolgono nulla. Per affrontare l’emergenza abitativa e tutelare i diritti è auspicabile più conoscenza tra abitanti della stessa comunità; così facendo si preverrebbero molte guerre tra poveri” è il commento di Livia Turco presidente della Fondazione Nilde Iotti. Nonostante queste difficoltà, “gli stranieri, come gli italiani, fondano il loro   progetto di vita sull’acquisto di una casa in Italia per avere un futuro stabile”.Per quanto concerne  il lavoro emerge che “Oggi i migranti sono più accettati ed integrati nei piccoli centri dove c’è maggiore richiesta di lavoro nel settore agricolo o nella manodopera”.Molti i testimonial dei successi ottenuti dalle seconde generaioni nei settori più diversi  a partire da Lifang Dong, avvocato di origine cinese, che spiega il senso di comunità che contraddistingue il suo popolo e racconta la sua storia: “Ho scelto di studiare legge per aiutare i cinesi e collaborare con le tante associazioni dedite ad aiutare i connazionali che vivono lontano da casa. Così facendo mi sento un ponte per facilitare il dialogo tra italiani e cinesi. Non mancano anche delle criticità – aggiunge – la Cina vuole investire sull’imprenditoria in l’Italia ma gli ostacoli da parte delle istituzioni e della burocrazia sono ancora molte”.Fyona May atleta ricorda l’importanza dello sport per favorire l’integrazione e combattere il razzismo: “lo sport, insegna il rispetto delle regole, aiuta i ragazzi a crescere insieme e trasmette valori. Un discorso a parte va fatto per il calcio dove girano troppi interessi economici e ormai veicola l’aggressività di diverse popolazioni”.

Marzia Castiglione Humani

(18 ottobre 2017)

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