La camminata ponte di dialogo tra culture e religioni

Esterno della moschea di Roma
La grande moschea di Villa Ada è stata sede del ritrovo mattutino e punto di partenza della manifestazione, da lì proseguita in direzione San Pietro

Dalla grande moschea fino al cimitero acattolico della piramide Cestia, passando per castel sant’Angelo e piazza san Pietro, palazzo Giustiniani, e la sinagoga: un percorso a tappe per respirare l’aria di luoghi religiosi differenti e scoprirne aspetti e valori peculiari, nel segno dell’accoglienza e della condivisione. Così si è svolta domenica 29 marzo l’iniziativa Camminare insieme per credere, nell’ambito del progetto Pontieri del dialogo, organizzato dalla federazione di trekking FederTrek.

Oltre un centinaio i cittadini presenti, italiani e stranieri, laici e credenti, secondo una varietà di religioni e di nazionalità a rappresentanza che ha dato prova della ricchezza multiculturale di Roma.“Insieme nella diversità”, il motto proclamato a gran voce dai promotori della manifestazione. A suggellarla, il clima decisamente primaverile, che ha regalato sole e cielo terso per tutta la durata del tour di undici chilometri.

Interno della grande moschea di Roma
Per i partecipanti all’iniziativa c’è stata l’occasione di visitare la grande moschea prima dell’inizio della lunga camminata

Punto di partenza è stata la grande moschea di Villa Ada, dove l’imam e vice presidente della comunità religiosa islamica italiana Yahyia Sergio Pallavicini, ha aperto le porte della sala di preghiera ai visitatori. Per molti di loro si è trattato della prima volta per ammirarne le bellezze artistiche, “in gran parte frutto dell’arte marocchina” ha spiegato l’imam, “e le scritte calligrafiche sui muri con le parole del Corano dimostrano la massima raffinatezza che la contraddistingue”. La sacralità del luogo si lega alla sua accezione di culla del pluralismo islamico: “durante la preghiera del venerdì, dal pulpito l’imam tiene il sermone settimanale – la khutba – in decine di lingue, per far sì che tutte le comunità islamiche presenti possano comprendere il messaggio di Allah”. Il suo valore, tuttavia, si estende al di là della sfera religiosa: “Questa moschea è simbolo di socialità e di apertura. I più bisognosi possono contare sull’assistenza garantita loro da quanti la frequentano abitualmente. Qui, inoltre, si tengono corsi in lingua araba per promuovere l’integrazione tra culture”.

L'ultima tappa dell'itinerario è stata il cimitero acattolico della piramide Cestia, simbolo dell'unione di culture e religioni diverse
L’ultima tappa dell’itinerario è stata il cimitero acattolico della piramide Cestia, simbolo dell’unione di culture e religioni diverse

Al termine dell’itinerario, dopo le soste a San Pietro e a Palazzo Giustiniani, dove fu firmata la Costituzione della nostra democrazia, e alla sinagoga ebraica, tra una comprensibile stanchezza per la lunga camminata, ma con l’entusiasmo ancora vivo, si è tenuto l’ultimo momento di raccoglimento davanti al cimitero acattolico per stranieri. Emblema di sintesi di religioni e di culture, vi trovano sepoltura persone di ogni razza, paese, lingua e ideologia. Tra le figure più illustri, anche il filosofo politico italiano Gramsci e i poeti inglesi Shelley e Keats.“Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l’uguale di nessuno e l’unità consisterà nel due. Quando saremo due, cambierà nome pure l’universo, diventerà diverso”: recitano così alcuni frammenti poetici di Erri de Luca, riproposti per l’occasione dai responsabili di FederTrek. “Restituire la dignità alla persona, con un atteggiamento di apertura ai molteplici orizzonti ideologici e culturali. Oggi ci siamo riusciti”.

Clara Agostini(31 marzo 2015)

LEGGI ANCHE:- L’altra faccia dell’islam: la grande moschea contro il pregiudizio;- Un venerdì alla grande moschea: profumi e colori arabi.