Mediazione spontanea a piazza Mancini

Francesca e Ashley
Francesca e sua figlia Ashley

Francesca Raimondi, quarantacinquenne romana dall’abbigliamento sportivo e i modi di fare risoluti, è stata mia interprete con alcuni commercianti stranieri del piccolo melting pot di piazza Mancini. Sono tornata a trovarla di mattina, la sua bimba è alla materna e mi guida per il quartiere. Scelgo un bar a caso per chiacchierare e sanno già che prenderà un caffè corretto. Non c’è dubbio, qui lei è di casa. Con alcuni stranieri ha creato grande familiarità, la comunità filippina l’ha praticamente adottata.

Oggi, Francesca è una risorsa. “Amo stare tra la gente e credo di avere talento per il commercio. Vivere il quartiere è un modo per staccare la spina e divertirmi. Molti negozianti, anche quelli che fanno bene il loro lavoro, gradiscono una mano. Gratis”. Due anni fa aiutava un commerciante filippino, prendeva duecento euro al mese e si pagava la retta del nido. “ora lo faccio per piacere. Il pomeriggio lavoro come baby sitter, la mattina passo il tempo a dare consigli”.

Non solo commercianti stranieri “Ho aiutato anche negozi gestiti da italiani quando magari si trovavano con troppo lavoro nella sistemazione del magazzino e allestimento della vetrina. Gli stranieri mi chiedono soprattutto aiuto per la lingua con clienti e fornitori. Se noto qualcosa da migliorare, mi spingo oltre. Ad esempio Kurshed Md Alam, dell’Alimentari Orientali, gestisce bene la frutta e verdura, ma ci ho messo un bel po’ a fargli capire che, se a cinquanta metri c’è un negozio per animali, non ha senso che venda scatolette di cibo per cani. E non sai quanta fatica per spiegargli che la merce non va cambiata continuamente di posto; deve organizzarla per settori: pasta, detersivi… I suoi clienti sono anziani, abitudinari, se li disorienta escono subito, senza comprare nulla.”

Filippini e sudamericani Quando parla delle sorelle filippine Dela Luna si percepisce un legame speciale. “Sai che c’è? Sono orientali, questo mi affascina. Gentili e generosi. I bengalesi invece li sento più duri. Fanno fatica a entrare nella mentalità italiana, rimangono sulla difensiva e questo non giova al commercio. Probabilmente c’entra anche la religione”. Dice che nel quartiere la gente si sta stancando degli stranieri. Non tutti sanno distinguere tra filippini e sudamericani. “Fanno di tutta l’erba un fascio. La domenica i sudamericani, soprattutto peruviani, portano da mangiare. Vendono a cinque euro la Comida: coscia di pollo con riso. Se vendessi io, italiana, mi arriverebbe una multa di 5.600 come ambulante non autorizzato. Ma loro non hanno da perdere nulla… al più rischiano la confisca della merce. Come è successo l’altra domenica. Sono arrivati, hanno sequestrato tutto, si sono portati via birre, coca cola e roba da mangiare. Un mio amico peruviano che assisteva alla scena ha detto al poliziotto “ah, bravo, ti sei fatto la spesa!” … l’hanno denunciato.

Riqualificazione del quartiere. “Anch’io sono infastidita dagli ubriachi che stazionano nel parco, orinano senza pudore e riempiono di cocci di vetro il prato. Il bar che c’è lì è disperato. Prima i filippini sotto il ponte avevano un biliardo, tagliavano i capelli, cucinavano… poi li hanno mandati via. Adesso si ritrovano a piazza Manila, lasciano tutto in ordine, fanno pipì nel secchio. Un punjabi li aiuta nelle pulizie”.

Aprono più negozi stranieri che italiani “I negozi italiani hanno uno o due soci, quelli stranieri anche otto, dieci. Un amico filippino mi aveva proposto di aprire un’attività insieme. Lui avrebbe messo il capitale, io lo avrei gestito. Non me la sento”.

Francesca ha una bambina nata da una relazione con un capoverdiano. “L’ho conosciuto quando aveva diciotto anni, io ne avevo dieci di più, era bellissimo e me ne sono subito innamorata. E’ iniziata una storia fatta di alti e bassi, lui tendeva a scappare. Quando mi ha detto che volevo una famiglia sono stata felice. Abbiamo deciso di avere un figlio ed è arrivata Ashley.

Vivevamo a casa con i miei. Mi occupavo della casa, dei miei genitori e della bambina. Lui ha iniziato a star via tutta la notte. Andava e tornava. Litigavamo. Era come se avessi due figli. E un giorno non è tornato più. La cosa che mi dispiace è che trascura la bambina e che non mi aiuta economicamente”.

E i tuoi genitori? “I miei genitori hanno fatto fatica ad accettarlo. L’arrivo della bambina mi ha procurato il loro sostegno, ma mio padre si preoccupa perché è meticcia. Mi piacerebbe andare nelle Filippine con Ashley. Mi hanno detto che c’è un bel mare. Hai visto come sono pieni di merce i loro alimentari? Per loro, invece, sono praticamente vuoti. Giù al Paese i negozi sono stracolmi, appendono addirittura al soffitto buste e reti che hanno un buco da cui la gente prende banane o pacchetti di cibo. Sarebbe divertente vedere di persona il loro modo di commerciale.

M. Daniela Basile
(09 marzo 2011)