Preghiere e canti: così la comunità filippina cementa il sentimento comunitario

Annie Gregorio, coordinatrice
Nei pressi di Piazza Vescovio, accanto alla parrocchia dei S.S. Cuori di Gesù e Maria, si trova la piccola cripta della comunità filippina Alleanza dei due Cuori. Ogni domenica, alle 11.30 puntualissime, un gruppo di trentacinque persone si riunisce per ascoltare la parola di Dio, celebrata in lingua da padre Clifford Byra. La comunità nasce il 2 novembre 1997 dall’iniziativa del padre spirituale Bing Arelano, racconta la coordinatrice Annie Gregorio; accoglie filippini provenienti da varie zone, chi da Grotta Rossa, chi dal Trionfale. Li unisce un sentimento di fratellanza e di fede profonda. Con il suo timido italiano Annie parla della comunità proprio come fosse una famiglia orante. “Noi ogni domenica siamo qua. È obbligatorio sentire la messa perché in quanto cristiani cattolici dobbiamo pregare ed ascoltare la parola di Dio. Noi siamo la comunità madre, la più grande, e poi ne sono nate altre, una nella Parrocchia dei S.S. Protomartiri, nei pressi di Via Gregorio VII, un’altra  a Fidene. Sono sorte per dare la possibilità a tutti di pregare”.  La preghiera partecipata è il vicolo comunitario. “Ogni primo venerdì del mese – aggiunge serafica –  facciamo una veglia per i Sacri Cuori di Gesù e Maria, comincia alle nove e mezza di sera con il santo rosario e la santa messa e si conclude alle sei della mattina seguente”. Nuova famiglia. Ci raggiunge Oscar in Italia da venti anni, venuto da Fidene per accompagnare con la chitarra il coro. Mentre accorda lo strumento, interviene nel dialogo e racconta la storia triste della perdita della sua figlioletta, qualche anno fa: “Quella famiglia si è spezzata, non c’è più, ma qui  ne abbiamo trovata  una più grande”. Si percepisce quanto la preghiera per i fedeli di questa piccola comunità non sia soltanto un immergersi nell’adorazione profonda di Dio, ma è il fondamento della vita. La devozione di Oscar traspare negli occhi sorridenti e nelle parole d’amore per il prossimo,  è a suo agio nel parlarmi della fede: “Il mondo ha bisogno di preghiera. Le vittime del disastro in Giappone non pregano e sono anime che hanno bisogno di preghiera. Noi siamo famiglia e dobbiamo pregare per chi non lo fa”. Vedo una piccola lavagna luminosa accostata all’altare; Annie ed Oscar mi spiegano che trascrive le parole dei canti così tutti possono partecipare. Tutti devono cantare, sottolineano, per cementare il sentimento comunitario.Fede quotidiana. Non tutti i cattolici – mi fanno capire – vivono la fede nello stesso modo. Per loro, credere non vuol dire dedicare alla preghiera solo un’ora, la domenica. Bisogna cercare Dio in ogni momento, nelle piccole cose, regalare un sorriso, aiutare il  prossimo: è questa la prova del vero cristiano, è la serenità di un uomo che continua a pregare, senza arrendersi mai, neppure di fronte alle prove dure che la vita gli ha fatto affrontare.

Maria Galluzzo(6 aprile 2011)