Venerdì 21 ottobre alle ore 20.30 presso l’Auditorium del Goethe-Institut, sarà proiettato in anteprima il film Faust del regista russo Aleksander Sokurov, vincitore, lo scorso 10 settembre, del Leone d’Oro alla 68esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Il film ha un cast interamente tedesco e sarà proiettato proprio in versione originale tedesca sottotitolata in italiano. Nelle sale italiane uscirà il 26 ottobre in versione doppiata.
Il Faust di Sokurov è l’ultima parte della tetralogia sulla natura del potere. I personaggi centrali dei tre film precedenti erano persone realmente esistite: Adolf Hitler (Moloch, 1999), Vladimir Lenin (Taurus, 2000) e l’imperatore del Giappone Hihohito (Il sole, 2005). L’immagine simbolica di Faust conclude la galleria dei ritratti dei grandi “giocatori” che hanno perso le più importanti “partite” della loro vita. Che cosa ha Faust in comune con le figure degli altri personaggi storici, portati ai vertici del potere? L’amore per le parole a cui si crede con tanta facilità e una patologica infelicità nell’esistenza quotidiana. Il male è riproducibile e ha una sua formula letteraria, proposta da Goethe: “Le persone infelici sono pericolose”.
Una piccola recensione. Personalmente il Faust di Sokurov mi ha disturbato. Fisicamente e mentalmente. Mi ha dato fastidio tanto che non riuscivo a seguirlo. Mentre sono almeno due anni che non capisco la Mostra cosa stia premiando. Non ho trovato nulla dentro il film che mi portasse a riflettere sulla condizione umana. Ho visto solo un uomo pieno di cultura diventare uno stupido, l’ho visto cedere alle tentazioni più idiote. Questo film mi ha fatto arrabbiare: chi ha una base culturale non può cedere alle parole in quel modo così acritico. La regia quasi ectoplasmica, da sogno disturbante e distorto, faceva da contorno a questo fastidio. Volevo uscirne il prima possibile. Ho anche pensato che fosse questo l’obiettivo di un film che parla della tristezza di un uomo che si vende per diventare potente (e dov’è la potenza nel vendersi?). Da questo punto di vista indubbiamente riuscito. Ma forse si dovrebbe semplicemente smettere di tormentare la gente con questa visione di una patologica infelicità nell’esistenza umana. Non c’è niente di patologico e non c’è niente di vero. Se non per chi ama sottomettersi a uno stato di cose. E un Sokurov che ha girato questo film pensando a un Putin.
A.R. (20 ottobre 2011)
Info. Proiezione in anteprima e in versione originale del Faust di Aleksander Sokurov. Auditorium del Goethe-Institut, via Savoia 15. Ingresso libero. W www.goethe.de/roma @ cineteca@rom.goethe.org