Villa Glori: una famiglia per le persone in Aids

Casa famiglia "Villa Glori"
Le case famiglia di di Villa Glori

Nel verde di Villa Glori ci sono 3 case colorate e accoglienti. In un tranquillo pomeriggio invernale, mentre fuori i visitatori del parco sono a passeggio con cani e carrozzine, all’interno degli edifici si prende il thè, si scambiano chiacchiere e poesie, si sceglie insieme il film da vedere. Si respira il coraggio di persone che lottano per una vita normale.

L’accoglienza alle persone in Aids. Il Centro Caritas di Villa Glori muove i primi passi alla fine degli anni ‘80, grazie all’impegno di Don Luigi Di Liegro, direttore della Caritas di Roma: “Inizialmente fu aspramente contestato dagli abitanti del quartiere. Temevano che i tossicodipendenti si insediassero all’interno del parco” spiega Lucia Montebello, coordinatrice della casa famiglia “Villa Glori”. “Ma Don Luigi Di Liegro con la sua tenacia riuscì ad aprire la casa famiglia che prese il nome della villa”. Nello stesso periodo vedono la luce anche le strutture “Casa Luciana”, oggi “Il Varco”, a Prima Porta e “Don Orione” a Campo dei Fiori che saranno poi trasferite a Villa Glori dando vita all’attuale complesso.“Sono tutte case famiglia dedicate ai malati di Aids, attualmente ognuna accoglie 9 persone. I nostri residenti sono sia italiani sia stranieri ed arrivano da noi tramite il CCTAD – Centro di Coordinamento per i Trattamenti a Domicilio n.d.r. – dell’Ospedale Spallanzani”. Il Centro offre innanzi tutto assistenza sanitaria: “Noi operatori abbiamo fatto un corso da assistenti domiciliari e quasi tutti abbiamo una specializzazione da operatori socio-assistenziali. Poi ci sono gli infermieri, un medico, un’assistente sociale e una psicologa. I nostri pazienti hanno una carica virale alta, molti arrivano in fin di vita e poi con la terapia, la cura della persona e l’alimentazione riescono a riprendersi. Alcuni sono qui da 13 anni”. L’età media è tra i 40 e i 60 anni: “Però ora stiamo assistendo all’arrivo dei ragazzi che hanno contratto il virus dai genitori. Pochi giorni fa è entrato un paziente di 24 anni figlio di sieropositivi”. Grazie ai progressi della medicina oggi in Italia si riesce a scongiurare il rischio della trasmissione di HIV da madre a figlio: “Ma in altri paesi non è così, quindi iniziano ad arrivare donne che hanno questi problemi. Nel Lazio siamo l’unica struttura che può accogliere anche mamme e bambini. L’ultima bimba, Andrea, è nata sana da una donna rumena. Tra poco compirà 2 anni. Ora abbiamo una residente che partorirà tra pochi mesi”.

Ritrovare una famiglia. “Lavoriamo qui come se fosse la nostra famiglia. Quello che dico a mia figlia o mio marito lo dico ai ragazzi della casa”. Le regole sono le stesse: “Quando esci devo sapere dove vai e con chi sei, la mattina ti rifai il letto… Noi responsabili trascorriamo le feste insieme ai residenti. A loro tutto questo fa molto piacere perché non hanno mai avuto il calore di una casa”. C’è anche chi riesce a lasciare Villa Glori per tornare nella famiglia di origine o crearne una nuova: “Il nostro obiettivo è anche quello di aiutare le persone a riprendersi la propria vita. Molti hanno trovato un lavoro esterno e sono andati ad abitare per conto proprio. Una signora si è trasferita dalla figlia. Qualcuno ha ritrovato l’amore e ora vive con la propria compagna o compagno”.

Spiritualità, impegno, creatività. Tante le attività promosse dal Centro. I momenti spirituali accompagnano i ragazzi durante tutto l’anno: “Abbiamo un prete che viene 3 volte a settimana, tutti i sabati si celebra la messa, siamo stati in pellegrinaggio ad Assisi, Loreto, Lourdes. La nostra è una casa cristiana, però ci sono anche persone di fede islamica e in genere partecipano ai festeggiamenti del Natale e della Pasqua. A Lourdes è venuto anche un residente musulmano perché, ha detto, ‘Anche se crediamo in cose diverse il mio Dio è il vostro Dio’”.Fondamentale è l’opera di sensibilizzazione rivolta alle scuole attraverso l’azione informativa realizzata dagli operatori negli istituti ed un incontro annuale, organizzato a Villa Glori in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, durante il quale i ragazzi raccontano le proprie storie agli studenti. “Il messaggio che cercano di trasmettere è: ‘state attenti perché potreste imbattervi in queste cose. Lo spinello vi sembra niente, io ho iniziato così e sono arrivato all’eroina’. Questo messaggio dato da loro ha presa sui giovani, che stanno due ore ad ascoltare in perfetto silenzio”. Ancora oggi manca un’opera reale di informazione: “Molti studenti ci fanno domande del tipo ‘mi posso contagiare con un bacio?’. Di questa malattia non si parla abbastanza, eppure in Italia si infetta una persona ogni 3 minuti”.PuliAMO Villa Glori è un altro servizio che i residenti offrono al territorio: “Tutte le mattine c’è una squadra dei nostri ragazzi che spazza, raccoglie le carte, svuota i cestini. Il risultato si vede perché il parco era un po’ abbandonato, ora invece è pulito, curato”.E ancora laboratori di ceramiche, gioielli, falegnameria, teatro. Quest’ultimo, organizzato insieme ai ragazzi delle parrocchie di San Cleto e San Roberto Bellarmino, vede in questo periodo la messa in scena dello spettacolo “Figli di un Padre misericordioso”, adattamento moderno della parabola del figliol prodigo: “I residenti raccontano le loro storie di figli che vogliono andare via di casa e incontrano la droga, le prostitute, la vita violenta. Poi però capiscono i propri errori e il Padre misericordioso, la casa famiglia, è pronta ad accoglierli”.

Dalla solidarietà alla solidarietà. Tutte le attività realizzate dai residenti di Villa Glori hanno l’obiettivo di aiutare i meno fortunati. Da 4 anni il Centro organizza il pranzo di Capodanno per i senza fissa dimora: “Quest’anno abbiamo avuto 140 persone ed è andato benissimo. I nostri ragazzi come sempre hanno servito ai tavoli vestiti di tutto punto perché quando ospitano gli altri ci tengono a fare bella figura”.Un progetto ambizioso è quello dell’apertura di una “Villa Glori” africana, una casa famiglia in Mozambico che possa accogliere mamme sieropositive con i loro bambini: “L’idea è venuta ai nostri residenti quando è nata Andrea. Hanno pensato ai tanti bambini che si ammalano in Africa perché non ci sono cure adeguate e hanno deciso di fare qualcosa per loro”. Oggi la casa famiglia si appresta a diventare una realtà: “Con l’ultimo spettacolo, andato in scena il 3, 4 e 5 dicembre, abbiamo raggiunto la cifra necessaria, per cui a breve partirà la costruzione della casa. Ma i nostri ragazzi non si fermeranno. Ora l’obiettivo è mantenere questa nuova ‘Villa Glori’”.

Scarica il programma di attività delle case famiglia di Villa Glori.

Sandra Fratticci(12 gennaio 2012)