La festa svedese di Santa Lucia si è svolta per il terzo anno consecutivo nella serata del 12 dicembre, davanti alle colonne illuminate del Tempio d’Adriano in Piazza di Pietra a Roma. Il coro Nordiska Musikgymnasiet di Stoccolma, composto di nove giovani, si è esibito davanti a circa 600 persone presenti in piazza. Con un discorso breve e significativo, l’ambasciatore di Svezia Ruth Jacoby ha presentato l’evento e ha dato il benvenuto a tutti con un augurio di Natale. “Vogliamo condividere con voi le nostre feste, la nostra tradizione. C’è un legame particolare tra l’Italia e la Svezia: la canzone Sankta Lucia viene dal canto napoletano Sul mare luccica ed è stata tradotta in svedese nel 1919. Le origini della celebrazione di Santa Lucia in Svezia risalgono al tardo Medioevo. Ovunque, nel nostro paese, c’è una Santa Lucia che va nelle famiglie, nelle scuole, asili, negozi e porta la luce. Si festeggia con i biscotti allo zenzero e il vino caldo, con la luce e le canzoni natalizie”. Alla fine dell’evento sono stati distribuiti dei materiali informativi sulle tradizioni svedesi, tra cui un piccolo ricettario speciale stampato dall’ambasciata contenente ricette tipiche tradotte in italiano. In collaborazione con Ikea e VisitSweden è stata creata un’atmosfera natalizia: gli ospiti sono stati invitati alla degustazione del “glögg”, la famosa bibita calda speziata, i gustosi biscotti “pepparkakor” e le brioche allo zafferano “lussekatter”.
La tradizione svedese. “Nelle tradizioni pagane, le persone avevano paura della notte, si riunivano e vegliavano contro il buio con le candele, avevano il fuoco per cacciare gli spiriti maligni”, continua l’ambasciatore Jacoby. “Le ragazze vestite di bianco o un altro colore chiaro, simboli dell’innocenza, dovevano conquistare gli spiriti maligni. Con l’arrivo della cristianità, quando si scoprì di una Santa della luce, le feste pagane furono vietate. Le tradizioni si sono quindi mescolate, sono diventate un rito cristiano basato sulle antiche radici”. Oltre ad allontanare i spiriti maligni, Santa Lucia ha avvicinato nel cuore della capitale persone di diverse nazionalità, residenti e turisti, ospiti speciali oppure gente capitata per caso. “Questo ci piace, la vicinanza di tante culture, la gioia di stare insieme, portiamo con piacere il calore verso il prossimo appuntamento a Roma”. La comunità più vasta di svedesi si trova a Milano, ma c’erano tantissimi connazionali in mezzo alla folla: dagli studenti alle persone stabilite in Italia per motivi familiari. “Siamo contenti che gli italiani s’interessino della Svezia. Il bello è lo scambio culturale dei paesi”. La gente presente considera l’iniziativa un incoraggiamento per conoscere altre nazioni, specialmente quelle del nord che sono più chiuse e delle quali si conosce poco. “Conosco la tradizione perché mia zia è svedese e mi regalava tanti biscotti allo zenzero”. Santa Lucia a Roma si festeggia più o meno come in Svezia: “Uscire dal buio è una speranza, che significa anche uscire dalla crisi”, dice una signora. “Mi ricordo che anni fa, a Milano, mio padre non festeggiava il Natale, ai bambini si portavano i dolci di Santa Lucia”.
Il poeta Antonio Bruni, ospite fedele della festa S. Lucia, viene tutti gli anni in piazza. Da studente andava spesso in Svezia e la conosce molto bene. “Sono cresciuto con i film di Ingmar Bergman, sono affascinato della cultura svedese, dai loro grandi silenzi. Il loro mondo è diverso dal nostro: le persone lì non sono come noi, non fanno chiasso. Hanno un’altra spiritualità, sono più profondi e più legati ai silenzi degli inverni freddi. Avere la speranza della luce significa avere la speranza del ritorno della vita all’aria aperta, alla gioia dell’estate”. Bruni ha letto per i presenti la poesia “Il diluvio” dedicata al Natale e ha regalato altre opere ai suoi fans e all’addetto culturale dell’ambasciata, Ann-Louice Dahlgren. Poi ha sottolineato la bravura dei ragazzi del coro, specialmente perché hanno resistito alla trasformazione dei canti natalizi in musica pop. Apprezza l’iniziativa e propone: “Sarebbe bello portare in piazza altre culture. Se ogni nazione, invece di fare soltanto diplomazia, una per volta ci portasse in città uno spicchietto della loro cultura, Roma avrebbe una grande festa per tutto l’anno”.
“Regalare ai cittadini di Roma la cartolina tipica svedese”, dice Ann-Louice Dahlgren, “questo è lo scopo dell’evento molto apprezzato a Roma. A novembre-dicembre da noi, al nord, non c’è tanta luce. Festeggiamo S. Lucia per illuminare il mese più buio dell’anno. La tradizione unisce grandi e piccoli, non a caso per il terzo anno è arrivato il coro da Stoccolma. Il messaggio delle canzoni varia da quello dove si parla di S. Lucia a tutte le altre canzoni natalizie”. La cultura svedese è conosciuta nella penisola tramite la moda, design, l’arte, musica e cinema. Infatti, la Svezia collabora con l’Italia, organizzando diversi eventi in comune. “Le quattro ambasciate dei paesi nordici: Svezia, Finlandia, Danimarca e Norvegia si sono riunite per organizzare ad aprile alla Casa del Cinema il Nordik Film Festival. In questa occasione è stata firmata una lettera d’intesa con il Comune di Roma dove ci proponiamo di promuovere i film nordici in Italia e viceversa. Facciamo il concerto ogni anno anche a San Pietro e speriamo che la festa di Santa Lucia, organizzata con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale, diventi una tradizione nelle piazze di Roma”.
Raisa Ambros(20 dicembre 2012)