“Penso che questa situazione politica inedita debba rappresentare un laboratorio perché si costruisca una politica sull’immigrazione che lasci da parte le contrapposizioni ideologiche e metta al centro la valutazione della efficacia della politica, del principio di realtà, di quel che davvero serve per il bene del paese”. In apertura della riunione del Forum Immigrazione del Partito Democratico che si è tenuta sabato 6 luglio Livia Turco afferma l’esigenza di ribadire la centralità del tema dell’immigrazione. Una consapevolezza che la presidente del Forum non vede affermata né nell’azione di governo, né in quella del PD: “Sono curiosa di vedere in quanti dei documenti che saranno presentati al Congresso si parlerà di immigrazione”. “È necessario far sì che nei dibattiti del congresso il tema sia presente fin dall’inizio” concorda Guglielmo Epifani che ritiene che per ricostruire “Un minimo di identità culturale condivisa” sia fondamentale ripartire dall’attenzione alle questioni che interessano il paese: “Prima di dividerci su chi sarà il segretario dobbiamo discutere dei problemi concreti delle persone in carne e ossa”.
Al centro del dibattito il documento programmatico del Forum per una nuova legge quadro sull’immigrazione e sul diritto d’asilo che sostituisca la legge Bossi-Fini e Berlusconi-Maroni. Promozione della mobilità dei lavoratori stranieri all’interno dell’Unione Europea, abrogazione del reato di immigrazione clandestina, chiusura dei CIE, allargamento del servizio civile ai giovani migranti sono alcuni dei temi affrontati negli interventi dei numerosi rappresentanti di associazioni ed esponenti delle comunità straniere presenti in Italia che hanno partecipato all’incontro.Nel corso della riunione sono state inoltre presentate dieci proposte a costo zero da sottoporre al governo Letta per promuovere una maggiore integrazione dei cittadini migranti e garantire il riconoscimento di alcuni diritti negati:
- cancellazione della tassa sul permesso di soggiorno
- riduzione dei tempi di permanenza nei Cie
- allungamento della durata dei permessi di soggiorno per chi perde il lavoro
- gestione delle pratiche di rinnovo del permesso di soggiorno da parte dei Comuni
- riconoscimento dei titoli di studio conseguiti nei paesi extra UE
- semplificazione del diritto di voto amministrativo per i comunitari
- istituzione dell’albo dei mediatori culturali
- tempi certi per le domande di naturalizzazione
- norme che garantiscano l’accesso allo sport per i bimbi
- equiparazione dei costi delle assicurazioni
Sulla riforma della cittadinanza diverse le posizioni emerse. Secondo Epifani la cittadinanza va riconosciuta ai bambini nati in Italia, ma va resa effettiva all’atto dell’iscrizione alla prima elementare. Per Pietro Soldini, di CGIL Immigrazione, limitare tale diritto ai soli bambini nati in Italia rischia di trasformarsi in una feroce discriminazione: “L’unico parametro credibile è la distinzione tra chi arriva con un permesso temporaneo e chi ha un titolo della durata di un anno rinnovabile, che offre garanzia di maggiore stabilità”. Proposta che lascia perplesso Ennio Codini dell’ISMU, per il quale lo status di cittadino andrebbe ancorato esclusivamente alla frequentazione scolastica: “I ragazzi che vanno a scuola ottengono la cittadinanza”.
Per il ministro dell’integrazione Cécile Kyenge l’incontro ha rappresentato un’ulteriore occasione per raccogliere istanze e spunti dal territorio e presentare ambiti di azione e linee di intervento del suo ministero. Competenze che spaziano dalle adozioni internazionali: “L’Italia è il 2° paese in quanto a numero di bambini adottati dopo gli USA” all’integrazione di rom, sinti e camminanti: “Che richiede un accompagnamento al di fuori di spazi che rischiano di diventare ghetti”. Dalla lotta alle discriminazioni: “Nella seconda metà di questo mese elaboreremo il piano triennale contro il razzismo” al dialogo interreligioso: “fondamentale per l’integrazione di molte comunità in Italia”. Altra questione è la protezione dei minori non accompagnati: “Insieme al ministero del lavoro cercheremo di portare avanti delle politiche che condivideremo con gli enti locali”. Sul fronte delle politiche giovanili tra i punti in discussione c’è l’apertura del servizio civile ai nuovi italiani e la possibilità per le giovani coppie di poter usufruire di un prestito per la prima casa.
Sandra Fratticci (11 luglio 2013)
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