“L’innamoramento tra culture è ciò che rende possibile l’accesso a diverse versioni della stessa realtà che ci circonda ed è questo lo spirito di Asiatica” dice il direttore artistico, da sempre, Italo Spinelli.
Torna Asiatica Film Mediale, dal 12 al 20 ottobre 2013, incontri con il cinema asiatico anche quest’anno nella suggestiva cornice del Museo Macro, La Pelanda di Testaccio. “Un cinema che resta sempre documentario, anche dietro le storie, per questo sono particolarmente felice di farne parte”, dice uno dei giurati, Luciano Tovoli, direttore della fotografia.
Una XIV edizione che viene descritta come “un miracolo”, parole che aprono ormai le conferenze stampa di quasi ogni evento culturale, come a ricordare che la crisi economica c’è da alcuni anni, ma la crisi, non solo economica, della cultura c’è da molti di più, e spesso ad affrontarla sono le singole realtà.
Ma forse un piccolo miracolo è stato fatto anche in Regione Lazio. L’Assessore alla Cultura e allo Sport, Lidia Ravera: “ho sempre seguito questo festival come spettatrice, poi come giornalista e giurata, mi sono battuta come una leonessa per averlo anche quest’anno, perché credo sia un festival necessario, al di là del valore artistico: in molti paesi c’è ancora l’urgenza della comunicazione e noi siamo un Paese sulle cui coste la gente va a morire. Per capire che chi viene qui non è un numero, serve l’empatia che nasce dall’identificazione e l’identificazione può metterla in moto solo uno schermo bigger than life. Qui dovrebbero venire le scuole: per questo, dopo il Festival, i film saranno proiettati nelle sale di tutta la Regione, i registi saranno ospiti di città incantevoli ma poco conosciute come Tarquinia o Rieti, e qui produrranno piccoli documentari per raccontare il Lazio, una regione di cui ultimamente si è parlato solo male. E l’anno prossimo speriamo di essere lo zio d’America per Asiatica”.
Il risultato è comunque una rassegna di alto profilo, della durata di 9 giorni per 78 film – 47 lungometraggi e 31 corti – che è riuscita anche quest’anno a ospitare registi e personalità di spicco, a giocare con altre forme d’arte – musica, danza e videoarte -, soprattutto, a offrire tutto questo (ancora?) gratuitamente a italiani e stranieri (ogni film sarà infatti sottotitolato in italiano e in inglese).
L’Opening act, sabato 12, è dedicato quest’anno all’Iran, e prevede un concerto, “un’improvvisazione per solo piano dedicata ad Asiatica” del compositore Peyman Yazdanian, già autore di numerose colonne sonore del miglior cinema iraniano, da Abbas Kiarostami a Jafar Panahi. A seguire la proiezione di Ragbar – Temporale, 1971 – “il primo capolavoro di Bahram Bayzai, pioniere, alla fine degli anni ’60, del nuovo cinema iraniano”. Il restauro è stato realizzato nel 2011 dalla World Cinema Foundation e ha richiesto 1500 ore di lavoro. A conclusione, il presidente Martin Scorsese dichiarò: “sono fiero che si sia restaurato questo film saggio e bellissimo […] lo stile mi ricorda ciò che amo di più dei film neorealisti italiani”.
Prosegue l’appuntamento Archivio a Oriente, esperienza nata anch’essa tre anni fa in collaborazione con l’Istituto Luce che mette a disposizione i propri materiali d’archivio ai registi: “ognuno potrà trasformare vecchie immagini del proprio Paese in nuove emozioni” dice l’ad Luciano Sovena che quest’anno presenterà due dvd di quanto realizzato negli anni precedenti. Risponde a una filosofia simile un secondo appuntamento dedicato alla musica (col cinema): si tratta delle sonorizzazioni live di giovani musicisti, allievi del Master SONIC ARTS dell’Università di Roma Tor Vergata, su alcuni corti di animazione giapponese, datati tra il 1920 e il 1930, forniti dal National Film Centre di Tokyo. Tra questi c’è Kokoro no chikara – La potenza del cuore – un breve film didattico su carta chiyogami – semitrasparente – che narra la storia di Dangobei, un codardo che riceve il dono della forza da un dio e riesce a sconfiggere un mostro. Kanimanji Engi – Il racconto del tempio dei granchi – è “un’incantevole fiaba religiosa che narra di una fanciulla che erige un tempio buddista per ringraziare i granchi che l’hanno salvata da un serpente dalle forme umane”. La sonorizzazione è realizzata da Angelo Maria Farro.
Per la sezione Incontri di Asiatica, domenica 13 alle 17, un ospite d’eccezione, “che corteggiavamo da anni poiché raramente si sposta in Europa”: l’antropologo e psicologo indiano Ashis Nandy che parlerà di democrazia, diritti e minoranze.
Sul tema danza e videoarte, Inside/Out, “nuova piattaforma di scambio” inaugurata dentro Asiatica che prevede la prima selezione di videoarte italiana e cinese che esplora reciproche simbologie; e Jumping frames, la selezione di 13 corti di videodanza, proposti dal City contemporary Dance Company di Hong Kong. Infine venerdì 18 la presentazione dei film del 9FilmFest: nato a Bangkok nel 2011 cerca di “offrire un’esperienza creativa gratificante a tutte le persone che sognano di divenire registi”. I film non superano i 9 minuti di lunghezza e devono contenere un segno di riconoscimento, a dimostrazione che il lavoro è stato realizzato appositamente per il Festival. Come segno di riconoscimento 2013: un corso d’acqua.
a.R. (9 ottobre 2013)
Per scoprire tutti i film Asiatica 2013, un film per ogni Paese