“Abbiamo cercato di mettere al centro la cultura rumena, in quella luce cosmopolita che fa parte del dna della Romania, capace di ospitare culture più disparate: italiana, tedesca, spagnola, portoghese. La differenza più grande rispetto alla prima edizione è che se quest’anno abbiamo voluto proporre meno concerti ma una quantità di composizioni maggiori, presentando anche delle persone nuove, la qualità rimane sempre la stessa, speriamo di migliorare le futuri edizioni” dice Andrea Riderelli, direttore dell’ensemble Altrerisonanze. Si è conclusa con grande successo la seconda edizione del festival Altrerisonanze – dall’antico al moderno, che si è svolta tra il 3 e 10 novembre, organizzata dall’Accademia di Romania e l’Associazione Aliusmodum. Successo e notorietà annunciati già dalla prima edizione, nel 2011 – l’anno scorso per motivi della crisi globale non è stato sostenuto dall’Istituto Culturale Rumeno di Bucarest – invece nel 2013 la collaborazione tra vari enti ha fortificato un festival internazionale che rappresenta le tradizioni musicali dal barocco fino agli inizi del XX secolo dell’Italia, Francia, Germania, Austria, Spagna e Romania.
Più di 300 persone nella serata d’apertura del festival all’Oratorio del Caravita, con il concerto Das wunderhorn – Il corno magico – che propone, con l’occasione del centenario della nascita di Constantin Silvestri, un parallelo tra le influenze popolari transilvane della musica del compositore e direttore d’orchestra rumeno: nella suite “Danze popolari rumene dalla Transilvania”, fino a quelle austriache della Quarta Sinfonia in Sol Maggiore di Gustav Mahler, incantati dalla voce del soprano Angela Bucci.
Il secondo concerto Viaggi musicali, dedicato al barocco europeo, con un “concerto di concerti” dove si alternano il flauto traverso, violino o clavicembalo insieme agli archi, ha riempito la Sala Concerti dell’Accademia di Romania nella serata di mercoledì, 6 novembre. Poco prima dell’inizio, per gli spettatori in piedi sono state portate delle sedie e così la sala è diventata quasi doppio. Il pubblico appassionato di musica classica, di qualità, era composto in gran parte dagli italiani che non potevano mancare una performance di alto livello. Il concerto ha culminato con il celebre Quinto Concerto Brandeburghese di Johann Sebastian Bach, sostenuto da Pierluigi Tabachin al flauto traversiere, Mauro Lopes Ferreira al violino barocco e Cipriana Smarandescu al clavicembalo insieme all’ensemble Aliusmodum. “Non è stato facile averli in quanto sono in giro per i tornei o incisioni dei dischi. Ci ha aiutato molto anche l’amicizia che loro hanno con noi, la voglia di suonare in un’atmosfera molto rilassata, c’è molta complicità tra noi, che favorisce il lavoro alle prove e negli incontri” aggiunge Riderelli.
“E’ molto importante per noi portare la cultura rumena nel paesaggio europeo, come abbiamo fatto con Constantin Silvestri e altri artisti” racconta la clavicembalista Cipriana Smarandescu, che ha sostenuto nell’ultima serata all’Accademia di Romania insieme all’ospite d’onore Irina Nastase, un recital di clavicembalo a quattro mani Non senza fatiga, con musiche di Haydn e Mozart. Per festeggiare i vent’anni trascorsi dalla nascita della classe di clavicembalo dell’Università di Musica di Bucarest che ha licenziato clavicembalisti noti non solo in Romania, ma anche all’estero. “Suonare il clavicembalo non significa essere un pianista che non vuole più suonare il piano, ma suonare secondo il criterio dei trattati del periodo barocco. Entriamo nello spirito dell’epoca e lo mostriamo al pubblico”. Cipriana Smarandescu sostiene che partendo dalla cattedra di Bucarest, gli artisti sono riusciti ad arrivare ad un alto livello nel trattamento stilistico dello strumento per merito di due grandi maestri Ogneanca e Petre Lefterescu. “Speriamo di continuare la tradizione del festival con lo stesso apprezzamento avuto nelle prime edizioni”.
Raisa Ambros(14 novembre 2013)
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