Il Brasile Mondiale, prospettive di un paese emergente

439761_(www.GdeFon.com)Ordem e progresso, ovvero ordine e progresso. Due parole semplici che campeggiano da oltre cent’anni sulla bandiera brasiliana, e che oggi ben rappresentano la situazione che sta vivendo il gigante sud americano. A margine della presentazione dell’ultimo numero di Aspenia, dal titolo “Brasile Mondiale”, l’istituto Aspen ha analizzato la storia recente del paese verdeoro, sottolineando il grande lavoro svolto nell’ultimo decennio in particolare dal presidente Lula, e ha tracciato un profilo sul futuro economico e sociale della nazione. I relatori si sono soffermati in particolare sui dati più eclatanti della crescita, come spiega Paolo Colombo, presidente dell’ENEL, secondo cui: “L’abbassamento della disoccupazione al 5%, il passaggio di oltre 40 milioni di persone da una fascia di povertà ad una di media borghesia e un tasso d’inflazione al 6% rappresentano solo alcuni degli elementi più sorprendenti che hanno caratterizzato lo sviluppo di questo paese. Inizialmente la crescita era fortemente legata dalla domanda estera, mentre oggi, proprio grazie ad una maggiore ricchezza della popolazione, è la domanda interna a rendere più solida l’economia brasiliana”.

Un paese in ascesa che oscilla tra la sesta e la settima posizione nella scala delle potenze economiche internazionali e che, anche grazie a questo sviluppo, ospiterà due eventi planetari come i Mondiali di calcio del prossimo giugno e le Olimpiadi del 2016. Allo stesso tempo il Brasile sta iniziando a rallentare la sua crescita anche a causa della crisi internazionale, come ha spiegato Giorgio Tribeschi, senior economist della Banca d’Italia:” La crescita oggi è passata dal 4,5% al 2% e le prospettive sono meno positive. Questo non toglie meriti all’incredibile lavoro svolto dalle due presidenze di Lula e Rousseff, ma senza riforme concrete, è difficile che il paese continui a crescere, ma anzi è possibile che regredisca. Tra i rischi più probabili c’è il razionamento dell’energia elettrica, lo shock dei prezzi agricoli e la minore produzione di petrolio”. Il convegno è stato l’occasione per fare un quadro dell’attuale situazione sociale del Brasile e più in generale del Sud America, un continente ricco di conflitti interni, a partire dai più recenti esplosi in Venezuela. A tal proposito, in diretta da San Paolo, il CEO di FIAT Sud America Cledorvino Belini, che ha spiegato come il mercato sia fortemente influenzato da queste vicende e dal protezionismo che alcuni Stati, come l’Argentina, stanno attuando.foto (2)

A conclusione della giornata, ha parlato anche l’ambasciatore brasiliano a Roma, Ricardo Neiva Tavares, che ha voluto dare una sua lettura della situazione attuale e del futuro della sua terra:” Sono dieci mesi che ho assunto questo incarico, e devo dire che trovo molte cose in comune tra le nostre società. La differenza sta nella volontà di cambiamento, che nel mio paese ha permesso questo grande salto. Il successo del Brasile è tangibile anche agli occhi meno esperti di economia. Chi non conosce la catena di fast food Burger King? o le salse Heinz? queste oggi sono aziende brasiliane, il che da una chiara idea della forza raggiunta dal paese. Sul futuro non so come potranno andare le cose, non ho una palla di cristallo, ma c’è un detto in Brasile che dice: alla fine andrà tutto bene, e se non andrà tutto bene, è perchè non siamo arrivati alla fine”.

Adriano Di Blasi

(9 aprile 2014)