Chiunque abbia dubbi sull’integrazione dovrebbe farsi una chiacchierata con Hind: padre arabo e madre berbera, nata a Beni Mellal, in Marocco, e cresciuta in Italia, in constante scoperta di altre culture. Ha 24 anni, la parlata lievemente romana e uno sguardo decisamente orientale.
“Avevo sei anni quando mi sono trasferita: diversamente dalla maggior parte dei connazionali non siamo partiti per necessità, ma perché mia madre sentiva il forte desiderio di provare a vivere in un altro paese. È una fortuna essere nati in un posto e cresciuti in un altro. Quando mi chiedono dove preferisco vivere, non so scegliere tra l’Italia e il Marocco”. Hind studia lingue a La Sapienza e collabora come interprete con l’ambasciata della Libia. Ha già cambiato tanti lavori e nel tempo libero dipinge e realizza gioielli. “Sarebbe bello se l’arte diventasse la mia professione, mi piacerebbe mediare tra più culture, tra quella italiana e quella marocchina, ma non solo. Ho anche una forte passione per l’India”.
“Cerco di conoscere gli altri paesi, anche molto diversi dal mio, attraverso le persone che incontro. C’è una curiosità e un’apertura mentale che unisce gli stranieri e che spesso manca ai ragazzi italiani. È come se non vedessero la ricchezza che c’è nella diversità. Ma guai a chi li tocca, io sono stata accolta sempre benissimo qui”. Poi scherza: “Una sola volta sono stata vittima di razzismo, ma ero in Germania e pensavano fossi italiana”.
Ma ha ottenuto la cittadinanza soltanto da due anni. “Questo è un tasto dolente: i tempi sono lunghissimi, complicano le cose sempre di più, sembra lo facciano apposta per far perdere la pazienza alle persone. Io ho aspettato solo tre anni perché ho un amico avvocato che mi ha aiutato, c’è chi ne aspetta 7. La cittadinanza mi serve per viaggiare e per votare. Anche se ultimamente mi sono un po’ allontanata, mi sembrava un paradosso che alcuni miei coetanei per niente interessati alla politica avessero il diritto di esprimersi e io no”. Hind, come buona parte dei giovani, è delusa dalla politica, ma assicura: “I miei amici stranieri sono molto agguerriti, più degli italiani. Fa molta rabbia vedere che questo potrebbe essere il paese più bello del mondo, anzi lo è, ma ci sono persone che lo distruggono”.
Rosy D’Elia(29 aprile 2014)