Israele nel cinema: torna il Pitigliani Kolno’a Festival

pitigliani kolno fest2014Ebraismo e Israele nel cinema: torna per il nono anno a Roma il Pitigliani Kolno’a Festival, da sabato primo novembre a martedì 4 alla Casa del Cinema e l’ultimo giorno, mercoledì 5, presso il Centro Ebraico Pitigliani (Via Arco dè Tolomei, 1).

L’edizione di quest’anno attraversa il cinema da oggi a ieri. Film di apertura sarà Gett di Ronit e Shlomi Elkabetz, in uscita il prossimo 20 novembre, appena scelto da Israele per la corsa all’Oscar come Miglior film straniero. Applaudito all’ultimo Festival di Cannes, il film chiude una trilogia iniziata nel 2004 con To take a wife e proseguita nel 2008 con 7 days che racconta la storia di Viviane Amsalem (interpretata dalla stessa Ronit Elkabetz, regista e sceneggiatrice insieme al fratello Shlomi). In Gett Viviane sta cercando, invano da cinque anni, di ottenere il divorzio dal marito Elisha, davanti all’unica autorità che in Israele possa concederglielo: il tribunale rabbinico. L’ostinata determinazione di Viviane nel voler conquistare la propria libertà si scontra con l’intransigenza di Elisha e con il ruolo ambiguo dei giudici. In tribunale sfilano i testimoni convocati dalle parti, mentre il “processo” si trascina in modo sempre più drammatico e assurdo.

Ronit Elkabetz interpreta Viviane Ansalem in Gett di Ronit e Shlomi Elkabetz
Ronit Elkabetz interpreta Viviane Ansalem in Gett di Ronit e Shlomi Elkabetz

Tra gli ospiti d’onore l’attrice Gila Almagor, definita l’Anna Magnani del cinema israeliano, in occasione della proiezione di Matzor (Assedio, 1969) del regista italiano Gilberto Tofano, figlio di Sergio Tofano. A presentare il film anche Ya’acov Agmon, giornalista e produttore di teatro, cinema ed eventi culturali; marito di Gila Almagor, fu lui a chiamare Tofano per dirigere il film. Il film racconta di Tamar, una giovane vedova della Guerra dei Sei giorni, madre di un bambino, che vive in un villaggio circondata da ufficiali dell’esercito che hanno combattuto con suo marito considerandolo un eroe. I compagni d’armi si sentono responsabili di lei, ma Tamar vuole uscire dal ruolo di vedova nel quale la società l’ha confinata. Sullo sfondo della “guerra di logoramento” che seguì quella del 1967, la storia personale di Tamar s’intreccia con documenti d’archivio. Il film sarà restaurato nel 2015 dalla Cineteca di Bologna, per un progetto coprodotto dal PKF e le cineteche di Gerusalemme e Bologna e con il sostegno del Ministero degli Esteri israeliano.

L’Omaggio all’attore e regista Assi Dayan, con la proiezione di alcuni suoi lavori, tra cui Life according to Agfa (ancora interpretato dalla Almagor), che racconta di un pub di Tel Aviv, frequentato da gente che non ha altri posti dove andare, dalle due padrone del locale a Benny il poliziotto, da un cantante agli spacciatori di droga, dai soldati agli arabi che lavorano in cucina. Gila Almagor e Assi Dayan sono anche protagonisti della proiezione di due episodi di Betipul, serie televisiva israeliana osannata dalla critica e adattata per la tv americana e italiana col più conosciuto titolo In treatment. La serie segue la vita privata e professionale dello psicologo Re’uven Dagan (Assi Dayan) che ogni giorno della settimana ascolta un paziente diverso, mentre il giovedì tocca a lui stesso andare a colloquio dalla sua psicologa (Gila Almagor). Dedicato a Dayan, sarà presentato anche il documentario Life as a rumor, diretto da Adi Arbel e Moish Goldberg, che saranno ospiti del festival. Il documentario sarà in parte oggetto del primo PKF Professional Lab dedicato all’utilizzo del materiale di archivio, dal titolo “La storia nell’oggi” (lunedì 3 novembre, sala Kodak ore 18).

In Treatment e Betipul a confronto
In Treatment e Betipul a confronto

Altro documentario, altro ospite: The good son di Shirly Berkovitz ha incassato il Premio del Pubblico all’International Documentary Film Festival di Amsterdam. La storia di un giovane israeliano che si chiude in camera, nascosto dai suoi genitori conservatori. La sua tana diventa un quartier generale da dove far partire il proprio piano di truffe e inganni, per cambiare vita. La musica è protagonista di un altro documentario I’m your man di Lian Lunson, il ritratto del musicista, poeta e scrittore Leonard Cohen raccontato da colleghi e amici. Definito da Wim Wenders: “uno dei più bei film sulla musica di tutti i tempi”.

Tra i lungometraggi, Big bad wolves di Aharon Keshales e Navot Papushado, film vincitore del primo premio all’Accademia Americana del Film di Fantascienza, Fantasia e Orrore, del Premio Cavallo Nero al Fantasia Film Festival di Montreal e di cinque premi della Accademia Israeliana del Cinema. Un thriller-horror – che Tarantino ha definito il miglior film dell’anno 2013 – che racconta la personale vendetta di un poliziotto pensionato e padre di una bambina assassinata. Altro lungometraggio, Next to her, opera prima di Asaf Korman, recente vincitore del Gran Premio al Festival di Haifa, è ispirato all’esperienza di sua moglie Liron Ben Shlush con la sorella. La sceneggiatura l’hanno scritta insieme, moglie e marito, e lei è anche attrice. La giovane Heli abita da sola con la sorella Gaby (Dana Ivgy, premio Ophir 2014 come migliore attrice non protagonista) portatrice di handicap in uno squallido appartamento di un quartiere periferico di Haifa. Quando si scopre che Heli lascia Gaby sola per ore per andare a lavoro, interviene l’assistente sociale, così la giovane donna è costretta a mettere sua sorella in un istituto durante il giorno. Questo evento permette al giovane Zohar di entrare nella vita di Heli e viene a crearsi un triangolo umano dove si consumano i confini tra amore, sacrificio, nutrimento e tortura. Il road movie Magic men di Guy Nattiv ed Erez Tadmor, racconta la storia di un anziano signore di origini greche e del suo viaggio a Salonicco e Santorini alla ricerca dello sconosciuto che salvò suo padre durante la Shoah. Film vincitore dell’Israel Film Academy per la straordinaria interpretazione dell’attore arabo-israeliano Makram J. Khoury. Il dramma è anche al centro di Bethlehem di Yuval Adler – presentato al Festival di Venezia, vincitore del Premio Ophir dell’Accademia israeliana del cinema per il Miglior film e per la migliore regia – la storia del giovane palestinese Sanfur reclutato per collaborare con i servizi segreti israeliani. Tra lui e Razi, il suo contatto israeliano, si è sviluppato un rapporto intimo e di dipendenza reciproca. Quando gli israeliani vogliono ottenere informazioni sul fratello di Sanfur, ricercato per la sua attività clandestina, la faccenda si complica e esplode.

La storia di Leonard Cohen in I’m your man di Lian Lunson
La storia di Leonard Cohen in I’m your man di Lian Lunson

L’ultima giornata del Festival presso il Centro Ebraico Pitigliani prevede la replica di due documentari, Life as a rumor e I’m your man, e, alle ore 18, la proiezione del cortometraggio Mi ritroverai dentro di te, scritto e diretto dal regista romano Eitan Pitigliani, interpretato dall’attore argentino Andrès Gil e girato tra i vicoli di Trastevere, l’Isola Tiberina e la Sinagoga di Roma. Il corto racconta il viaggio in Italia di Pablo, un giovane argentino alla ricerca delle proprie origini. Prima di alcune proiezioni saranno mostrati al pubblico tre brevi servizi dal programma televisivo Rai, Sorgente di vita, per tre storie di cantautori, poeti e musicisti, che hanno scritto, o scrivono tutt’ora, la storia della musica ebraica, da Herbert Pagani a Uri Caine passando per Noa.

aR(30 ottobre 2014)