„Speriamo che l’incontro e il dialogo con la comunità ebraica di Roma ci porti a nuove collaborazioni artistiche”, dichiara Maia Morgenstern, attrice di fama internazionale e direttrice del Teatro Ebraico di Bucarest, presente all’Accademia di Romania con un film e due spettacoli teatrali dal 16 al 19 ottobre durante l’evento Eccellenze rumene nel teatro e la cinematografia rumena – Medaglione Maia Morgenstern.„Il nostro teatro è sovvenzionato dallo Stato ed è uno dei pochi in Europa a portare avanti la tradizione ebraica e la lingua yiddish”, ha voluto sottolineare l’attrice nel confronto diretto con i rappresentanti della comunità ebraica in Italia nell’ultimo giorno della sua tournèe. “Abbiamo la responsabilità di costruire ponti di comunicazione attraverso l’arte, superare gli ostacoli e rimuovere i pregiudizi che ci fanno avere paura gli uni degli altri, ci impediscono di conoscerci meglio e di godere di queste interferenze culturali”. Maia Morgenstern, che ha debuttato sul palcoscenico del Teatro Ebraico tre decenni fa, si propone con i progetti dell’istituzione di perpetuare il patrimonio folklorico ebraico, la drammaturgia, poesia, musica e danza.
I romeni di Roma hanno avuto il piacere di rivedere il film „La Bilancia” (1992) di Lucian Pintilie, dove Maia interpreta una giovane maestra e psicologa che lotta contro gli schemi della società negli ultimi anni del periodo comunista. „Mi sono emozionata vedendo la sala piena e sono contenta che il film sia piaciuto anche agli italiani”, racconta l’attrice. Il trionfo del Teatro Ebraico di Bucarest si è sentito con la presentazione di „Piccolo e biricchino”, spettacolo ispirato dagli scritti pungenti di Ion Pribeagu noto per i suoi testi umoristici. Un’esibizione memorabile dei protagonisti Valentin Rosca, ballerino di grande talento, e Maia Morgenstern che firma anche la regia: „Non sono e non sarò mai una regista. L’intenzione è di portare attraverso la musica, il movimento, la luce e i costumi, la poesia umoristica, couplet e nostalgia, lo spirito del teatro ebraico di una volta, quel tipo di spettacolo che richiede l’attore totale, che sa ballare, cantare, intrattenere il pubblico”.
L’ultimo spettacolo ha tenuto le persone presenti con il fiato sospeso fino alla fine. „Una donna sola” di Dario Fo e Franca Rame ha permesso all’attrice Maia Morgenstern di esprimere il suo talento innato in un monologo intrigante, che passa attraverso una recitazione unica – a volte tramite la musica a volte tramite la danza – da moglie ingenua sfortunata in amore a donna che dichiara: „Meglio essere una pazza che vittima di abusi”.
„Quando il destino ci mette di fronte al „grande incontro”, è meglio trovarci preparati professionalmente. Sono consapevole che senza questi grandi incontri, la mia esistenza artistica sarebbe andata diversamente”, risponde Maia Morgenstern quando le si chiede della sua collaborazione con importanti registi internazionali. Nei primi giorni a Roma, la grande attrice ha preferito visitare i luoghi dove ha vissuto dieci anni fa con sua madre, la figlia e il bambino che portava nella pancia durante le riprese a Cinecittà del film di Mel Gibson „La Passione Cristo”, dove interpretava Maria, la madre di Gesù. „Ho ricevuto tantissime critiche per questo ruolo, ma sono andata avanti nonostante le polemiche, fidandomi soltanto della coscenza del momento artistico vissuto”. Maia sostiene di aver ricevuto molto da tutti i registi e collaboratori che ha incontrato nel corso della sua carriera e riconosce che i premi assegnati sono una festa dell’anima: „Ma cosa fai dopo la premiazione per non addormentarti o arrugginirti?” Ho sempre in mente la raccomandazione del regista Andrei Serban ce suggeriva di conservare sempre viva la risposta alla domanda: „Perché faccio teatro o cinema?”
Raisa Ambros
(21 ottobre 2014)
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