Nell’ultima giornata di questa afosa estate 2015 le porte dell’ambasciata del Pakistan, in via della Camilluccia a Roma, si sono aperte per accogliere come ogni anno visitatori di tutte le nazionalità e far loro apprezzare le meraviglie del paese asiatico.
Metre dolci note malinconiche si alternano ai ritmi incalzanti delle percussioni è possibile perdersi tra i mille colori dei prodotti d’artigianato: porcellane decorate con motivi orientali, sculture in legno, pachemine e abiti variopinti.Brillano al sole centinaia di churiyuan, bracciali a cerchio che rappresentano un accessorio molto amato dalle donne in Pakistan, mentre poco più in là mani e braccia vengono arabescate con tatuaggi all’hennè.
All’interno della residenza è possibile perdersi tra le calde sfumature degli abiti tradizionali, alternati a pitture e stoffe.
Le donne vestite a festa sfoggiano con eleganza a-line frock, shalwarkamecz o shafoon-licani, abiti lunghi dalle ampie gonne o tuniche da adagiare sopra pantaloni che, nelle varianti ispirate alla moda occidentale, sono più aderenti alle gambe.
Sulla terrazza esperti e appassionati di tutte le età sfidano il debole vento nel tentativo di far decollare aquiloni di tutti i colori.
Una giornata speziata dai sapori del kebab, del biryani, del chicken tikko, dell’halua puri. Dal riso alle polpette di ceci, dal pollo arrostito e piccante ai dolci a base di olio vegetale, al thé corposo simile a un latte macchiato.
Splendono sorrisi negli occhi screziati di verde dei padroni di casa, felici di condividere le gioie della propria cultura, e in quelli degli ospiti, che per un giorno hanno vissuto l’atmosfera più autentica del Pakistan.
Foto di Adamo Banelli, Gabriele De Bonfils, Sandra Fratticci, Joyce Placer, Giuseppe Marsoner.