Jackson Heights dell’ultraottantenne Frederick Wiseman premiato nel 2014 con il Leone d’Oro alla carriera qui al Lido, è un bel documentario sull’omonimo quartiere di New York. Nelle sue strade un melting pot di culture, paesi, lingue, religioni diverse.La durata non è quella standard di un film ci vuole tempo, tanto tempo per osservare da vicino i componenti di questa comunità di migranti nei negozi, al lavoro, nell’attività associativa che include anche quella di gay, lesbiche, bisessuali e transgender.Provenienti dall’Asia e più specificamente da Cina, Bangladesh, India, Pakistan e altri paesi ancora, oltre che dall’America Latina. Non mancano neppure gli europei e gli italiani, tanto che nelle vie di Jackson Heights si parlano 167 idiomi.Il pubblico conosce la vita quotidiana di questa parte di New York, nel Queens a ovest di Manhattan. L’incontro di migrazioni avvenute in tempi diversi comporta attriti ma anche sostegno e partecipazione e infatti ci sono molti comitati a Jackson Heights.E come nelle nostre città ci sono i clandestini, non hanno i documenti, questi uomini al di la dell’Atlantico provano gli stessi timori, le stesse speranze di chi arriva in Europa da Africa e Asia.Il film narra storie di uomini nella loro quotidianità, spesso ignota a chi dista da loro solo qualche fermata di metropolitana.
Rocco Ricciardelli
(8 settembre 2015)