Bollywood Party: in India con la Mother and Child Foundation

mother and child foundation

Venerdì 20 maggio alle 20 lo spazio dell’Ex Dogana di San Lorenzo porterà gli spettatori direttamente in India per Bollywood Party, serata di raccolta fondi per la Casa di accoglienza di madri e orfani del Kerala gestita dalla Mother and Child Foundation.

Una casa in espansione, a giudicare da quanto racconta Nancy Myladoor, socia e moglie del fondatore Thomas. La struttura ospita circa duecento bambini e cinquanta mamme, ma è divisa in diversi edifici: una per le donne incinta o partorienti, una per i ragazzi più grandi e una terza in costruzione, destinata alle ragazze più grandi.

Una casa famiglia per mamme e bambini

“La particolarità della nostra Casa-famiglia è che le mamme possono vivere insieme ai loro bambini” racconta Nancy “mentre la consuetudine in India è permettere alla donna di partorire per poi allontanarla dal figlio. I bambini crescono soli”. È infatti così che è nata la Mother and Child Foundation, dalla prima ragazza accolta per non lasciare solo il suo bimbo. E ancora oggi il metodo è lo stesso: nascono famiglie allargate, legami di solidarietà: “spesso le donne allattano anche altri bambini, non solo i loro figli”. Ed è normale che sia così.

I punti di forza dei progetti della Mother and Child Foundation oltre all’accoglienza sono due: la formazione e il lavoro. I bambini vanno a scuola, studiano con degli educatori direttamente nella struttura e poi si iscrivono all’Università. Ingegneria o Infermieristica in genere, perché con questi studi trovare un’occupazione è più semplice. I ragazzi sono motivati dai successi di chi li ha preceduti, partecipano con piacere, vincono premi: “ci sono spesso competizioni interscolastiche, e arrivano spesso tra i primi. Uno di loro ha presentato un progetto universitario nell’ambito dell’ingegneria aerospaziale” racconta Nancy “ed è arrivato primo in tutta l’India“.

È per questo che la Fondazione riscuote successo sia sul territorio che in Italia. Superata la diffidenza delle istituzioni e degli abitanti, raccoglie oggi decine di volontari. E in Italia trova partner importanti, che lavorano insieme per progetti ambiziosi. Un esempio? L’esportazione del Made in Italy in Kerala, tramite la costruzione sul posto di un mobilificio artigianale gestito da un’équipe di designers.

Progetti futuri

Si può fare di più? Certamente. “Stiamo lavorando a un nuovo progetto ancora in divenire” spiega Nancy. “Vogliamo creare una sartoria interna alla casa famiglia per dare lavoro alle donne. Una stilista italiana è andata sul posto per un sopralluogo, ora ci sono macchine da cucire e spazio, hanno anche già venduto dei prodotti”. Un progetto di lavoro che si affianca a quelli già esistenti, che vedono le donne impegnate nei ristoranti o nei negozi come commesse: una via importante per il reintegro delle mamme sole nella società indiana.Thomas va spesso sul posto a controllare la Fondazione, mentre Nancy parte un paio di volte l’anno. Quando vede dove sono arrivati in pochi anni non ha dubbi: “ogni volta che si va lì ci si arricchisce. È una cosa che non si può spiegare”.

Veronica Adriani

(11 maggio 2016)

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