Concorso Di.M.Mi: l’importanza della memoria collettiva

concorso Di.M.Mi. Il concorso Di.M.Mi (diari multimediali migranti) è un veicolo che da voce alle storie autobiografiche di migranti che vivono o hanno vissuto in Italia. Il regolamento  prevede la partecipazione delle prime cento memorie presentate entro il 30 giugno 2017. Sono ammessi solo scritti inediti, lettere, cartoline, diari, fotografie, video, disegni, musica. Non si tratta di un concorso letterario. L’autenticità del proprio vissuto è la chiave. I lavori inviati non devono aver subito rielaborazioni mentre errori grammaticali e di scrittura non rappresentano criteri di giudizio. Le memorie presentate dopo le prime cento saranno inserite presso l’ Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano all’interno del quale sono nati i Diari multimediali migranti. Il progetto DiMMi vuole scolpire nella memoria collettiva le storie di chi arriva o passa di qui  creando un patrimonio condiviso di ricordi, storie e percorsi attraverso la promozione del dialogo interculturale.Sono previste tre categorie: uomini, donne e giovani fino a 18 anni. I vincitori saranno premiati con la pubblicazione delle loro autobiografie da parte di un editore nazionale. La premiazione si svolgerà nell’ ambito della XXXIII edizione del Premio Pieve Saverio Tutino che si terrà dal 15 al 17 Settembre a Pieve Santo Stefano. Ed è proprio lì che nel 1984 Saverio Tutino fondò l’archivio di scritti autobiografici degli italiani con l’idea di creare un “vivaio delle memorie” e valorizzare il patrimonio personale degli individui. DiMMi vede nel tessuto sociale una composizione ricca di culture, lingue e identità diverse e ne valorizza le testimonianze senza artifici. 

Premio DiMMi 2014
Natalia Cangi, direttice dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve spiega che la premiazione sarà un momento particolare. ” La formula usata è quella del dialogo tra chi ha scritto e chi ha letto e selezionato le memorie. Non si tratta di strumentalizzare le vite degli altri ma di ascoltarle spogliandosi di ogni pregiudizio e lasciando esprimere chi vuole lasciare una traccia di sé senza filtri e mediazioni.”  

Sara Gomida

(22 febbraio 2017)

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