IL FARINETTI IRANIANO CON LA PASSIONE PER IL CIOCCOLATO

Lui è il Farinetti iraniano. Il coraggio e il senso della sfida sono gli stessi se si pensa a quanto sia difficile realizzare un buon piatto italiano in un paese dov’è ancora molto complicato procurarsi le materie prime nostrane e dove esiste una “venerazione” per il cibo iraniano. Ma Mehrdad AghaMiri, 49 anni, imprenditore con la passione del cioccolato, oltre a promuovere e vendere cibo “all’italiana”, lo prepara con le sue mani. In Italia, in Piemonte, Mehrdad ha iniziato la sua formazione di cioccolatiere e mentre si inebriava mescolando il cioccolato fuso, si è innamorato della cucina del nostro paese. Così oggi nei 1800 metri quadri tra ristorante, cioccolateria e negozio di pasticceria che ha aperto all’interno del nuovo mall “Melal Boutique” nella zona di Fehereste, è un riferimento per chi voglia mangiare italiano a Tehran. Al piano terra la boutique di lusso del cioccolato, dove acquistare i cioccolatini fatti a mano, uno per uno. Al quarto piano il ristorante italiano al quale ha voluto dare un nome simbolico in persiano antico, Ilio : “regalo di dio”, diventato in pochi mesi, uno dei più quotati della capitale. Gli iraniani vanno matti per la pizza, ma anche per i ravioli e i cannelloni cucinati secondo le ricette tradizionali e riempiono il locale, soprattutto nel week end e in occasione dei compleanni. “Certo – riconosce lui – senza il talento di mia moglie Sahar di relazionarsi con il pubblico, le persone non tornerebbero cosi volentieri a trovarci e il successo non sarebbe stato lo stesso”. Sahar si occupa anche dello spazio vendita, di fronte al ristorante, dove si possono acquistare prodotti di pasticceria fresca, pane appena sfornato, marmellate, olio, caffè, ma anche ceramiche per servire tè, cioccolata e caffè “all’italiana”. La storia di questo successo inizia solo otto anni fa. Mehrdad e sua moglie Sahar non possono avere figli. Lui – racconta – vuole trovare un’occupazione che tenga impegnata sua moglie e la renda felice. Ambedue appartengono a famiglie di imprenditori, quella di lui si occupa di fiori, quella di lei di ceramiche. Con il mercato dell’edilizia fermo, dopo l’ubriacatura seguita al boom del mattone, iniziato alla fine degli anni ’90, la fabbrica di mattonelle di ceramica è in crisi, Mehrdad si mette alla ricerca di un’idea per un nuovo business. Va a trovare in Svizzera un amico iraniano che lì ha iniziato a produrre cioccolata. Il profumo e l’aroma di quella cioccolata finissima lo stregano e gli fanno venire l’idea: abbinare il business dei fiori a quello dei cioccolatini fatti a mano. Qualcosa che ancora manca in Iran dove la cioccolata è per gran parte di tipo industriale. I cioccolatini artigianali, abbinati o al posto dei fiori, possono diventare un regalo di lusso da portare per un invito a cena, ben diverso dalla solita scatola che si trova anche nei supermercati.Detto fatto, si trasferisce in Piemonte per alcuni mesi e frequenta i corsi di rinomati mastri cioccolatieri. Dopo il Piemonte va in Belgio, “ e qui che conosco il grande cioccolatiere e mio idolo, Pierre Marcolini, e poi continuo a perfezionarmi in Svizze-ra”. Al ritorno Mehrdad apre un piccolo laboratorio dove inizia a creare i suoi cioccolatini e organizza corsi per chi vuole imparare a “modellare” la cioccolata e ad abbinare diversi gusti e tipi di cacao, rigorosamente “puri”, cioè senza l’aggiunta di ingredienti artificiali. Lui punta sulla materia prima, le fave di cacao, che acquista direttamente in Francia e in Belgio per avere il risultato qualitativamente migliore. I cioccolatini hanno successo, ma un altro prodotto che manca in Iran è il gelato artigianale. Mehrdad riparte e questa volta va a Bologna, dove frequenta per tutto l’inverno quattro corsi diversi di gelateria. Mentre si trova lì, trova il tempo di seguire anche una scuola dove insegnano l’arte della pasta fatta in casa: tortellini e agnolotti come vuole la tradizione emiliana. “E’ stata durissima – ricorda ora – 12 ore al giorno tra “lezioni” e tirocinio, ma ne è valsa la pena”. Forte di quello che ha imparato in poco tempo, l’ uomo d’affari con la passione per il cioccolato, si lancia nell’impresa insieme alla moglie. Trova uno spazio di 1500 metri quadri a Est di Tehran , dove apre un grande laboratorio che sembra una stazione della Nasa, con circa 30 dipendenti al lavoro in mascherina bianca, cuffietta e camice. Qui invita mastri cioccolatieri e pasticceri da tutta l’Europa a tenere lezioni. Sotto la sua guida, inoltre, il laboratorio produce anche un ottimo gelato all’italiana. E’ a questo punto che si presenta l’occasione della vita. Nella zona esclusiva dello shopping iraniano tra Elahiyeh e Fereshteh, stanno ultimando la costruzione del “Melal Boutique Mall” centro commerciale dal design di lusso, dove hanno già prenotato gli spazi marchi del calibro del francese “Lalique” e molti altri, come il coffee shop del romano Palombini. Un amico propone a Mehrdad di acquistare uno spazio, lui capisce che è quella l’occasione per fare il grande salto. Prenota tre spazi per un totale di 1800 metri quadri. A maggio scorso, appena il Melal apre i battenti, inaugura “Ilio” con l’aiuto in cucina di un cuoco italiano, Francesco, che istruisce per alcuni mesi, insieme a lui, il personale. Da allora i cuochi italiani ai fornelli del ristorante si alternano e fanno da supervisori a circa venti dipendenti. Nel suo ristorante Mehrdad oggi serve nove diverse tipologie di cibo, cucinato secondo ricette italiane. E malgrado la difficoltà nel reperire la materia prima, non esattamente la stessa che si può trovare in Italia, il risultato non ha rivali nella capitale iraniana ed è a prova di palati made in Italy. Sono molto apprezzati la pasta fatta a mano, la pizza napoletana, la parmigiana di melanzane, il gelato, la cioccolata, la pasticceria, la marmellata. Dulcis in fundo anche il caffè espresso fatto con la tradizionale macchina a mano. Ma ancora non basta: “non vedo l’ora di iniziare – annuncia Mehrdad – a produrre, dalla primavera prossima, mozzarella, ricotta e burrata con bufale iraniane ma lavorazione italiana, ho già pronte le macchine che ho acquistato nel vostro Paese”. Leggi anche: L’INQUIETUDINE DELLA GENERAZIONE DEGLI ANNI ’80 IN IRANL’IRAN CHE NON TI ASPETTI, TRA SFIDE E PARADOSSI L’IRAN, L’ISIS E UN POPOLO CHE CONTINUA A LOTTARE PER LA LIBERTA’