Sono 11.000 i chilometri che separano Roma e Chongqing, una città della Cina sud-occidentale al centro dell’incontro che si è tenuto il 1° settembre presso il Centro di Scambi Economici e Culturali sino-italiani Roma 9, nel quartiere San Lorenzo. L’evento, dal titolo “Cina: un’opportunità – I marchi di Chongqing Promozione Globale da Roma all’Europa”, è stata un’occasione per promuovere la cooperazione tra le imprese cinesi e quelle italiane e per presentare agli studenti romani la possibilità di studiare a Chongqing.
Chongqing: una città “futuristica”
Una serie di foto con paesaggi urbani di Chongqing esposte lungo il marciapiede attraevano e guidavano i partecipanti fino all’ingresso della sede. Un mostra fotografica dedicata alla megalopoli con 32 milioni di abitanti, una delle quattro municipalità autonome della Cina e nota come la città dei monti, dei fiumi e dei ponti. “Abbiamo inserito molta fantascienza per trasmettere il fascino a 8d di Chongqing”, così dichiara Zhang Qiong, vicedirettore generale del Dipartimento della Pubblicità, dopo il video di apertura della conferenza. “È una città aperta, un nodo centrale della Nuova via della seta”. Chongqing, infatti, è un corridoio commerciale collegato sia per terra, tramite la ferrovia espressa Cina-Europa, che per mare, attraverso le vie navigabili sul Fiume Azzurro. Sfruttando questa posizione di vantaggio, ha potuto formare un hub internazionale e sviluppare industrie che abbracciano più di trenta settori produttivi. “È una città futuristica perché guarda al futuro” afferma orgogliosamente Chai Weijing, vicedirettore generale dell’Organizzazione internazionale della Cina Occidentale.
Dal punto di vista turistico, Chongqing è una città culturalmente ricca, situata lungo le tre gole del Fiume Azzurro e conta numerosi siti storici come le incisioni rupestri di Dazu che sono diventate patrimonio dell’umanità. E’ anche una città con un’antica tradizione culinaria: l’hot pot, un tipo di stufato, è famoso in tutto il mondo e “ha una storia millenaria, è fiorito durante le dinastie Ming e Qing ed è un biglietto da visita della cultura cinese” riferisce Liu Lei, direttore generale di One Belt One Road. Altro piatto caratteristico sono i noodles piccanti Xiaomian che “quando li mangi fanno letteralmente i fuochi d’artificio” e tra l’altro sono un piatto completamente vegetariano.
Paolo Bazzoni, vicepresidente della Camera di Commercio italiana in Cina, ha confermato come Chongqing sia diventata una città aperta a qualunque possibilità: “la qualità della vita è più bassa rispetto alla costa est, a Shanghai, e i giovani la troveranno sicuramente bella e divertente per tutto ciò che ha da offrire”.
Studiare a Chongqing: le opportunità
Gli studenti che intendono seguire un percorso universitario o lavorare a Chongqing hanno diverse opzioni tra cui scegliere. “In Cina abbiamo una panoramica di università che spaziano dalle università tradizionali, scientifiche e umanistiche, a quelle più tecniche come arte e design” spiega Paolo Buzzone, “Abbiamo già stretto dei gemellaggi, a Chongqing è presente un hub di NABA, la Nuova Accademia delle Belle Arti, e l’Istituto Marangoni. Inoltre, come Camera di commercio, abbiamo a cuore il tema degli internship e ci sono tante aziende che possono necessitare di tirocinanti. Normalmente organizziamo dei career day almeno una volta all’anno”.
A Chongqing ci sono più di 50.000 ricercatori, più di 1.000 istituti di ricerca, 70 atenei e circa un milione di studenti. Oltre a far parte del progetto Erasmus e del progetto Turandot, la maggior parte delle università cinesi hanno attivato programmi di scambio con università italiane e anche alcuni eCampus. “La comunità cinese a Roma è molto presente e molto forte. La possibilità di estendere un’amicizia così antica tra i nostri popoli che si è rafforzata negli ultimi anni anche oltre il territorio nazionale, in particolare oltre il territorio della capitale, secondo me è una cosa fattibile e anche molto utile” dichiara Carla Fermariello, consigliere del Comune di Roma e presidente della Commissione Scuola. “Abbiamo realizzato una serie di partenariati importanti fra licei e università romane con marchi e aziende di livello nazionale e non solo e l’occasione di oggi mi ha dato lo spunto per favorire le possibilità per gli studenti romani di recarsi in Cina o per motivi di studio o per motivi di formazione professionale”.
Per gli studenti che vogliono intraprendere un percorso di formazione professionale, Yongchuan offre le migliori opportunità. Nota come la terra delle begonie, la città si trova a ovest di Chongqing ed è il distretto dell’istruzione professionale. Con 18 college e un istituto di Scienza e tecnologia, nel 2023 è stata nominata la “Migliore città dell’anno per l’attrazione dei talenti della Cina”.
Per partire per la Cina: gli aspetti burocratici
Al termine della conferenza, dopo aver assistito alla tradizionale cerimonia del tè cinese, Chai Weijing ha firmato un accordo di cooperazione con il Centro di Scambi Economici e Culturali sino-italiani Roma 9 e ha fornito le ultime importanti informazioni: fino al 31 dicembre 2025, i cittadini italiani che siano in possesso di passaporto ordinario potranno viaggiare in Cina per motivi di affari, turismo, visite a familiari e amici e transito, per un soggiorno massimo di 15 giorni, senza richiedere un visto d’ingresso. Per gli studenti che intendono frequentare corsi o formazioni professionali in università cinesi è richiesto invece il visto per studio che si divide in due tipologie: visto X1, valido per un periodo superiore ai 6 mesi, e visto X2, valido per un periodo inferiore o uguale a 6 mesi. Paolo Buzzone consiglia di scrivere al Consolato o alla Camera di commercio italiana in Cina per avere ulteriori chiarimenti o contatti con le singole aziende e conclude: “le opportunità ci sono ed è il momento di coglierle”.
Alessandro Masseroni
(5 agosto 2024)
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