Rete Scuolemigranti: Piuculture in Moschea

11.146 iscritti ai corsi gratuiti di italiano L2 nelle scuole del volontariato e del privato sociale collegate alla rete scuole migranti. Questi sono i numeri che, grazie all’impegno di associazioni come Piuculture, la rete ha raggiunto nel periodo tra 1 giugno 2011 e 31 maggio 2012. L’ennesima occasione per portare avanti quest’iniziativa, è stata la festa del Sacrificio, svoltasi, venerdì 26 ottobre alla grande moschea di Roma. Appena giunti nei pressi dell’edificio, si capisce subito che è cambiato qualcosa rispetto agli scorsi anni. Di solito infatti, il banchetto dei volontari dell’associazione, si trovava all’esterno della moschea e i soci pubblicizzavano i corsi attraverso un volantinaggio serrato mentre i fedeli si preparavano ad entrare. Da quest’anno invece, la postazione, è stata trasferita all’interno dell’edificio, permettendo così, non solo ai volontari, di avere un lavoro più agevole, ma anche a chi fosse interessato, di potersi fermare con più calma, per chiedere informazioni.“Tutto questo  è dovuto all’entrata del centro culturale islamico nella rete scuole migranti” spiega Paola Piva, presidente dell’associazione Piuculture “ E’ grazie a loro se possiamo pubblicizzare i corsi all’interno e non all’esterno, inoltre hanno scritto un cartello in arabo che aiuta i fedeli che non conoscono bene l’italiano ad avvicinarsi per avere informazioni. E’ una novità molto rilevante – continua – dato che la rete è formata da associazioni laiche, ma soprattutto da quelle cattoliche come Caritas, Sant’Egidio, il centro Astalli. Il messaggio di apertura e di volontà nel creare  un legame tra le due realtà religiose è quindi molto più forte rispetto agli scorsi anni. Oggi, in particolare, ci stiamo focalizzando sulle donne, dato che grazie al lavoro e alle scuole gli uomini e i ragazzi hanno più facilità ad apprendere la lingua. Lo scorso anno siamo anche riuscite ad organizzare un corso solo per loro.  E’ stato un successo. I problemi maggiori sono legati alle difficoltà che devono superare gli interessati, per raggiungere la sede del corso. La moschea è mal collegata a causa degli scarsi mezzi pubblici ma nonostante la distanza, è un luogo gli “studenti”  si sentono al sicuro, e questo ci permette di avere una maggiore affluenza anche da parte delle donne”.La cerimonia si è conclusa e i fedeli stanno uscendo dall’edificio centrale, è il momento per chiedere cosa pensano di questi corsi, le risposte sono molto varie.  Alcuni sono schivi e evitano di parlare, ma la maggior parte si ferma per sottolineare quanto siano importanti queste realtà del terzo settore, che permettono alle persone meno integrate di apprendere l’italiano. “ I miei genitori – racconta Alì di quindici anni – sono venuti in Italia venticinque anni fa, e spesso mi raccontano le difficoltà che si sono trovati ad affrontare per integrarsi con il mondo che li circondava.”Dopo aver ascoltato gli umori della gente, è venuto il momento di parlare con una delle  insegnanti che tengono i corsi: Gemma Degni. Seduta vicino al banchetto, per presentare i corsi, agli interessati, ci spiega, avvolta in un velo rosso, com’è stata la sua esperienza.“ Ho sempre voluto insegnare, e quest’occasione mi dà la possibilità di unire la mia passione con un’azione socialmente utile.  Mi occupavo del corso per sole donne, ed è stato incredibile. Le mamme, motivatissime, spesso portavano i figli piccoli con loro, quindi in classe c’era un po’ di rumore, ma questo non distraeva le studentesse, che anzi, in pochi mesi sono riuscite ad imparare moltissime nozioni di lingua. Ad esempio  una delle partecipanti ha fatto un esame in prefettura pochi mesi fa e lo ha passato a pieni voti! Le mie lezioni erano inizialmente poco canoniche, anche perché era difficile approcciare il discorso con lezioni grammaticali, così ho portato pentole e piatti in classe e da lì ha avuto inizio il corso vero e proprio. E’ stata un’esperienza  fantastica, che non vedo l’ora di ripetere”.La mattinata volge al termine e anche questa volta i risultati sono eccellenti, in molti si sono informati e più di quaranta persone hanno lasciato la propria e- mail o il proprio numero per essere contattati. Un vero successo. 

Adriano Di Blasi

(31-Ottobre-2012)