Emilia Cataldi

VOGLIA DI VOLONTARIATOHo lavorato per quarant’anni all’università come ricercatore biologo. Quando sono andata in pensione, ho dato la disponibilità agli uffici del volontariato del comune di Roma, ma non mi hanno contattata. Sono stata un anno come volontaria nella sala operativa della protezione civile, ma allora non si faceva nulla. Me ne sono andata. Infine ho risposto a una richiesta su internet e ho incontrato Piuculture, non conoscevo le socie ma ci siamo trovate subito in sintonia. Mi è stato proposto di fare volontariato nella scuola, non ho nipoti e mi faceva piacere avere un contatto con i bambini, anche se non ho esperienza.I BAMBINIAll’inizio eravamo un gruppo con due bambini le cui insegnanti avevano chiesto assistenza: una bambina rumena e un bimbo rom, molto carini e vivaci. Io un po’ risentivo della mia inesperienza: le insegnanti non davano indicazioni precise, dovevamo agire guidate dal buon senso per fortuna fra le volontarie c’è una logopedista che quindi è più esperta.Il bimbo non aveva problemi per la comprensione, ma nell’esprimersi e nel leggere.La ragazzina forse aveva più bisogno di supporto di lui: era più grande e quindi con maggiori difficoltà con una nuova lingua. Veniva portata da un pulmino, ma spesso non si presentava a scuola, aveva difetti nella pronuncia, ed era più capricciosa.Lui veniva con la nonna.Non sembrava avessero problemi con gli altri bambini, lui raccontava anche di qualche festicciola. Parlava degli altri compagni: una volta disse di un bambino a cui si era rotto l’astuccio, descriveva anche la marca, sapeva tutto.GIOCARE, DISEGNARE E LEGGEREIo e la collega ci vediamo prima per fare un programmino, andiamo a prenderli, facciamo commenti sulla giornata,. Il tempo con loro trascorre giocando con immagini e parole, a meno che l’insegnante non abbia manifestato qualche particolare esigenza, per esempio aiutarli a imparare qualche poesia.I testi per insegnare la seconda lingua consigliano sempre dei giochi di gruppo, ma noi siamo pochi e dobbiamo inventarci altre cose. Li facciamo disegnare, per esempio, una figura umana e poi dire tutte le parti del corpo, facendogliele indicare e scrivere. Oppure inventiamo una storiella con quattro figure, che loro devono descrivere e ordinare secondo una sequenza logica. dedichavamo sempre del tempo alla lettura.NUOVE ATTESEOra è rimasto solo lui, la bambina è andata via prima di Pasqua, aveva una situazione molto difficile. Così per non stare in due con un solo bambino, io ho rinunziato., ma mi è dispiaciuto moltissimo, spero di trovare la possibilità di impegnarmi ancora nella scuola, ma probabilmente dovrò attendere il nuovo anno scolastico.Le insegnanti notano i progressi, per questo motivo, per non perdere l’efficacia del lavoro fatto, abbiamo pensato alla possibilità di aiutarli anche d’estate sempre in collaborazione con la scuola.