Seconde generazioni: i nuovi italiani. Video d’ordinaria integrazione

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La serata conclusiva della rassegna ha fatto il punto sullo stato attuale dell’integrazione tra culture a Roma. La rassegna video Nonsolonero è partita da piazza Vittorio, l’emblema del cambiamento dell’identità cittadina. Con il suo impianto architettonico piemontese  – basti pensare ai porticati per ripararsi dalla pioggia, così rari a Roma –  la piazza scelta da De Sica per girare alcune scene di ladri di biciclette è ormai zona di netta immigrazione straniera. A parlarne, nel bene e nel male, sono albergatori, negozianti e clienti della storica gelateria Fassi. Piazza Vittorio ha “un’identità incompleta” ed è questo il punto nevralgico, continua Massimo Ghirelli, presidente dell’archivio dell’immigrazione, dove “l’integrazione si compie di fatto ma trova i più grandi ostacoli”.L’immigrazione ha mutato aspetto, ed Ireneu Spencer, architetto e responsabile della radio di comunità capoverdiana radio B.Leza, ci parla dei problemi di “nuova generazione”. Molti dei G2, ovvero quei ragazzi figli di immigrati, nati e cresciuti in Italia, che apprendono la lingua e qui studiano, al diciottesimo anno d’età si trovano a dover fare i conti con la loro origine, poiché lo stato non li riconosce italiani. Parte così un iter, tutt’altro che semplice e privo di ostacoli, per ottenere un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza. Ma, come ricorda Pierpaolo Leschiutta, etnologo e statistico del dipartimento di comunicazione e ricerca sociale, al primo gennaio 2010, dei 932 mila minori stranieri residenti in Italia, sei su dieci sono nati nel nostro paese, ed a questa cultura sentono di appartenere.L’incontro si è concluso con l’intervento di Alessandro Bernardini, responsabile del Cies, organizzazione non governativa per la mediazione linguistico culturale delle seconde generazioni, che introduce un video sulle attività del centro di aggregazione giovanile Maria Teresa Mungo (Matemu). Un luogo dove le seconde generazioni possono incontrarsi, ottenere sostegno psicologico e scolastico, fare hip hop e breakdance, frequentare corsi di informatica ed partecipare ad altre attività culturali.

Davide Bonaffini(13 Giugno 2010)