Se Ulisse fosse vissuto nel XXI secolo sarebbe stato etichettato come immigrato clandestino? Da questa riflessione nasce lo spettacolo “L’Odissea, il racconto dei racconti”, andato in scena martedì scorso presso il Teatro Cassia di Roma.In una sala gremita dagli alunni della scuola paritaria Santa Giovanna Elisabetta gli interpreti – Caterina Casini, Sasha Vulicevic, Chiara Condrò, Alessandro De Feo, Norman Mozzato, Andrea Gimbo, Laurence Rizk – hanno presentato alcuni passi del testo di Omero in una formula allargata alle diverse lingue del mediterraneo: “abbiamo voluto creare un ponte tra l’antico racconto e l’odissea contemporanea che molte persone vivono migrando verso l’Europa – spiega Caterina Casini, regista dello spettacolo e direttrice artistica dell’associazione Laboratori Permanenti. Da qui la decisione di interpretare il poema tramite una coralità di lingue: italiano, croato, greco e arabo, accompagnate dalle canzoni africane e dalla musica di Leo Brouwer. “Le quattro lingue scelte sono tra quelle che popolano il mediterraneo, sono tutte portatrici di luoghi e culture diverse ma ormai vicine a noi nella quotidianità” continua Caterina.Lo spettacolo nasce da un Laboratorio di lettura ed interpretazione sull’Odissea, svolto a Roma nel 2009 in collaborazione con il circolo Gianni Bosio. “Abbiamo iniziato ad approfondire e sviluppare alcuni libri dell’opera, soffermandoci sui grandi temi come il viaggio, l’accoglienza e il ritorno. Ma solo l’incontro con personalità di altre culture lo ha trasformato in un evento spettacolare” puntualizza.La rappresentazione ha affrontato i brani più significativi dell’opera: la Telemachia del II libro, la zattera di Ulisse nel IV libro e l’incontro con Nausicaa del VI libro. “Sono state affrontate tutte quelle fasi del viaggio di Odisseo tuttora attuali: la partenza, la perdita di traiettoria e infine l’accoglienza da parte dei Feaci”, popolo greco che fornirà ad Ulisse la nave per ritornare in patria pur sapendo che tale gesto scatenerà le ire di Poseidone. Un’accoglienza che purtroppo sembra essere l’unico elemento poco attuale “dovremmo far tesoro delle parole di Nausicaa quando incontra Ulisse per la prima volta”.
Melissa Neri(15 Giugno 2010)
Per informazioni sugli spettacoli dell’associazione Laboratori Permanenti: emanueletgiachet@gmail.com, 345 7845101….Mirar credeste d’un nemico il volto?Non fu, non è: e non fia chi a noi s’attentiGuerra portar: tanto agli dèi siam cari.Oltre che in sen dell’ondeggiante mareSolitari viviam, viviam divisiDa tutto l’altro della stirpe umana.Un misero è costui, che a queste piaggeCapitò errando, e a cui pensare or vuolsi.Gli stranieri, vedete, ed i mendichiVengon da Giove tutti, e non v’ha donoPicciolo sì, che lor non torni caro.Su via, di cibo e di bevanda il nuovoOspite soccorrete, e pria d’un bagnoColà nel fiume, ove non puote il vento”