Festival delle civiltà del Mediterraneo: la cultura come strumento di reciproca conoscenza

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Il Festival delle civiltà del Mediterraneo si è concluso con un incontro di musica e parole ed un dibattito sulla rassegna. Omar Camilletti, esperto dell’Islam della grande Moschea di Roma, ha letto brani tratti da Jean-Claude Izzo, autore della trilogia marsigliese. Il ritmo dei tamburi dei musicisti Brahim Boukantar e Jamouni Abdourrazzak ha accompagnato la lettura dei brani. L’obiettivo del Festival del Mediterraneo, un mare che abbraccia culture eterogenee eppure accomunate da continui scambi ed intrecci di civiltà, è di radunare le storie di scrittori dei paesi che si affacciano su questo mare che scrivono in lingua italiana, per trovare nella cultura, nella letteratura, nella musica e – perché no – nella cucina, gli strumenti per una reciproca conoscenza.Il dibattito ha affrontato il tema del recupero di quella parte di memoria, oggi selettivamente dimenticata, che ha visto il nostro paese origine di una forte emigrazione e la nostra gente sottoposta agli stessi meccanismi di discriminazione subìti oggi dagli immigrati. Si è voluto testimoniare che la presenza dell’Oriente è radicata nella nostra cultura, a dispetto di una visione esotica ormai superata. Allo stesso modo si è sottolineato il valore delle differenze, e di come la nostra identità sia stata frutto della confluenza di costumi che sono all’origine della ricchezza artistica e culturale dell’Italia. E’ emerso il nodo legislativo che grava sulle seconde generazioni, ragazzi incastrati tra due identità, una vissuta e l’altra ereditata, entrambe preziose, la cui mancata soluzione rischia di generare conflitti sociali.

Davide Bonaffini
(27 Novembre 2010)