Judith E. Gallangher

ANCHE IO SONO STRANIERASono straniera, quindi per me tutti i bimbi, da qualsiasi paese provengano, sono uguali. Forse si potrebbe dire che per me c’è maggiore identificazione con quelli non italiani con i quali ho sicuramente più empatia. Ho molta comprensione per le famiglie che cercano di farsi una nuova vita in un paese non loro e danno molto più importanza alla scuola rispetto alle famiglie italiane che spesso badano di più a ciò che io personalmente non ritengo molto importante: la qualità della mensa, le discussioni fra bambini ecc. Se posso dare un consiglio alle volontarie, anche se non credo che ne abbiano bisogno: ogni situazione è diversa ed è difficile generalizzare, penso sia importante cercare di non stupirsi davanti ai racconti di condizioni di vita molto diverse da quelle italiane.SITUAZIONE IN CLASSEAll’inizio l’idea di più culture mi spaventava un po’ perché mi sembrava di non riuscire ad aiutare i bambini a partecipare alle attività della classe, io non li capivo e neanche loro mi capivano. Mi dispiaceva vederli lì soli e isolati con tanta voglia di fare e senza la possibilità di farsi capire ed essere capiti. Nella nostra classe ci sono tanti bambini in difficoltà, chi perché è portatore di handicap, chi perché è più piccolo, chi fatica a concentrarsi e così via. e il tempo da dedicare a ciascuno di loro non era mai abbastanza. Avrebbero avuto bisogno di qualcuno che potesse occuparsi solo di loro almeno per un periodo almeno.SUCCESSO DI PIU CULTUREQuando sono arrivate le volontarie ero molto sollevata, si è instaurato da subito un rapporto di collaborazione. Io dicevo a loro ciò che avevamo fatto durante la settimana e ciò che intendevo fare in quella successiva. Le volontarie si adoperavano per realizzare un rinforzo linguistico in quel campo semantico e così la vita di classe è diventata più serena. Il problema iniziale era scoprire se gli alunni stranieri non capivano il concetto e o le parole. Uno degli alunni stranieri si è rivelato nel tempo fra i più bravi se non il più bravo in matematica di tutta la classe, cosa che all’inizio non si poteva immaginare. Quindi per quanto mi riguarda il progetto ha avuto successo. I bambini hanno instaurato un ottimo rapporto con le volontarie.