La Fondazione Migrantes ha presentato la quinta edizione del Rapporto Italiani nel Mondo (dicembre 2010) basata sullo studio delle migrazioni italiane degli ultimi 5 anni, unendo alla statistica una serie di interessanti aspetti sociali, culturali, religiosi ed economici. Emerge in generale uno scarso interesse nei confronti dei connazionali all’estero, considerati come “traditori” o “risorse perdute”, ma è controproducente sia questo disinteresse che quello di chi è emigrato nei confronti dell’Italia poiché chi ha vissuto l’esperienza migratoria porta con sé una “sensibilità europea” molto preziosa.Ieri e oggi. L’emigrazione italiana è stata spesso un’emigrazione di crisi e di emergenza: gente povera, notevoli sofferenze e scarsa alfabetizzazione. Oggi al contrario si rileva un’istruzione medio-alta, una buona integrazione e conoscenza della lingua: un’emigrazione dunque più “matura e consapevole”.Numeri. Al 2010 sono oltre 4 milioni i residenti italiani nel mondo, 1 milione in più rispetto al 2006. La presenza italiana può definirsi “euro-americana”: Europa 55,3%, America 39,3%, Oceania 3%, Africa 1,3% e Asia 0,9%. Tra i paesi di insediamento al primo posto l’Argentina, poi la Germania, Svizzera, Francia, Brasile, Australia, Venezuela e Spagna. Le donne sono sempre più protagoniste (quasi la metà, 47,7%) insieme ai giovani (il 15,4% ha meno di 18 anni). Gli oriundi (chi, nato in un determinato luogo, ha genitori o antenati emigrati dall’Italia) superano la popolazione residente in Italia.Flussi. Considerando i flussi in un anno nel loro complesso, tra spostamenti interni all’Italia e verso l’estero, in partenza o in rientro, temporanei o stabili, si arriva a quasi 400mila spostamenti totali in uscita, cioè 1 spostamento ogni 150 residenti.
Cervelloni. La graduatoria Top Italian Scientists dimostra che i più grandi “cervelloni italiani” operano all’estero: su 1000 in graduatoria di importanza, tra i primi 20 il 60% è all’estero, tra gli ultimi 100 il 71% è in Italia. Dei 12 Nobel italiani in chimica, fisica e medicina solo 1 condusse le sue ricerche in Italia.Economia. Nel 2009 il fatturato estero delle imprese italiane è crollato per poca capacità di innovare i prodotti e per il calo della domanda internazionale. Solo in Cina sono state incrementate le vendite, dove la presenza imprenditoriale si registra nel settore moda e design. Esistono poi casi eccezionali di buona imprenditoria: quello dei gelatai in Germania o dei detentori di fish&chips in Irlanda.