Una squadra capoverdiana di footsala

Si tratta di una novità assoluta per il territorio romano. Il footsala è uno sport conosciuto in tutta Europa ma nel nostro paese è ancora poco praticato.Manuel Ramos è un appassionato e lo andiamo a trovare nel locale da lui gestito a v. Ancona vicino a Porta Pia,  frequentato dalla sua comunità capoverdiana: il Café Cretcheu. Qui, sorseggiando aperitivi e ascoltando musica, si organizzano anche incontri sportivi. “Il footsala – racconta Manuel – assomiglia per molti aspetti al calcetto, ma la partita è breve, dura solo 20, e si gioca esclusivamente al chiuso, in palestra. Noleggiare la struttura comporta un costo non indifferente per delle squadre amatoriali, che si autofinanziano”.L’otto gennaio si è tenuto un torneo ad Aprilia, promosso da Alex Paterni, presidente della F.I.F.S. di Milano e Fransis Chinedu Manujibeya, nigeriano, vicepresidente e delegato per la Regione Lazio.Il footsala nasce in Uruguay nel 1930 grazie all’immaginazione e all’intraprendenza dell’argentino Yuan Carlos Cerini ed è stato importato in Europa dagli immigrati. Anche Ramos ha collaborato all’organizzazione. La sua squadra non ha vinto ma si divertita un mondo: “ è una squadra collaudata, abbiamo già disputato molti tornei in trasferta… qualche volta abbiamo vinto – afferma sorridendo – ma soprattutto ci piace e ci facciamo onore”.La squadra dei ragazzi di Capo Verde in cui gioca Manu è molto unita, non solo sotto l’aspetto sportivo. Manu racconta: “siamo legati da grande amicizia perché facciamo tante cose assieme”. I ragazzi si allenano perlopiù singolarmente, sia in palestra che all’aperto e si sono formati da soli. Al momento, non c’è un allenatore per gestire la squadra sotto il profilo tecnico e di questo si rammaricano, ma: “che io sappia a Roma non ci sono allenatori di footsala e, anche se fosse disponibile, si porrebbero problemi economici, logistici e poi ognuno di noi abita in zone diverse del territorio laziale, non so quando potremmo incontrarci per gli allenamenti”.Lo sport aggrega i capoverdiani sparsi in Italia e in altri paesi europei che talvolta si danno appuntamento in massa a Roma, per la festa di Pasqua o a luglio per la festa nazionale di Capoverde. “E’ costoso, ma ci piace riunire la disapora, almeno una volta all’anno…. Lo sai che i capoverdiani in Europa sono più numerosi quanto quelli che abitano nelle nostre piccole isole?” . Interessante, la colonia capoverdiana in Europa ha raddoppiato il paese di provenienza.Luisa Leoncavallo 10 gennio 2011