Il consultorio scende in piazza. E si racconta

 

da www.trentinosolidarieta.it

Offerta attiva La presenza dei due consultori dell’Asl Rm A all’interno del territorio del Municipio2, e i servizi sanitari che forniscono, sono tuttora poco noti ai cittadini italiani e stranieri.  Per farli conoscere le operatrici del consultorio hanno organizzato degli interventi di offerta attiva. Il primo appuntamento è il 24 Marzo alle 16.30 a piazza Mancini: un pomeriggio d’informazione dedicato soprattutto alle comunità filippina e sudamericana che proprio in questo luogo spesso si ritrovano.

Una strana iniziativa Nello stesso tempo il Municipio2 ha realizzato, in occasione dell’8 marzo, tre giornate di prevenzione con esami gratuiti per la donna con le strutture private Artemisia e Bios International. Questo ci sembra suoni come una concorrenza inutile ai consultori pubblici che forniscono, da sempre, servizi gratuiti tanto più indispensabili vista l’ampia comunità straniera residente.

Mediatrici culturali Proprio per porre riparo alla scarsa visibilità e per fornire un servizio più vicino all’utenza è nato il progetto “Servizio di mediazione linguistico-culturale per il rilancio dei consultori familiari dell’ASL Roma/A” che da dicembre ha attivato, nelle sedi di via Salaria 140 e di via Atto Tigri 5, tre mediatrici: una spagnola, una rumena e una filippina. “Per i miei connazionali non conoscere bene l’italiano è un forte ostacolo inoltre la gratuità dei servizi non è capita: nel nostro paese la sanità si paga” spiega Marilou Berain, mediatrice filippina. “Il lavoro con le straniere”, racconta l’assistente sociale Stefania Tonetti, è cominciato con la nascita stessa del consultorio negli anni ’70; abbiamo seguito il fenomeno migratorio in tutta la sua evoluzione. Inizialmente sono arrivate le filippine, seguite dalle sudamericane e, in anni recenti, dalle donne dell’Europa dell’est. Le straniere oltre a  subire il disagio migratorio, provengono da realtà culturali diverse dalle nostre. Ciò non riguarda solo le extracomunitarie, come molti pensano. Anche le immigrate europee hanno dei background molto differenti”.

“Le donne rumene, ad esempio, sono quelle che ricorrono a noi con maggiore frequenza per ottenere l’IVG (interruzione volontaria di gravidanza). Sotto Ceauşescu l’IVG era proibita, oggi invece è diventata legale ed è realizzata in tempi molto veloci” spiega Tonetti, “molte donne provenienti dalla Romania ci raccontano che vanno all’ambulatorio e vengono operate subito, senza anestesia, lo stesso giorno in cui ne fanno richiesta. Alcune s’innervosiscono quando sentono che, in Italia, ci sono dei tempi più lunghi, colloqui, analisi. Molte hanno alle spalle quattro, cinque aborti. Ricordo una donna che aveva subito addirittura venti aborti”.

Simonetta Leoni, ostetrica al consultorio di via Salaria, aggiunge: “abbiamo incontrato difficoltà a far comprendere alle rumene le motivazioni delle nostre regole. In altri casi tutto avviene con più spontaneità. Ad esempio molte sudamericane arrivavano da noi con quattro, cinque figli. In tempi brevi le donne di questa comunità assimilano la nostra cultura: usano gli anticoncezionali e hanno figli per scelta, in numero minore, come le italiane

Anche la maternità è un momento nel quale emergono differenze. “Il consultorio di via Salaria si sta specializzando nell’accompagnamento alla nascita, nell’allattamento e nel seguire la donna nel delicato periodo che segue il parto. Nonostante il consultorio sia gratuito le straniere sono poco presenti” spiega Stefania Tonetti “anche in questo caso vi sono motivazioni profonde. Le donne che provengono dall’Europa dell’est spesso sono sole e non hanno conoscenza dell’importanza dell’accompagnamento al parto. Mentre quelle originarie di paesi nei quali la famiglia è forte, come le sud americane o le filippine, si isolano dentro al nucleo composto dalle donne della famiglia. E’ importante per tutte sapere che portare avanti al meglio la gravidanza previene possibili conseguenze sia sulla madre, anche dopo il parto, sia sulla salute del bambino”.

Marco Corazziari(8 marzo 2011)