Riprende fino al 2 maggio la mostra d’opere d’arte dell’istituto giapponese di cultura a Roma con l’esposizione della collezione di pitture, ceramiche ed arti applicate, che compongono la seconda parte di Giappone 900. A pochi giorni dalle calamità che si sono abbattute su questo paese, la mostra è pervasa da un grande senso di pace e delicatezza, non c’è traccia della distruzione o del disorientamento nel lavoro dei migliori artisti giapponesi del 900, che pur hanno vissuto in una terra così frequentemente colpita da catastrofi naturali di grandi proporzioni.
Le due pitture che concludono il percorso, Iris dell’artista Hōshun Yamaguchi di Hokkaido e Susino bianco e rosso di Seison Maeda, conservano lo stile giapponese – nihonga – nel soggetto naturale e nella delicatezza dei colori. Entrambi gli artisti si aprirono allo stile occientale, il primo creando opere colme di sensibilità moderna, nitidezza espressiva e di tinte chiare, il secondo con soggetti narrativi a sfondo storico come in Madame garasha Hosokawa conservato nei musei vaticani, dedicato ad una delle più famose giapponesi di fede cristiana. L’opera Yoritomo nella grotta di Maeda è stata insignita nel 2010 del titolo di importante patrimonio culturale. Tra le altre pitture c’è Bambù di Heihachiro Fukuda della scuola di pittura di Kyoto. L’artista è noto per il disegno essenziale e l’utilizzo di tinte chiare e si distingue per il tratto lineare e la freschezza dei soggetti. Colle verde del paesaggista Kaii Higashiyama è un’altra opera degna di nota. L’artista fu il primo a ricevere una borsa di studio nell’ambito degli scambi culturali tra Germania e Giappone. Celebri sono le sue pitture murali della corte imperiale o presso il tempio Tōshōdaiji di Nara.
Per quanto riguarda le ceramiche e le arti applicate, sono esposti vasi da fiori, lacche e contenitori da thè creati e decorati con le più varie tecniche di lavorazione. Molti degli artisti qui presenti con le loro produzioni hanno ereditato la maestria dai padri, molto spesso anch’essi ceramisti, ed hanno conseguito la laurea nei laboratori municipali di ceramica delle loro città. Molto particolari Vaso verde decorato in oro con disegni di gufi di Hajime Katō, e l’opera di Osamu Suzuki, che raggiunse la notorietà con una tecnica di produzione che si avvale del forno a gas. Quest’ultimo ha ricevuto vari premi dell’associazione nazionale della ceramica e nel 1994 è stato dichiarato tesoro nazionale vivente. Le opere di Kei Fujiwara, anche lui presente nella mostra, hanno un valore letterario oltre che artistico. L’autore, prima di intraprendere la carriera di artigiano, aveva conseguito la laurea in letteratura ed era appassionato di pensiero politico. Le forme semplici e la grande varietà di tecniche di smaltatura sono le cifre stilistiche delle opere di Kanjiro Kawai, tra i promotori del movimento di artigianato popolare Mingei, che nel 1937 ricevette il gran premio all’esposizione internazionale di Parigi. Sono esposte non solo ceramiche ma anche vasi in vetro, come quello di Toshichi Iwata, che crea opere avvalendosi delle tecniche romane, di murano e di Kenryū in Cina, ispirandosi alle forme dei vasi della Grecia antica e della porcellana cinese.
Davide Bonaffini22 Marzo 2011