L’Italia fa la storia. Quattordici anni dopo il successo di Grenoble che di lì a breve avrebbe spalancato agli azzurri le porte del Sei Nazioni, il XV di Nick Mallett ripete l’impresa e batte la Francia al Flaminio 22-21, rimontando dal 6-18. Azzurri che dopo 11 anni dall’ingresso nel torneo hanno la meglio per la prima volta sui blues che si fanno rimontare e superare nei minuti conclusivi.
La cronaca La compagine azzurra va in vantaggio dopo 120 secondi con il piazzato di Bergamasco, gli ospiti ci mettono un po’ a reagire ma al 15′ arriva la meta con Clerc che sfrutta gli errrori di Garcia e Canale, poi Parra non trasforma. Si va a riposo sul punteggio di 8-6 per la Francia dopo un ulteriore piazzato per parte. Italia che al rientro in campo non sembra essere ancora lucida e cosi Parra approfitta dei pasticci azzurri per schiacciare in meta. Per fortuna dopo sette minuti Masi fa rientrare la propria nazionale in partita mettendo a segno una meta servita prima da Semenzato e poi da Benvenuti, a 20 minuti dalla fine Italia 13 Francia 18. Nel finale le due squadre si rispondono a suon di calci piazzati, prima Parra ristabilisce il margine di 5 punti di vantaggio dopo che Bergamasco era andato a segno. Al 30′ ed al 35′ però Bergamasco non fallisce e supera una Francia ormai priva di forze. Al Flaminio l’Italia evita il cucchiaio di legno nel migliore dei modi impedendo alla Francia di aggiudicarsi il torneo.
Gli ospiti francesi Delusione ma grande sportività nell’accettazione della sconfitta tra i tifosi dei Bleus. Come dimostrano Francois e Beatrice Giraud, allo stadio con i loro due figli. A differenza del calcio, nel rugby c’è una rivalità molto leale, sia tra le tifoserie che tra i giocatori in campo. Nessuno infatti mette in dubbio l’autorità dell’arbitro. Francois e Beatrice sono in Italia ormai da dieci anni, per motivi di lavoro, vengono dalla regione sud-occidentale della Francia, dove il rugby è particolarmente diffuso: è un po’ come nei paesi anglosassoni, dalle nostre parti si pratica nelle scuole ed è più seguito che nel resto del paese.
Affermazione che viene confermata da un’altra coppia, Peggy e Alexandre Ferrier: nel sud-ovest il rugby è quasi una religione. Noi veniamo da vicino Parigi, dove da solo dieci anni questo sport ha iniziato a diffondersi, è ancora il calcio ad essere più popolare. Peggy ha la madre italiana, quindi non è particolarmente amareggiata dalla sconfitta: tifo anche un po’ per l’Italia. Inoltre nel campionato francese giocano alcuni elementi della nazionale, come i fratelli Bergamasco che sono molti bravi e danno un gran contributo alla squadra. Alexandre è invece un ex giocatore di rugby e ribadisce come questo sport insegni a giocatori e tifosi un grande spirito di squadra, la solidarietà e il rispetto degli avversari. Nonostante la sconfitta infatti ammette che si è respirata questa atmosfera oggi allo stadio.
Auspici Questa cultura sportiva sta sicuramente facendo bene alla tifoseria italiana, fin troppo abituata a scontri e fazioni, disgregazione e antisportività. Ne è dimostrazione la disponibilità, la calma e l’allegria che si è respirata all’uscita dello stadio Flaminio nelle gare di questo torneo ultracentenario, il più vecchio del mondo.
Luisa Leoncavallo e Gabriele Santoro(15 marzo 2011)