Storia Illegale di una clandestina per bene

Illegal film belga del 2010 è la storia del calvario che una giovane mamma russa, vissuta a Bruxelles da clandestina per otto anni, si trova ad affrontare una volta scoperta dalla polizia senza documenti. Rinchiusa in un centro di detenzione in attesa del rimpatrio, è costretta a separarsi dal figlio poco più che dodicenne.

“Vuoi sapere se ho sofferto abbastanza per avere il diritto di restare nel tuo paese?” è questa la domanda lapidaria rivolta dalla donna alla guardia del centro che le chiede se piuttosto che patire certe umiliazioni non sarebbe più sopportabile accettare il rimpatrio. Questa è la risposta che il regista Olivier Masset Depasse sceglie di (non) dare al quesito che, giunti a quel punto del film, è con ogni probabilità passato per la testa di ciascuno spettatore. Non lascia spazio ad espedienti narrativi,  si cala nella quotidianità del centro di detenzione con un approccio simile a quello di un documentario e i movimenti della macchina a mano ne aumentano l’effetto realistico. Lo spettatore si immedesima in Tania e Tania lotta dall’inizio alla fine del film con tutte le energie, accettando di essere ferita nella dignità e nel fisico senza mai smettere di anteporre lo scopo di proteggere il suo bambino persino a quello di riacquistare la libertà. Come lei lottano tutte le altre donne prigioniere di questo microcosmo, le cui fisionomie sono anche solo tratteggiate, compresa, in misura diversa, la giovane custode costretta ad accettare un ruolo che non condivide per mantenere i propri figli. Il tentativo è quello di descrivere nel dettaglio le contraddizioni di una società in cui, dietro una facciata di apparente civiltà ed efficienza, vige un sistema di leggi che toglie la libertà ai clandestini in attesa di rimandarli nel loro paese e soprattutto li priva della possibilità di trovare un’alternativa legale al rimpatrio: entrambe le compagne di stanza di Tania finiranno, in modi diversi, per arrendersi. Resta, nel finale, un anelito di speranza affidato a una confortante quanto utopica reazione della collettività, in una società civile che non dovrebbe tollerare questo tipo di soprusi.

Irene Ricciardelli
(27 marzo 2011)

Titolo originale: Illegal
Regia: Olivier Masset-Depasse
Cast: Anne Coesens, Esse Lawson, Gabriela Perez, Alexandre Golntcharov, Frédéric Frenay, Olivier Schneider, Christelle Cornil, Olga Zhdanova, Tomasz Bialkowski
Produzione: Versus Production, Iris Productions, Dharmasala, Prime Time
Distribuzione: Archibald
Nazione: Francia, Belgio
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 95′