Religioni in preghiera per la Libia

Religioni diverse unite nella preghiera per la Libia: è accaduto alla fine di marzo nel Salone del Museo di Storia de l’Arte preso il complesso de l’Ospedale Santo Spirito di Roma, che ha accolto decine di persone di varie confessioni e nazionalità per un toccante pomeriggio di raccoglimento.I partecipanti hanno espresso con forza la loro solidarietà ed empatia verso tutti coloro che, innocenti, stanno soffrendo le conseguenze del conflitto in Libia. Di fronte a questa improvvisa esplosione di violenza e brutalità noi non possiamo fare nulla, dato che non abbiamo modo di fermarla direttamente. Ma è davvero così?Possiamo provare tuttavia a compensare, anche se minimamente, questa disumanità con la solidarietà, questa brutalità con la dolcezza.La preghiera, lirica e toccante, ha coinvolto tutti i partecipanti e li ha stimolati a contribuire con una riflessione personale. L’argomento iniziale, la guerra in Libia, è stato così allargato fino ad includere qualunque tipo di paura, di solitudine, di smarrimento, non ultimo quello del popolo giapponese.“Per tutti quelli che hanno paura di vivere” è stata una delle frasi più ripetute, di estrema semplicità e chiarezza.Abituati come siamo a giudicare le cose per la loro utilità un atto come questo può sembrare inutile perché “non risolve niente”. Per quelli che, invece, credono nella importanza dei simboli, un’iniziativa come questa rappresenta una prova di solidarietà attiva, un’unione di pensieri e desideri: la nostra impotenza non deve vincere, perché ogni giorno c’è qualcosa che si può fare per migliorare, anche se di poco, il mondo e la società in cui viviamo.Alba Tarroc Fernandez(22 aprile 2011)