Asli Tra queste l’Associazione Stranieri Lavoratori in Italia, di recente formazione ma già molto dinamica, con sede presso il Centro Filippino di via Urbana, vicino Piazza Dell’Esquilino. Oltre alle consuete attività di sportello l’Asli ha curato l’edizione di due libri guida per immigrati filippini in Italia, in entrambe le lingue. “Abbiamo visto le necessità della comunità a livello sociale, non conoscono le istituzioni, le leggi, i servizi sanitari, così possiamo aiutarli ad integrarsi” dichiara Analiza Bueno, presidente dell’associazione e mediatrice culturale. Le pubblicazioni sono state possibili anche grazie ad un forte aiuto delle istituzioni, l’ambasciata filippina, Roma Capitale, il Municipio XVI e la Regione Toscana e a breve ci saranno edizioni anche in altri grandi capoluoghi come Milano, Bologna e Firenze. “Siamo partiti dal principio di cittadinanza attiva, dalla necessità della consapevolezza di diritti e doveri necessaria per la crescita economica, civica e culturale. L’obiettivo è far arrivare queste guide nelle Filippine per dare a chi ha intenzione di venire in Italia maggiori informazioni possibili su principi fondamentali di diritto, storia e geografia, associazionismo e altri temi come anche arte e turismo”, afferma Giuseppe Caggiati, giornalista e tra gli autori di entrambe le pubblicazioni.

Associazione del Verbo Divino A dispetto del nome si tratta di un’associazione che si occupa a tutto tondo dei problemi della comunità, dall’aiuto ai nuovi arrivati, se possibile anche economico, allo svolgimento di servizi burocratici, con stretti rapporti con l’ambasciata. La sede è in via dei Verbiti, zona Piramide, dove vengono organizzati numerosi incontri ogni settimana sulle varie tematiche di interesse degli immigrati filippini. Jimmy Acosta, uno dei rappresentanti, sostiene che la festa nazionale sia molto più sentita all’estero che in patria: “c’è maggiore bisogno di ritrovarsi, perché qui siamo stranieri. E il sentimento è più forte qui rispetto anche a Milano (dove la comunità è più numerosa, ndr), sia per la presenza dell’ambasciata che come vita religiosa”. Molti sono di seconda o anche terza generazione, ben integrati già dal loro percorso scolastico e buona parte del bagaglio culturale si sta perdendo tra i più giovani, che parlano un ottimo romano e vestono secondo i dettami della moda hip hop. “Al centro lavoriamo perché le tradizioni non vengano dimenticate”, continua Jimmy Acosta, “organizziamo anche dei viaggi nelle Filippine per i ragazzi, l’ultimo è stato a dicembre”. Sulle difficoltà dei lavoratori, nonostante le molteplici difficoltà, Acosta avverte un supporto delle istituzioni, mentre ritiene che “al governo filippino non interessa nulla, non sostiene studenti e lavoratori, ecco perché qui arriva molto personale qualificato”.
Gabriele Santoro(13 giugno 2011)