Tra gli iberici manca il bomber Iker Arcocha, a segno due volte in semifinale, sostituito dal capitano Mario Rodriguez, richiamato dalla Spagna proprio per l’occasione. Alle sue spalle solito terzetto composto da Alfonso Garcia e Soler sulle fasce e Blanco trequartista. Schema speculare per il Paraguay che ha il rapido Flores unica punta supportato da Barrios, Rituale e De Felice.
Il primo tempo inizia a bassi ritmi, le squadre sono attente a non scoprirsi. Dopo un quarto d’ora di studio il Paraguay rompe gli indugi, Flores cerca l’incursione in area ma viene bloccato da Morante in uscita. Tre minuti e i sudamericani passano in vantaggio, Rituale viene liberato in area con un passaggio dalla sinistra, stop e conclusione sotto il sette della porta degli iberici, al 18’ è 1-0. Come nelle ultime gare con Romania e Capo Verde, le furie rosse si risvegliano una volta sotto. Al 34’ occasionissima per Alfonso Garcia, che sfrutta un buco della difesa e si presenta da solo davanti a Gonzalez, ma calcia alto. Il Paraguay prova a sfruttare le ripartenze, e dopo un minuto Flores in contropiede arriva a tu per tu con Morante, magistrale nel deviare in angolo la conclusione.
Nella ripresa spagnoli arrembanti, al 1’ un colpo di testa di Meli sugli sviluppi di un calcio piazzato costringe Gonzalez ad una presa bassa. Al 22’ Soler colpisce la parte alta della traversa su calcio piazzato. Poco dopo è Blanco a tentare il rasoterra angolato, bravissimo l’estremo difensore a distendersi e deviare in corner. La formazione Erasmus ha il controllo del campo, ma il Paraguay si difende con ordine, lasciando il solo Flores in avanti per cercare di sfruttare la sua velocità in contropiede. Schema che dà i suoi frutti alla mezz’ora. Barrios viene steso in area, ma Flores si fa respingere il penalty dall’ottimo Morante, che riesce a tenere a galla i suoi. Ma ancora per poco, perché a 5’ dal termine Flores riscatta l’errore dagli undici metri e lanciato a rete supera il portiere con un tocco morbido, per il 2-0 finale. A nulla valgono gli ultimi disperati assalti della Spagna, che sfiora il gol della bandiera su un calcio di punizione a due dentro l’area, respinto sulla linea dalla difesa.
Vittoria del pubblico Grande affluenza al Campo Roma, tribune gremite e colorate dai sostenitori delle due squadre con festoni e bandiere. Pur trattandosi di un torneo dilettantistico il tifo è stato incessante con cori – e qualche sfottò – dall’una e dall’altra parte. Un successo di cui gli organizzatori del Mundialido possono andare fieri. Alla prima edizione nella capitale, Roma ha risposto alla chiamata.
Gabriele Santoro(26 giugno 2011)