Mundialido, Paraguay campione

Giro di campo con la bandiera della pace prima del fischio d'inizio
In archivio la XIII edizione del Mundialido con il trionfo del debuttante Paraguay, che nella finale del 25 giugno al Campo Roma di via Farsalo, zona San Giovanni, ha superato un’ottima Spagna con il punteggio di 2-0. Il trofeo torna ad una sudamericana a ben nove anni dal successo del Brasile. L’incontro è stato preceduto dall’esibizione della fanfara dei bersaglieri di Fara Sabina, il saluto di Jean-Leonard Touadi e la consegna a tutte le squadre partecipanti di una targa ricordo della competizione, con la Rappresentativa Rom che si è aggiudicata il premio fair play, riconoscimento per la squadra più corretta.

Tra gli iberici manca il bomber Iker Arcocha, a segno due volte in semifinale, sostituito dal capitano Mario Rodriguez, richiamato dalla Spagna proprio per l’occasione. Alle sue spalle solito terzetto composto da Alfonso Garcia e Soler sulle fasce e Blanco trequartista. Schema speculare per il Paraguay che ha il rapido Flores unica punta supportato da Barrios, Rituale e De Felice.

Il primo tempo inizia a bassi ritmi, le squadre sono attente a non scoprirsi. Dopo un quarto d’ora di studio il Paraguay rompe gli indugi, Flores cerca l’incursione in area ma viene bloccato da Morante in uscita. Tre minuti e i sudamericani passano in vantaggio, Rituale viene liberato in area con un passaggio dalla sinistra, stop e conclusione sotto il sette della porta degli iberici, al 18’ è 1-0. Come nelle ultime gare con Romania e Capo Verde, le furie rosse si risvegliano una volta sotto. Al 34’ occasionissima per Alfonso Garcia, che sfrutta un buco della difesa e si presenta da solo davanti a Gonzalez, ma calcia alto. Il Paraguay prova a sfruttare le ripartenze, e dopo un minuto Flores in contropiede arriva a tu per tu con Morante, magistrale nel deviare in angolo la conclusione.

Nella ripresa spagnoli arrembanti, al 1’ un colpo di testa di Meli sugli sviluppi di un calcio piazzato costringe Gonzalez ad una presa bassa. Al 22’ Soler colpisce la parte alta della traversa su calcio piazzato. Poco dopo è Blanco a tentare il rasoterra angolato, bravissimo l’estremo difensore a distendersi e deviare in corner. La formazione Erasmus ha il controllo del campo, ma il Paraguay si difende con ordine, lasciando il solo Flores in avanti per cercare di sfruttare la sua velocità in contropiede. Schema che dà i suoi frutti alla mezz’ora. Barrios viene steso in area, ma Flores si fa respingere il penalty dall’ottimo Morante, che riesce a tenere a galla i suoi. Ma ancora per poco, perché a 5’ dal termine Flores riscatta l’errore dagli undici metri e lanciato a rete supera il portiere con un tocco morbido, per il 2-0 finale. A nulla valgono gli ultimi disperati assalti della Spagna, che sfiora il gol della bandiera su un calcio di punizione a due dentro l’area, respinto sulla linea dalla difesa.

   

La festa dei campioni
 Sorprendente il cammino di entrambe le squadre, di recente formazione e dunque poco rodate. Detto del Paraguay al debutto assoluto nel Mundialido, la composizione Erasmus della Spagna costringe ad ogni edizione a ripartire da zero. La vittoria dei sudamericani si è basata su una difesa coriacea e cinico contropiede, fattori importanti e che continueranno a dividere all’infinito sostenitori del calcio spettacolo e i più pragmatici per cui conta solo il risultato. Agli iberici è mancata la lucidità necessaria per ribaltare lo svantaggio, si è sentita l’assenza di Arcocha, con il sostituto Mario Rodriguez che non ha saputo incidere. Forse ha pesato la stanchezza per lo sforzo ai supplementari  contro Capo Verde, con il Paraguay che invece ha disputato solo 6’ della semifinale, sospesa e vinta a tavolino per le intemperanze dei senegalesi.

Vittoria del pubblico Grande affluenza al Campo Roma, tribune gremite e colorate dai sostenitori delle due squadre con festoni e bandiere. Pur trattandosi di un torneo dilettantistico il tifo è stato incessante con cori – e qualche sfottò – dall’una e dall’altra parte. Un successo di cui gli organizzatori del Mundialido possono andare fieri. Alla prima edizione nella capitale, Roma ha risposto alla chiamata.

Gabriele Santoro(26 giugno 2011)