Sergio Segio, direttore di Associazione società informazione ha curato il Rapporto sui diritti globali 2011, edito da Ediesse e presentato l’8 giugno nella sala Simone Weil della Cgil a corso d’Italia.
Crisi e stato sociale. Segio non risparmia parole dure contro la maniera sbagliata con cui si governano i processi di globalizzazione. Primo imputato il sistema finanziario, responsabile della crisi e salvato con costi altissimi a carico dello stato sociale. “Rappresentanti del governo Bush avevano parlato di imprevedibilità della crisi dei subprime. Da anni prima che si verificasse studiosi ed economisti avevano denunciato i rischi della finanziarizzazione dell’economia e la pericolosità delle bolle finanziarie”. Di aggressione ed accanimento forte verso le politiche di cooperazione e sviluppo parla Luca de Fraia, segretario Actionaid Italia, che denuncia “un paese screditato a livello internazionale, che ha riunciato alla lotta alla povertà e si dimostra privo di solidarietà verso il mondo e dentro i confini nazionali”.
Diritti. Secondo Paolo Beni, presidente nazionale dell’Arci, stiamo assistendo alla regressione dei diritti globali. “Si è creato un corto circuito tra sviluppo umano, della democrazia e dei diritti. All’aumentare dello sviluppo oggi non corrisponde un incremento dei diritti, ma si allarga il divario sociale e l’impoverimento del ceto medio”.
“L’incremento delle disparità – commenta don Armando Zappolini, presidente nazionale Cnca – è frutto di un difetto politico e culturale che collega il welfare alla ricchezza, provocando in tempo di crisi una aggressione progressiva ai diritti delle persone. Sulla parola diritti non c’è spazio di mediazione, specie sull’immigrazione”.
I dati sui fondi. Il curatore del rapporto cita i dati che testimoniano lo smantellamento dello stato sociale “A fronte dei salvataggi delle banche sono spariti o si sono assottigliati i bilanci dei sistemi di protezione sociale. In Italia è scomparso il fondo di inclusione degli immigrati introdotto dal governo Prodi. Il fondo sulla famiglia è passato da 186 milioni nel 2009 a 52 nel 2011 ed è diminuito il fondo dell’infanzia. Sono questi i record negativi del nostro paese, una strategia di macelleria sociale”.
Dove sono i soldi. Le casse statali hanno speso per i Cie oltre un miliardo, l’intervento in Iraq ne è costato tre, mentre la missione in Afghanistan pesa 800 milioni l’anno sul bilancio statale.
Iniquità. Il sistema fiscale italiano si dimostra iniquo poiché tassa del solo 12,5% le rendite e trascura piani di intervento contro l’economia sommersa dedicandosi ai condoni. Iniquo anche il sistema giustizia e pesante è la situazione nelle carceri. Qui una mancata attuazione di politiche edilizie ed il sovraffollamento porta 3-4 persone a convivere in dieci metri quadri.
D.B.