AfroCubism: identità sonore da Cuba al Mali

Eliades Ochoa alle sue spalle a sinistra Djelimady Tounkara

Il 30 giugno gli AfroCubism a Villa Ada. Roma incontra il Mondo ha ospitato l’unica tappa italiana degli AfroCubism. Ensemble che riunisce tredici dei migliori musicisti del Mali e di Cuba, tra i quali gli artisti leggendari Eliades Ochoa e Toumani Diabate. “Abbiamo girato tutto il mondo, mancava solo l’Italia” sorride Eliades, capitano del gruppo. Cantante, chitarrista, compositore, definito il Johnny Cash cubano, racconta che il progetto nasce nel ’66 da un’idea di Nick Gold. Un gruppo di musicisti maliani venne invitato a Cuba da Nick, boss della World Circuit, per registrare  insieme a cantanti e musicisti cubani. Per motivi non del tutto chiariti, mancanza di alcuni visti, ingaggi migliori, lo smarrimento dei passaporti, i maliani non arrivarono. Nick Gold aveva gli studi già pagati e chiese a Eliade Ochoa di radunare musicisti cubani, per fare un disco e non perdere tutto. Nacque così il famosissimo Buena Vista Social Club. Dopo quattordici anni ci hanno riprovato ed il risultato è un gruppo che merita il pubblico mondiale. “Tutto a suo tempo” sorride Eliades.

Toumani Diabaté, Bassekou Kouyate ed Eliades Ochoa
Da timido ascolto a danza libera. Il pubblico si è lasciato trasportare dal ritmo, seguendo l’esempio dei musicisti. “Sono stato in Senegal per un mese, per loro la danza è un tutt’uno col far musica. Si risentono se non balli” racconta un fan. Chitarra elettrica e classica, kora, ngoni, percussioni, trombe, balafon e basso si sono uniti in armonie originali che non perdono il carattere ora afro ora cubano. Posti d’onore per la kora del leggendario Toumani Diabaté, la chitarra elettrica di Djelimady Tounkara e il ngoni Bassekou Kouyate. I grandi musicisti maliani hanno diretto il gioco sonoro che ha avvolto Villa Ada. Tra dialoghi musicali e risate complici, coinvolgendo il pubblico in questa riunione di amici musicanti.

Kasse Mady Diabaté voce, Bassekou Kouyate al ngoni e Lassana Diabaté al balafon

Dal Mali a Cuba. La diaspora ha lasciato da tanto tempo l’Africa. Si sono cercati per riunirsi. Questo lo spirito dell’ensemble. Sonorità lontane e distinte, unite dall’essere figlie dello stesso ceppo. Non a caso protagonista è la kora, strumento tradizionale dei contastorie maliani, i griot. L’arte griot è rigorosamente tramandata di padre in figlio. Si dice che nella discendenza del grande Toumani, vi siano ben 71 generazioni di musicisti di kora. In un dialogo con Bassekou Kouyate, la kora e il ngoni hanno catturato l’attenzione del pubblico come in ipnosi, per riprendere subito dopo il ballo. Eliades ha diretto l’ensemble con il suo cappello da cowboy e la chitarra classica a otto corde, che permette la produzione di sonorità tipiche del tres, strumento cubano. Perfetto connubio per unire il passato a un presente meticcio.

Foto: Sebastiano Greco

M. Daniela Basile(1 luglio 2011)