Il 27 Giugno la città di Gaeta ha accolto il convegno “La proposta delle scuole popolari per la promozione del diritto all’istruzione, dell’intercultura, della cittadinanza” organizzato dalla Casa dei Diritti Sociali, in collaborazione con l’associazione Insieme. L’incontro è stata la tappa conclusiva di un progetto iniziato nel mese di luglio del 2010 in cui dieci scuole popolari, attive da anni sul territorio nazionale nell’insegnamento della lingua italiana L2, hanno avviato un percorso di interazione per favorire lo scambio di esperienze, di metodo di lavoro ed incoraggiare nuove progettualità.
Le scuole Sono state coinvolte dieci scuole popolari di associazioni presenti nei territori di Fiumicino, Ladispoli, Gaeta, Latina, Pisa, Tivoli e Roma – realtà che hanno attività di insegnamento stabili e ben strutturate – e le scuole di Frosinone, Rieti e Viterbo che hanno costruito le condizioni per avviare i corsi di lingua per migranti a partire dal mese di settembre.
Obiettivo del progetto e delle singole scuole è l’integrazione all’interno del tessuto sociale e culturale italiano delle comunità straniere e delle singole persone migranti “in modo da supplire a quanto svolto dal sistema scolastico e dalle istituzioni pubbliche, garantendo una cittadinanza attiva del migrante ed una sua reale inclusione non subordinata” ha affermato Maria Gritti dell’associazione Insieme. Nel particolare si passa da un accesso di bassa soglia come a Roma, dove l’insegnamento dell’italiano è inteso come strumento di “primissima accoglienza” e la frequenza non è costante, a corsi fortemente strutturati e spesso legati alla prevalenza di specifiche comunità migranti. L’esperienza di Tivoli è esemplare “la nostra cittadina è composta da circa 50 mila abitanti di cui 7 mila migranti per la maggior parte rumeni, abbiamo creato un percorso di insegnamento con sede nella biblioteca comunale che valorizzi l’individuo includendolo nella società. Senza la conoscenza della lingua non posso essere esercitati i diritti e le esigenze dei migranti – ha spiegato Antonella Pirolo, responsabile di Focus-Casa dei Diritti Sociali di Tivoli – Siamo riusciti ad ottenere il 40% di frequenza sul totale delle lezioni”.
Oltre all’insegnamento della lingua italiana le scuole popolari hanno costruito nell’anno 2010/2011 un ventaglio di interventi di inclusione sociale che comprendono l’assistenza sanitaria, legale e progetti di sostegno linguistico per i minori non accompagnati “oltre all’aiuto didattico è indispensabile ridare ai bambini la possibilità di stare insieme, socializzare e divertirsi conoscendo se stessi” ha detto Vincenzo Taurino dell’associazione Io,Noi nata nel 2003 a Fiumicino, “Abbiamo creato dei piccoli laboratori teatrali in cui valorizzare la funzione dell’ascolto e la capacità di raccontare se stessi e la cultura d’origine”. Altre associazioni hanno realizzato progetti di integrazione rivolto ai bambini rom, che troppo spesso effettuano un percorso di scolarizzazione all’interno degli istituti pubblici insufficiente o inferiore rispetto ai loro compagni italiani, tanto che l’accesso all’Univerisità diventa un obiettivo quasi utopistico. “Abbiamo attivato 3 corsi d’italiano per i bimbi rom: accoglienza, I e II livello con attestato finale di partecipazione – ha spiegato Luana Ammendola dell’associazione Moci di Cosenza – e grazie all’associazione “Scuola del Vento”, che ha costruito una baracchina all’interno di un campo rom, abbiamo la possibilità di essere noi ad avvicinarci a loro, realizzando attività ludiche” .
“L’auspicio per l’anno prossimo – ha detto Giulio Russo presidente nazionale della Casa dei Diritti Sociali – è quello di poter coinvolgere nel progetto tante altre nuove realtà nazionali, con particolare attenzione a quelle presenti nelle regioni del sud Italia, nonché continuare il percorso appena iniziato dalle scuole popolari di Viterbo, Frosinone e Rieti”.
Melissa Neri
(4 Luglio 2011)