Radiodervish. Anche quest’anno Roma incontra il Mondo ha ospitato i Radiodervish e il pubblico entusiata ha gremito Villa Ada. La loro è una musica mediterranea dalle influenze mediorientali nutrita da testi poetici. Quando si parla con Nabil Ben Salameh e Michele Lobaccaro si percepisce lo stesso magnetismo; un’energia che sembra arrivare da luoghi conosciuti ed ignoti allo stesso tempo. Si sono incontrati a Bari dove Nabil, libanese di origini palestinesi, è arrivato negli anni ottanta per motivi di studio. “La sua era un’immigrazione intellettuale, in un contesto diverso da quello attuale” racconta Michele. “Non c’erano i problemi economici e lavorativi che oggi”, interviene Nabil, “oltre a rendere difficile la vita quotidiana, vengono strumentalizzati da una politica che fa della paura il suo cavallo di battaglia”.
Dall’amicizia alla musica. “Conoscere Michele è stato come aprire una finestra privilegiata sulla cultura italiana”. “Analogamentre” spiega Michele “grazie a Nabil mi sono accostato in maniera del tutto nuova al mondo mediorientale”. La radio, i libri e la passione per la musica hanno fatto il resto. “Non avevamo la possibilità di viaggiare fisicamente” racconta Nabil “la radio ci permetteva di captare suoni e realtà lontane. Quando non ne conoscevo la lingua cercavo di comprendere attraverso l’intuizione, mi lasciavo suggestionare”.
Verso il mediterraneo. I libri, poi, sono da sempre fonte d’ispirazione per i Radiodervish. “Il lavoro sui testi per noi è fondamentale, portiamo avanti una ricerca poetica continua” spiega Nabil voce del gruppo che canta sia in arabo che in italiano, spesso fondendo le due lingue nello stesso brano. L’album In search of Simurgh del 2004 è ispirato al testo sufi La conferenza degli uccelli di Farid Ad-Din Atta. “E’ stato come un viaggio iniziatico, un ritrovare le nostre origini. Abbiamo definito la connotazione mediterranea della nostra musica” racconta Michele. Questo percorso artistico, iniziato nel 1997, approda così a calde e sinuose sonorità amate in particolar modo dal pubblico italiano, nordafricano e israeliano.
Lo spirito del viaggio. Oggi i Radiodervish possono realizzare quei viaggi che hanno sempre sognato e quelli che non avevano immaginato. “Viaggiare è qualcosa di meraviglioso ma è lo spirito con cui si attraversano i luoghi e si incontrano le persone che permette di scoprire e amare la diversità. Le vacanze di consumo non portano questa ricchezza” sottolinea Nabil. Il viaggio inizia nelle proprie città, dalle proprie finestre. “In una metropoli multietnica come Roma sarebbe così semplice eppure lo straniero e l’autoctono sembrano chiudersi nei propri gusci” conclude Michele.
M. Daniela Basile(6 luglio 2011)