Da giovedì 20 a sabato 22 ottobre dalle 7 alle 19 sarà possibile per i tunisini residenti nel nostro paese recarsi, muniti di documento che ne attesti la nazionalità, presso i consolati di Roma – via di Montecristo 2 , Milano, Genova, Firenze, Napoli e Palermo, e in 83 seggi sparsi in tutta Italia, per eleggere i tre rappresentanti dell’Assemblea Costituente riservati alla circoscrizione italiana, una delle sei estere previste dalla votazione che in Tunisia si terrà domenica 23 ottobre.
Si tratta delle prime elezioni dalla caduta del regime di Zine El Abidine Ben Ali, presidente dal 7 novembre 1987 al 14 gennaio 2011, quando l’escalation delle proteste popolari, iniziate a fine 2010, lo costrinse all’esilio. I tunisini dovranno scegliere i 217 membri dell’Assemblea che avrà il compito di stilare una nuova Costituzione. Di questi ben dieci saranno eletti nei due collegi elettorali francesi – nord e sud– uno in Germania, due in Nord America e resto d’Europa , due nei paesi arabi e resto del mondo, oltre ai già citati tre italiani.
Conseguenza della fine di una dittatura di 23 anni, il panorama politico si presenta molto frammentato, con circa 80 partiti e centinaia di candidati indipendenti. Novità assoluta, per legge la metà dei candidati è destinata alle quote rosa, anche se in realtà la gran parte dei capilista è di sesso maschile, con poche eccezioni.
In Italia le liste si riducono a 22, con 8 partiti, una coalizione e diverse liste autonome. I più accreditati sono gli stessi schieramenti che vengono dati favoriti anche in Tunisia. Avanti nei sondaggi risulta essere Al Nahda– o Ennahda (= rinascimento) – partito islamista che si dichiara ideologicamente vicino all’Akp del Presidente turco Erdogan. Qualche tempo fa su posizioni antioccidentali, ora cerca di rassicurare l’elettorato promettendo l’impegno nel mantenimento delle libertà di fede e di pensiero delle minoranze e dei diritti delle donne, non senza accuse di ambiguità dalle altre forze politiche.
A contendersi il ruolo di antagonista Partito Democratico Progressista, che punta sugli investimenti stranieri in Tunisia, ed Ettakatol, conosciuto anche come Forum Democratico per il Lavoro e le Libertà, in forte crescita per le sue idee sulla lotta alla corruzione e sulla parità uomo/donna, specie nella condanna agli abusi compiuti dai mariti nel contesto familiare, tuttavia criticato per non aver preso posizione sulla prevalenza del sesso maschile in materia di successioni
Ciò nonostante, l’unica eccezione al predominio maschile tra i capilista viene dal Polo Democratico Modernista, che ne presenta per metà donne, come Sara Ben Guiza. Punti cardine del Polo, il rispetto dei diritti dei migranti sanciti dalla Convenzione Onu del 1990, parità di diritti senza discriminazioni di sesso, cittadinanza o religione, quest’ultima da tenere separata dalla politica.
Oltre alla Ben Guiza, i capilista dei principali schieramenti per la circoscrizione italiana sono Osama Al Saghir (Ennahda), Fares Ghezal (Partito Democratico Progressista), Abdouli Touhami (Ettakatol) e Hedi Khirat (Lista Democratici Tunisini in Italia).
La campagna elettorale si è aperta lo scorso 28 settembre e durerà fino a 48 ore dal voto, tra non poche difficoltà. Pesa la scarsa rilevanza data all’evento dai media italiani, ma anche il mancato coordinamento tra le liste che non permette una chiara visione di insieme dei candidati, contribuendo alla sfiducia dell’elettorato residente nel nostro paese. Diverse associazioni hanno messo a disposizione i loro ambienti per dibattiti e comizi su vari temi: dalla disoccupazione, all’integrazione, alle problematiche dei rifugiati politici. Vietata dal regolamento la propaganda nelle moschee.
Ma un altro scoglio è stato il poco tempo per portare a conoscenza il maggior numero di cittadini tunisini, come confermato da Adnane Mokrani, referente dell’Irie – Istanza Regionale Indipendente per le Elezioni: “è stata una corsa contro il tempo, adesso abbiamo brochure e volantini e cerchiamo di distribuirli per quanto possibile. C’è anche una pagina facebook, ma questa è servita soprattutto per quelle categorie che usano maggiormente internet, come studenti e professori. Inoltre è a disposizione il sito dell’Isie – Istanza Superiore Indipendente per le Elezioni – con informazioni in arabo e francese per i votanti in tutti i collegi esteri. Per i tunisini residenti in Italia abbiamo previsto un’affluenza inferiore alle 80 mila unità” sui poco più di 103 mila risultanti nel 2010.
Intervista al candidato di Ennahda Osama Al Saghir realizzata dallo Yer, Young European Reformists,
versione integrale su http://youngeuropeanreformists.wordpress.com/2011/10/13/la-yer-si-fa-vedere-2/
Gabriele Santoro(16 ottobre 2011)