Egitto in Italia, una mostra di Visioni sovrapposte

Flavia Mantovan - Drago Due (2011)

La doppia personale di Flavia Mantovan e Piero Mascetti, segna la rinascita dell’Accademia d’Egitto, che sotto la guida del nuovo direttore Ahmed Mito, intende aprirsi finalmente al pubblico con una stagione ricca di eventi. La mostra è stata pensata infatti nell’ambito dell’iniziativa Visioni sovrapposte, un titolo che per il direttore è anche un concetto molto importante: “riuscire ad avere una visione sovrapposta significa non solo conoscere, ma essere più vicini alla verità, fatta di innumerevoli sfaccettature. Noi crediamo che la cultura sia lo strumento della visione sovrapposta”.

Un incontro di culture attraverso l’arte, il titolo della mostra, nelle parole del direttore, vuole segnare infatti “l’incontro tra due culture mediterranee tramite l’esperienza e le opere di due artisti italiani, che hanno vissuto al Cairo e a Luxor. I due artisti si sentono radicati nella loro terra, l’Italia, ma allo stesso tempo hanno ‘adottato’ l’Egitto”. Artisti giovani, romani, l’una del 1979, l’altro del 1963, giunti entrambi in Egitto per la prima volta e per motivi diversi nel 2008: Flavia era stata invitata alla 11ma edizione della Biennale Internazionale d’Arte del Cairo, la più giovane delle partecipanti al Padiglione italiano, mentre Piero era nell’esposizione Parabole che ha girato tra il Cairo, Alessandria e Luxor.

Piero Mascetti - Flagrante delitto d'evoluzione (2010)

I due artisti  aprono la stagione proprio per il loro legame con l’Egitto: l’interesse e l’amore che il paese, la sua arte e le sue genti hanno in loro suscitato. “Sono arrivata a Luxor dopo aver vissuto due anni a New York – racconta Flavia – arrivare in questa terra dorata solcata dal Nilo che pullula di vita in una atmosfera così magica, con il rispettoso e amichevole benvenuto degli egiziani, la bellezza ancora intatta dei templi, dei disegni e dei geroglifici della Valle dei Re e delle Regine quasi fossero ancora vitali, mi ha fatto capire che non potevo avere altra priorità se non trovare una ragionevolezza nella bellezza equilibrata di tutto questo. Se l’ho capito non saprei dire, di fatto già il tentativo mi ha fatto scoprire un mondo nuovo”.

La mostra è dislocata al piano terra dell’Accademia in una sala bianca con due grandi vetrate. Metà sala è dedicata alla pittura più astratta di Piero Mascetti: macchie di colori scuri, eterei e sfumati che raccolgono cuori di colore di impatto come in Notturno occidentale (2011) dove una ‘lingua verde’ stacca da linee bianche, gialle e rosso sangue. In Flagrante delitto d’evoluzione (2010) il vortice di colori sembra invece espandersi calmo verso l’esterno. La Mantovan, più figurativa, si dedica maggiormente a volti femminili o femminei, in fusione con altri elementi corporei, come in Bowie 2 (2011) o In (2011), dove emerge un vero e proprio ‘volto animale’. Emblematico Drago DUE (2011), un altro viso che sembra evocare tante cose – delle piume, dei Pegaso – semplicemente il tema della metamorfosi, da anni al centro delle ricerche pittoriche dell’artista: “in alcuni casi si tratta di visioni oniriche, in altre di costruzioni studiate in ogni minimo dettaglio, in alcuni dipinti è come navigare in superficie, in altri come scendere nelle viscere della terra, in certi è vibrare leggeri sulle ali del vento e in altri ancora c’è il fuoco che brucia”.

Il nuovo direttore dell'Accademia di Egitto, Ahmed Mito (a sinistra) con l'attore egiziano Amr Waked

Visioni sovrapposte. La mostra è stata inaugurata il 17 novembre nel grande evento che ha visto anche la presentazione del film Il padre e lo straniero di Ricky Tognazzi con Amr Waked, attore egiziano, grande sostenitore delle proteste in piazza Tahrir, e il concerto jazz di Fathi Salama. Il film, uscito in Italia a febbraio, racconta proprio “come la nostra cultura si pone rispetto a un’altra”, dice Erika Monticone delle Relazioni esterne. Come per la mostra, dove si rivela il tema della “contaminazione e come l’arte cambia” quando più culture si incontrano, anche nel film si racconta il confronto tra “un romano e un arabo: è l’italiano che si mostra più restio, ma alla fine tra i due nasce una grande amicizia”, finché succede il paradosso: “il romano inizia a conoscere meglio la sua realtà attraverso gli occhi di uno straniero”. È il “ritrovamento inaspettato di noi stessi, un ‘riconoscerci’ attraverso l’altro, il diverso, ciò che credevamo lontano da noi – scrive il direttore – è questo il senso rivelato dalle Visioni sovrapposte”. Il concerto di Fathi Salama, unico arabo che ha vinto un Grammy Award (2004) e fondatore negli anni ’80 della musica jeel, il pop arabo, rientra nello stesso ‘senso’ dell’iniziativa: anche la sua è ‘arte contaminata’ fatta di “percussioni egiziane, armonie mediterranee, jazz e sonorità contemporanee. La musica è l’arte che più può raggiungere la nostra anima aprendola a nuove esperienze”.

“Sovrapporre visioni di culture diverse per me è una via che può condurre all’ampiezza della visione globale e personale – dice Flavia – un modo di riconoscersi nell’altro per ampliare il proprio punto vista. Come se ci fosse un grande lago circondato da montagne e su ogni picco un diverso osservatore/artista: ognuno avrà la propria visione/esperienza del lago. Se poi si apre il contatto, attraverso il dialogo, tra i diversi osservatori succede per ognuno quell’arricchimento di una visione più complessa e viva, supportata dalla fiducia nata nel riconoscere nell’altro la stessa finalità artistica. Non so dire se l’Egitto ha influenzato la mia arte, ma so dire che senza l’Egitto non ho idea di come sarebbe stata.”

Alice Rinaldi(1 dicembre 2011)

Info. Mostra di Flavia Mantovan e Piero Mascetti, fino al 6 dicembre, Galleria dell’Accademia d’Egitto, via Omero, 4. Ingresso libero, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 19. @ emonticone@libero.it T 06 3201896 (Erika Monticone, Relazioni Esterne & Business Development).