Migrazioni/Volontariato al CNR

L’origine. “L’uomo costituisce con ciò che egli stesso è, e con ciò che riceve dagli altri, un tutto.” La frase del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer è uno dei cardini intorno a cui ruota il concetto di volontariato legato al fenomeno della migrazione, se n’è discusso al CNR.Il progetto. Nell’ambito del Progetto interdisciplinare Migrazioni, del Dipartimento Identità Culturale che coinvolge 13 Istituti del CNR, è stato organizzato un ciclo di seminari volti e a favorire l’incontro fra studiosi e a divulgare le ricerche. “Migrazioni/volontariato” si è svolto il 30 novembre 2011, presso il CNR di Roma, l’incontro è stato presieduto da Corrado Bonifazi dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali-CNR.Convivere. Gli interventi raccontano di tre esperienze di volontariato diverse e al contempo complementari: una delle necessità imperanti per Daniela Pompei, Comunità di S. Egidio, è costituire una “civiltà del convivere, laddove il problema della convivenza riguarda soprattutto l’atteggiamento di noi europei nei confronti degli immigrati.” Se è vero che il futuro dell’Europa è legato agli immigrati, il nostro futuro dipende da come sapremo gestire la situazione e interagire con loro. Far evolvere una convivenza vuol dire anche “sviluppare una conversazione” (Martin Buber) vedendo il dialogo autentico come base per una comunità sociale. Anche per questo scopo la Comunità di S.Egidio ha fondato, nel 1982, una scuola di lingua e cultura italiana che fa parte della rete scuolemigranti, è gratuita e fornisce uno strumento fondamentale all’inserimento dell’immigrato nella società: la lingua. “Quest’anno solo a Roma abbiamo avuto 2500 iscritti”, sottolinea orgogliosa la Pompei “Credo molto nei giovani, se ne parla tanto male ma ce ne sono molti che si impegnano nel volontariato con energia ed idee nuove, delle quali abbiamo un grande bisogno.”Rifugiati. Berardino Guarino, direttore progetti del Centro Astalli nato nel 1981 per iniziativa del padre gesuita Pedro Arrupe con l’intento di accompagnare, servire, difendere i diritti dei rifugiati e degli sfollati di tutto il mondo, evidenza pro e contro dell’esperienza. Da un lato la positività dell’incontro delle persone, le speranze, la voglia di progettare, il costituire rete con altri enti. Ma abbondano i contro: l’impotenza e l’impossibilità di fare di più. In passato siamo riusciti a integrare un numero enorme d’immigrati. Poi l’ingerenza della politica ha creato il caos”. Oggi ci si ritrova di fronte ad una “nuova” cittadinanza, laddove invece di perseguire d’inclusione si parla di esclusione, il che porta, talvolta, ad un drammatico ritorno al razzismo.“Relazione” è la parola chiave proposta ed è lo scopo per il quale i volontari,  1200 solo a Roma, gli utenti e gli operatori si rivolgono alla Caritas spiega Alessandro Agostinelli  e traccia  l’identikit del volontario: giovane, istruito, in eguale misura maschio e femmina, alla ricerca di un’esperienza di solidarietà, già sensibilizzato ma con la voglia di una relazione con l’utente.Lo Stato. La ricerca italiana può contribuire in maniera significativa all’analisi approfondita del fenomeno e allo studio delle problematiche connesse all’immigrazione, ma spetta allo Stato occuparsi della “questione immigrati”, senza delegare al volontariato le proprie responsabilità e le scelte che deve prendere con estrema urgenza.

Piera Francesca Mastantuono(1 dicembre 2011)