Cosmopoliti, integrati, ma sempre albanesi.

 Il 17 febbraio si è svolto  il primo degli eventi dedicati al centenario dell’indipendenza albanese che per tutto il mese si svolgeranno al Museo della civiltà romana, in piazza Giovanni Agnelli. Un’occasione per conoscere le comuni radici che ci legano all’Albania con foto, video e documenti storici originali provenienti dall’archivio di stato albanese.L’ambasciatore albanese Llesh Kola ha inaugurato l’evento e ha definito l’anniversario “un momento storico da festeggiare  insieme agli italiani con cui da sempre abbiamo avuto scambi culturali ed ottimi rapporti. Attualmente le relazioni diplomatiche fra Italia e Albania sono facilitate dalla piena integrazione della comunità albanese , formata soprattutto da lavoratori e studenti  ma anche imprenditori . E’ grazie a questo successo che siamo riusciti a velocizzare le pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno. Ma essere integrati non vuol dire dimenticare le proprie tradizioni  “ovunque andiamo, restiamo sempre albanesi” .Arbereshe, ponte fra Italia e Albania. Il 150° anniversario dell’Unità d’Italia ed il 100° anniversario della rinascita dell’ Albania, il ruolo degli Arbereshe: Pasquale Scura e Terenzio Tocciè il titolo del convegno che  ha messo in luce il ruolo importante svolto da tutte le comunità arbereshe sia nella storia albanese che in quella italiana.

Costume tipico arbereshe
Questa  minoranza etnica e linguistica albanese  è presente in Italia da 500 anni soprattutto in piccoli centri del sud Italia come Vaccarizzo, in provincia di Cosenza.“La metà degli abitanti parla l’arbërisht , un dialetto albanese tramandato oralmente” spiega Giorgio Sprovieri, vicesindaco del paese . “Il forte legame con la madrepatria è sentito anche fra i giovani riuniti nei gruppi di formazione arbereshe . La nostra comunità è stata un punto d’appoggio per i migranti albanesi, e ad oggi sono le G2  che contribuiscono a mantenere aperte le nostre scuole e a migliorare anche al nostra economia.”Doppia festa . Anche  l’ambasciatore kosovaro Albert Prenkaj ha preso parte alla manifestazione poiché il Kosovo, proprio in questa giornata, ha festeggiato il quarto anno d’indipendenza . “Siamo orgogliosi dell’indipendenza dei kosovari  con cui condividiamo storia e tradizioni.  Speriamo possano proseguire il percorso iniziato soprattutto all’interno del sistema europeo, come l’Albania sta facendo grazie all’appoggio dell’Italia”.Arte albanese al Museo della civiltà romana. Gli artisti albanesi presenti  hanno una comune esperienza positiva di integrazione.  Parlind Perlashi artista poliedrico, è venuto in Italia per cercare fortuna “all’inizio è stata dura poi quando ho avuto i documenti e la famiglia, le cose sono migliorate, non sono più il ragazzino senza biglietto dell’autobus, ma uno di voi”.  Armando Xhomo,  pittore e scenografo, è dal 2000 in Italia “non è necessario abbandonare le proprie radici ma bisogna costruirne di nuove nel paese in cui si vive. L’arte è un mezzo di comunicazione libero da pregiudizi politici e culturali”. Artista giovane e cosmopolita , Orenada Dhimitri  è venuta in Italia per studi universitari  “il mondo è il paese di tutti, ormai la mia casa è Roma. Nella pittura anche involontariamente sono presenti le proprie radici , perché l’arte è  espressione di ciò che si è”.Martina Amendola, Zakaria Mohamed Alì(23 gennaio 2012)