Ha preso il via giovedì 19 gennaio Lab3, il terzo laboratorio di comunicazione interculturale di Piuculture: otto giovani di diversa provenienza che sotto la guida di professionisti del settore, soci di Piuculture, ricevono per un anno una fomazione teorico-pratica volta a orientarli alle professioni della comunicazione.
Perché Lab3, facciamo un passo indietro. Nel 2009 in collaborazione con studenti e laureati di Scienze della Comunicazione dell’Università La Sapienza, Piuculture ha svolto un’indagine sulla presenza degli stranieri, sui luoghi di aggregazione, di culto e sulle forme di interscambio con italiani nel territorio del Municipio 2: undici quartieri inclusi fra il Tevere, l’Aniene, la via Nomentana e Muro Torto. Sono 16.694 gli stranieri che risiedono in questa parte di città su un totale di 122.971 abitanti Una presenza pari al 13,6% della popolazione, più alta della media cittadina (9%). Prevalgono persone della prima ondata migratoria, filippini 3.630, che hanno trovato impieghi nelle famiglie, nel commercio e nella ristorazione; seguono, per ampiezza di comunità, i rumeni, 1.372, di più recente migrazione.
L’ obiettivo di Piuculture è stato mettere in rete quanti promuovono lo scambio tra culture. Il territorio è ricco di istituzioni e servizi che potrebbero diventare risorsa per l’integrazione, allargando il proprio orizzonte d’azione. Nel municipio hanno sede il 40% delle ambasciate presenti Roma, tre biblioteche comunali della rete roma-multietinca, vari istituti e centri di ricerca, scuole e università che insegnano intercultura; ci sono medici, giornalisti, attori, professionisti stranieri che svolgono la mediazione culturale nella loro attività professionali. Il loro operato è poco noto e mancano canali di comunicazione efficaci per dare visibilità al vasto e variegato “mondo” degli straneri nel territorio del Municipio2. Per mettere in luce queste esperienze Piuculture con i ragazzi del Lab1 ha fatto confluire i dati e le relazioni allacciate nel sito www.piuculture.it .
Lab2 la voglia vien mangiando. L’insieme di racconti, attività, iniziative raccolte è dissonante con quello che comunemente si trova sui media che vedono nello straniero una minaccia per la sicurezza, un diverso, un estraneo non meritevole di conoscenza. Per questo Piuculture, a partire dall’estate 2010, ha deciso di trasformare il sito in un giornale online dove l’immigrato non sia caratterizzato in base al paese d’origine, all’ etnia, ci sia spazio per l’approfondimento e l’inchiesta sul mondo dell’immigrazione e sulla multiculturalità. La volontà è di contrastare la rappresentazione degli stranieri prevalente, mossi dalla convinzione che la comunicazione è l’elemento fondamentale nella costruzione di una società pluralistica.
Per realizzare il progetto è nato Il ”Laboratorio di comunicazione interculturale”, Lab2, un’attività di formazione teorico pratica, gestita da professionisti della comunicazione di Piuculture, rivolta a giovani laureandi e laureati che hanno portato alla realizzazione del giornale.
Il giornale. Gli allievi del Lab2 sono: Valentina Basso, Daniela Basile, Davide Bonaffini, Giuseppina Casciaro, Marco Corazziari, Sandra Fraticci, Maria Galluzzo, Luisa Leoncavallo, Melissa Neri, Alice Rinaldi, Gabriele Santoro. Per alcuni l’obiettivo è stato conseguire crediti per gli studi universitari, per sette di loro, già laureati, la possibilità di formarsi e realizzare articoli per conseguire la tessera professionale di pubblicista
Il giornale evidenzia realtà che nel territorio sviluppano cooperazione, inter-cultura, dà voce ai nuovi cittadini, svolge inchieste basate su fonti dirette, informa su risorse presenti nel territorio e servizi per stranieri. Si è scelta la dimensione locale per diventare un attore della comunità, stimolare la pro-attività dei lettori, promuovere una rete diffusa di “redattori di strada”.
Vi presento Lab3. Il laboratorio che ha preso il via il 19 gennaio è l’auspicato ampliamento di Lab2: raccoglie ancora una volta laureandi che frequentando il corso conseguiranno crediti universitari e laureati, la differenza è che gli anni di lavoro e di rete di Piuculture ha consentito di formare una redazione mista per origine culturale, un melting pot che vede affiancati giovani nati in Italia con altri provenienti da diversi paesi d’Europa e del mondo, una ricchezza in più, un punto di vista variegato per affrontare il lavoro di informazione.
L’identikit del team: le ragazze. Raisa è arrivata a Piuculture grazie all’amica Teodora, giurata per la rivista al Medfilmfestial 2012. E’ laureata in cinema e televisione a Bucarest ed ha una vasta esperienza nella sceneggiatura e scrittura di cortometraggi che le ha fatto ottenere vari riconoscimenti in patria.
“Ho seguito corsi di scrittura creativa e collaboro con un portale online delle comunità romena e moldava. Ritengo che la mia formazione multiculturale possa essere un ponte tra Piuculture e gruppi di stranieri in Italia. Ad esempio ho avuto l’opportunità di improvvisare un’intervista al Bolshoi ballet academy grazie alla mia conoscenza del russo. In Piuculture mi aspetto di crescere professionalmente. Avevo bisogno di un corso per ampliare la pratica e la conoscenza dello stile di scittura giornalistico”.
Romina si avvicina al laboratorio di scrittura grazie al passaparola dell’amica Luisa di Lab2. E’ laureanda in realazioni internazionali e segue il Lab3 come tirocinio da inserire nel suo percorso accademico. “Sono contenta che corso ed incontri di redazione siano compatibili con i tempi dell’università visto che i temi di intercultura mi interessano da vicino. Sono romana ed italiana, ma essendo di seconda generazione, sono nata in Srilanka, credo di avere un punto di vista interno rispetto i problemi – anche burocratici – che le comunità straniere incontrano vivendo qui. Ho già partecipato ad attività editoriali ma come freelance ed appassionata. Questa è la mia prima esperienza in ambito prettamente giornalistico”.
Martina, laureanda in scienze dello sviluppo e cooperazione internazionale, ha trovato l’annuncio per il Lab3 sul portale di Romamultietnica. Appassionata della Turchia e della sua lingua ha maturato esperienza nell’intercultura alla Caritas ed insegnando l’italiano “da sempre mi interesso di ‘immigrazione. Con il laboratorio vorrei conciliare l’approccio giornalistico con la conoscenza della condizione dei migranti maturata nella mia formazione. Uno stage teorico non è coinvolgente quanto prendere parte ad una redazione che si occupa dei problemi sul campo. Trovo questo affascinante”. Elena, laureata in lettere con indirizzo giornalismo, ha trovato Piuculture sul sito del Medfilm festival. “Collaboro già con un altro giornale, ritengo che tutto faccia esperienza e tramite il laboratorio spero di poter migliorare”. Piera è in attesa di sostenere l’esame da pubblicista ed ha già maturato esperienza nel settore, ma del Lab 3 apprezza l’incontro. “Ho trovato le riunioni redazionali molto formative, professionali ed interessanti. Ho già avuto esperienza in altri ambiti ma si trattava di lavoro di desk, di scrittura e pubblicazione online, senza la possibilità di avere un rapporto diretto con la redazione. Avere delle riunioni settimanali stabilite mi piace. Voglio affinare la mia apertura verso culture straniere, aspetto che reputo uno strumento indispensabile per la professionalità di un giornalista al giorno d’oggi”.
La parola ai ragazzi. Adriano, studente di comunicazione e giornalismo, apprezza il fatto che il laboratorio sia prevalentemente pratico. “Voglio conoscere in maniera approfondita le tecniche di scrittura giornalistica e migliorare la mia capacità nell’applicarle. Mi piace l’approccio “anglosassone” di Piuculture, di formazione teorica che non indugia sulla pratica. Voglio imparare i trucchi del mestiere, cose che non si trovano sui libri ma che si acquisiscono solo con l’esperienza. Il fatto che la rivista sia indipendente dà libertà nell’organizzare i contenuti e nel dirigere le attività formative del laboratorio. E’ piacevole trovarsi in un gruppo affiatato, composto da persone che hanno fatto giornalismo in altri paesi, come Raisa e Zakaria. Così possiamo comprendere il modo di praticare la professione in altre parti del mondo”.
Partecipano al laboratorio anche Alessandro, studente universitario, e Zakaria, rifugiato somalo e già giovane allievo di giornalismo a Mogadiscio. “Da quando ho cominciato a lavorare in Lab3 mi sono accorto di alcune differenze nel modo di fare giornalismo nel mio paese e qui. Per le interviste, ad esempio, ci viene richiesta molta attenzione nella preparazione dell’argomento trattato e delle domande. La nostra attività può sviluppare uno scambio virtuoso tra società italiana e comunità straniere. Credo che per un migrante sia più facile aprirsi con un giornalista straniero che fa da ponte tra due culture, essendo inserito in entrambe. Il laboratorio, già a partire dal nome del giornale, rivela la sua vocazione mista con contributi di redattori di diverse culture ed esperienze, e questo è un fattore positivo”.
Davide Bonaffini
(16 Febbraio 2012)